ROMA - Una pubblicita'-provocazione. Le sagome che rappresentano il Dandi, il Freddo, il Libanese e il Nero, ovvero Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino, Franco Giuseppucci e Danilo Abbruciati, sono state installate dalla produzione della fiction che andrà in onda su Sky Cinema dal 10 novembre. I quattro busti sono stati sistemati in un giardino con l'autorizzazione dell'Ente Eur, ovvero l'ente che gestisce il patrimoni immobiliare, le aree e la manutenzione del quartiere romano.
L'installazione delle statue aveva provocato curiosita' ma anche indignazione tra di alcuni passanti, soprattutto i tanti impiegati degli uffici vicini. "E' incredibile, sembra quasi volere glorificare degli assassini", dice un ragazzo. Dello stesso avviso alcuni abitanti e negozianti della zona.
E su You Tube stamattina è comparso un video girato in notturna e intitolato 'Libanese uno di noi'. Nel filmato si vedono alcuni uomini, incappucciati, scendere da un furgone bianco e installare dei busti al grido 'Libanese uno di noi', riferendosi così al soprannome di Franco Giuseppucci, uno dei boss della banda della Magliana, come viene indicato nel libro di De Cataldo.
ALEMANNO,INIZIATIVA DI CATTIVO GUSTO
"E' un'iniziativa di cattivo gusto. Non capisco come si possano utilizzare questi strumenti per far pubblicità a un film". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno in merito alle statue raffiguranti quattro componenti della banda della Magliana che, questa mattina, su autorizzazione dell'Ente Eur Spa sono state poste in un giardino, per la realizzazione di una fiction. A margine della presentazione dell'iniziativa 'Happy phone' Alemanno ha spiegato che "il mio consiglio, lo dirò anche personalmente ai vertici di Eur Spa, è quello di rimuovere immediatamente queste statue perché non mi sembra assolutamente una buona idea"