“La bocca sollevò dal fiero pasto…”

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Lpoz
00domenica 27 aprile 2008 21:11

Questa volta prego i lettori di abbandonare ogni idea malvagia, di elevare la propria mente al pensiero delle più alte virtù, dopo di ché immergersi nell’acqua sacramentata e vestire il saio francescano: stiamo per incontrare un «UOMO» che sarà Maestro immortale e stella di riferimento di bontà, di purezza cristiana e di ardimento.

Il Suo nome?
Il solo pronunciarlo mi fa «tremar le vene e i polsi»: Umberto Fusaroli Casadei; professione: partigiano (in attesa di santificazione).

Abbiamo sempre sostenuto che, grazie alla «liberazione», impostaci dagli alleati nel 1945, noi italiani abbiamo perduto, fra l’altro, anche l’esatto senso delle parole.
Proviamo, allora, a tornare con la mente a quando studenti, nel tempo «pre-liberazione», eravamo intenti all’apprendimento della lingua italiana e al valore delle parole.
Apriamo lo Zingarelli ed esaminiamo il termine «assassino».

Si legge (ancora oggi): «Chi commette un assassinio - Omicidio».
Cerchiamo, quindi, sempre sul più noto dei dizionari, quest’ultimo sostantivo, e leggiamo: «Omicidio: illecito penale di chi cagiona la morte di un uomo».

Ciò premesso, fermiamoci ancora con la memoria a quegli anni e, facendo tesoro del significato delle parole, torniamo di nuovo sui banchi di scuola, quando, cioè, studiammo che il capitano di ventura Francesco Ferrucci, nel 1530, catturato morente, dopo una battaglia, e portato di fronte a Fabrizio Maramaldo, fu da questi freddamente ucciso.
L’ultima frase che Ferrucci lanciò, sprezzante, a Maramaldo fu: «Vile, tu uccidi un uomo morto!».

Dopo questa introduzione torniamo, anche se a malincuore, nella nostra epoca quando, cioè, le parole hanno assunto un significato non solo diverso da quello poco sopra ricordato, ma addirittura capovolto.

Su Il Giornale del 13 maggio 2002 erano ricordate, su una intera pagina, le «eroiche gesta» di un partigiano.
Per «noi», avvezzi ad un diverso modo di agire, sono ricordi aberranti, maramaldeschi, addirittura demoniaci, ma che oggi, vengono perfino accettati con un significato completamente capovolto.

In un passo dell’intervista, rilasciata da Umberto Fusaroli Casadei, si leggeva: «Provo a contare tutti quelli che ho ucciso con le mie mani, ma non riesco a ricordarmeli tutti e ‘allora mi addormento tranquillo’». (C’è chi si addormenta con le favolette della mamma e chi con altri rosei ricordi).

L’«eroe» continua: nel 1944, in occasione di uno scontro a fuoco con i tedeschi, questi inviarono «a parlamentare un ufficiale con la bandiera bianca che mi propose la resa con la promessa di aver salva la vita. Io gli sparai due proiettili in fronte». (Poi qualcuno, ancora oggi, si lamenta che i tedeschi, in quel periodo, erano un tantinello cattivi!).

Ed ecco alcune «domande» e «risposte» dell’intervista:

D - Non prova rimorso? Quell’uomo era disarmato.
R – No, era un nemico, un mostro. Mio padre che era un mazziniano (?), diceva che ai fascisti non bisognava risparmiare niente (sic).
(Allora mio padre ha sbagliato tutto: mi ha insegnato a rispettare il nemico e a non nuocergli più del necessario, nda).
Altri stralci dell’intervista.
D – Quante persone ha ammazzato?
R – Impossibile tenere il conto.
D – Decine?
R – No, centinaia. Nel periodo della guerra e «anche dopo».
D – Qual è l’odore della morte?
R – Un odore di m…. Si perde il controllo del proprio corpo. Non sempre, ma spesso. Io ho in mente un gran puzzo.
D – E lei non si commuove mai? Mai un momento di esitazione?
R – Mai. Nemmeno davanti alle donne.
D – Le donne?
R – A Schio morirono molte donne.

Per chi non lo sapesse, appena terminata la guerra, nel carcere di Schio, insieme ai detenuti comuni furono rinchiusi anche alcuni «fascisti».
Nella notte fra il 6 e il 7 luglio, un branco di «assatanati» penetrò nel carcere.
Erano armati di mitra, iniziarono a far fuoco: 53 persone non si rialzarono più da terra.

Alla domanda se anche lui abbia partecipato alla strage, ecco la risposta: «Certo che ci partecipai».
Poi l’intervistatore fa notare a Umberto Casadei che «fra i prigionieri, solo 27 erano iscritti al Partito Fascista Repubblicano, gli altri erano in maggior parte ex fascisti ante 25 luglio ‘43 e, nella restante maggior parte, persone estranee alla politica», e l’«eroe» risponde: «Illazioni di giudici fascisti».

Ci fermiamo qui, anche se l’intervista continuava con ricordi di altri morti ammazzati, sempre per mano di Umberto Casadei: morti ammazzati in Italia e all’estero.
Un racconto senza un velo di pietà, o di dubbio sulla giustezza delle sue azioni.

Prima di chiudere, vogliamo riportare un’altra «perla» di «Rumbo», non «Rambo», ma proprio «Rumbo», il nome di battaglia di Casadei; il quale, dopo aver proclamato che «il comunismo è una religione», non aveva disdegnato di incassare, a titolo di pensione di guerra - avvalendosi di una legge fascista - la modesta cifra di 500 milioni (cinquecentomilioni) di «arretrati».
Ricordate, amici lettori, l’inimitabile Totò? «E io pago!».

Nella sua «eroica» attività, il signor Casadei avrà partecipato anche alla «pulizia etnica» di Porzus?
Con queste note potremmo aver esposto la nostra nuca al classico colpo dei partigiani sopravvissuti, ma
il disprezzo per una certa genia fa sopire anche il più giustificato timore.

Filippo Giannini


Post Scriptum: il Procuratore della Repubblica Antonio Fojadelli, dopo aver letto la sopra citata intervista, aveva deciso di aprire un fascicolo.
«C’è l’obbligo», aveva detto, «sebbene sia trascorso più di mezzo secolo, di verificare l’attendibilità di quanto ha riferito (Umberto Fusaroli Casadei)».
Era facile profetizzare che tutto sarebbe finito in un niente di fatto?
Perché i «valori della Resistenza, eccetera, eccetera».
Non ci eravamo sbagliati: il 21 settembre 2007, a 81 anni, Umberto Fusaroli Casadei morì in un incidente automobilistico senza che fosse intentato nessun procedimento a suo carico.
Credo che un personaggio come quello descritto sarà stato rifiutato perfino da Satana.



www.effedieffe.com/content/view/2998/182/
Riccardo.cuordileone
00lunedì 28 aprile 2008 18:23
Gli esaltati e i criminali c'erano in entrambi gli schieramenti ed in entrambi gli schieramenti erano una minoranza, questo purtroppo la storia e i giornalisti però non lo ricordano.
Lpoz
00martedì 29 aprile 2008 01:10
Re:
Riccardo.cuordileone, 28/04/2008 18.23:

Gli esaltati e i criminali c'erano in entrambi gli schieramenti ed in entrambi gli schieramenti erano una minoranza, questo purtroppo la storia e i giornalisti però non lo ricordano.




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Granduca di Milano
00giovedì 1 maggio 2008 08:55
Condivido pienamente.
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