queen.recensione quasi seria
Nel 1970 Freddie Mercury ,un dandy africano dal look improbabile,insieme ai suoi amichi Briam May(un chitarrista dotato oltre che di un naso importante anche di un importante suono di chitarra)e Roger Taylor(il battersita belloccio con lo sguardo che dice " sono bello e trombo piu di te gnegnegne'")forma a band called queen.
Ai tre si aggiunge Deacon john un bassista con la faccia da tontolone, il classico personaggio a cui devi spiegare due volte gli accordi.
Nel 1973 dopo anni di concerti in giro per l'inghilterra davanti a 4 gatti(di cui due di freddie)la band pubblica il primo album, queen,che viene subito spernacchiato dalla maggior parte dei critichi musicali.
In realtà il discaccio non è neanche malaccio e nonostante le ovvie ingenuità contiene in nuce gli elementi che verranno sviluppati meglio nei dischi successivi, elementi che vanno dai led zeppelin a liza minelli, passando da malcom x attraverso gandhi e marc bolan(ops).
Il disco è prodotto da un sordo e da un idiota(o da un sordo idiota)che incupiscono il suono e fanno somigliare la batteria-gia suonata con la presunzione di chi sta accompagnando i cream ma in realta' non si stacca da un paio di mazzate sul rullante-ad un fustino di dixan, con tante scuse al detersivo.
la copertina presenta un Mecury in viola e dimosra che i membri della band non sono superstiziosi..o forse sono semplicemente daltonici.
Mercury e May si dividono il bottino compositivo lasciando a taylor i soldi per un caffè(il batterista scrive modern times rock'n' roll, un dolcetto innocuo con un testo che anticipa il punk).
May sputacchia kya(pezzo di impatto con un riff terremotante z'k'z z'k'z z'k'z' z'k'z), doing all right(presuntuoso pastiche in odore di prog che puzza di dilettantismo), the night comes down(ballatino pastello cantato con sincerità da un mercury che usa il falsetto)e son and daugheter(brano ignavo.troppo light per essere heavy e troppo heavy per essere light.Una nutella col sale).
Mercury risponde con great king rat(fiera sonora in cui trovano spazio un flamenco e un par de cavali al galoppo, oltre alla batteria esageratamente pestona del bel rog), my fairy king(bisnonna di boh rhap), liar(pomposo brano tritatutto, di quelli che rendeva orgoglioso freddie negli anni 70 e imbarazzato negli anni 80...mortacci sua)jesus(soliloquio didascalico sulla vita di berlusc...ops...gesu' a cui si aggiunge un coro di ubriachi)e 7 seven seas of rhye in versione per ritardatari(gente che va di fretta).
e john?nah,all'inizio a lui bastava leccarsi l'indice ed il medio e fare le facce quando sbagliava una nota(in seguito avrebbe scoperto la vagina e per conquistarla composto anothe r one bites the dust).
Una nota per i testi che parlano per la maggiro pare di fate, re, regine, flauti e lande:du' palle.
Insomma...un buon primo disco che diventa capolavoro se ascoltato dopo the works