Sabato scorso ero in dubbio se vedermi, e godermi, la finale dalla tribuna (avevo anche acquistato on line il biglietto da 20 euro)oppure viverla sulla side line con gli amici di 15\20 anni che grazie alla più giovane età possono ancora godersi il piacere che offre l'adrenalina quando entri in huddle e ci si schiera in campo per la prossima azione. Nonostante la pioggia non ho fatto fatica a scegliere la seconda opzione rimandando a Rai Sport Sat la visione della partita dal punto di vista tecnico. Non sono pentito della scelta perchè le emozioni che si vivono a bordo campo sono qualcosa di impagabile e valgono un'inzuppata da diluvio universale. Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine ma io preferisco farli all'inizio per saldare il debito di riconoscenza verso molti attori del nostro mondo che, nel bene e nel male, si danno da fare per rendere ogni anno possibile un campionato che non si basa su sofismi e chiacchiere ma su voglia di fare, entusiasmo, sacrifici e errori dai quali imparare. Vorrei ringraziare chi si è fatto un mazzo enorme per rendere possibile il superbowl, che il tempo inclemente ha cercato di rovinare, e mi prendo la libertà di fare dei nomi (scusandomi se dimentico qualcuno): Cantù, Incerti, Foglio, Ganci, Santini e tutti quei ragazzi, alcuni di Bolzano (non esattamente dietro l'angolo), che hanno fatto un lavoro eccezionale (dalle statistiche in tempo reale al lavoro sporco non visto dalla massa dei presenti) in condizioni decisamente precarie. Certo si poteva fare meglio ma nessuno si è fatto avanti per farlo per cui grazie a chi comunque ha reso possibile una bella serata di football.
Un grazie alla crew arbitrale (che di tanto in tanto si lascia prendere la mano dal protagonismo e dal fiscalismo ma non credo sia facile gestire il furore agonistico di 80 assatanati con casco e paraspalle)e alle due squadre che da quattro anni esprimono il meglio del nostro sport in Italia. Ovviamente, in quanto di parte, sono felicissimo per l'ennesima vittoria dei miei Lions ma una vittoria dei Dolphins non avrebbe cambiato di una virgola l'insieme delle cose. Ho letto commenti ipercritici sulla qualità del gioco espresso dalle due squadre. Lascio perdere l'alibi del tempo indecente e mi chiedo se chi sostiene questa tesi sia uno scout della NFL o semplicemente uno che se la tira un po' troppo. Personalmente mi ricordo di partite del college e della NFL durante le quali ho rischiato di perdere parte dell'amore per questo sport a causa dell'indecente spettacolo offerto. Ma probabilmente sono io a essere troppo permaloso per critiche mosse alla mia squadra, e all'altra contendente in campo, anche se mi sono sembrate generiche e senza argomentazioni plausibili.
Bene, arriviamo alla partita. Emozionalmente strepitosa per l'incertezza anche se Castellano, prima del kickoff iniziale, aveva pronosticato il risultato a Morichi nella forma e nella sostanza che poi si è materializzato ("Michele vinciamo noi 14 a 13 e tu sbagli un EP"). Come tifoso ho preferito quella dello scorso anno (pratica sbrigata in pochi minuti e niente stress) come appassionato quella di quest'anno ha superato quelle del 2001 e 2002 di Bolzano, sempre contro i Dolphins, e quella 1998 di Catania contro i Frogs anche quella terminata con un solo punto di differenza.
Gli anni passano anche per i migliori, la freschezza agonistica non può essere eterna e gli avversari si danno da fare per dimostrarsi all'altezza. I Dolphins quest'anno hanno davvero sfiorato il sogno di vincere il loro primo scudetto anche se si guardano i numeri, nel senso di statistiche, verrebbe da dire che la differenza è stata ampia. Il doppio di total offense e il doppio di primi down dovrebbero parlare chiaro ma il football non è solo statistiche. E' anche cuore e volontà e i Dolphins in questa finale ne hanno messi in quantità industriale. Purtroppo per loro non sono bastati e la freddezza non è stata parte del loro bagaglio. Quella freddezza che gli avrebbe consigliato di non sprecare gli ultimi due drive con lanci alla spera in Dio e che avrebbe consigliato loro di predisporre una strategia di gioco che non si è invece vista durante l'intero incontro. Grandi azioni personali ma poca logica di squadra. Questa è l'impressione che io ho avuto dalla sideline e che le repliche viste in TV mi hanno confermato. Se posso esprimere un giudizio direi che i Lions hanno vinto, e meritatamente, perchè hanno espresso un senso di team maggiore e l'EP di differenza è solo una coincidenza. Certo molti giocatori orobici sono, e non me ne vogliano in quanto sanno quanto li stimi e sia orgoglioso di loro, sulla china calante della loro carriera (anche se vedendo giocare Barbotti in quel modo qualche dubbio mi viene)ma, ripeto, nessuno è eterno. Hanno dimostrato che il lavoro e il sacrificio paga sempre e parecchi di loro hanno sputato l'anima per far sì che l'ultima partita della loro quasi ventennale carriera non fosse una sconfitta.
Come ha detto Rende quest'anno è finito un ciclo ma questo non vuol dire che non se ne possa riaprire subito un altro.
Arrivederci all'anno prossimo.
[Modificato da Carlo Teani 30/07/2004 0.48]