BXVI:"No alla fede superficiale"

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Cristianalibera
00lunedì 13 settembre 2010 11:04
BXVI:"No alla fede superficiale"

Benedetto XVI ai vescovi del Brasile:"La fede di tanti è incerta, serve evangelizzazione che faccia incontrare il Cristo vivo"
GIACOMO GALEAZZI
Il “dialogo tra i cristiani è un imperativo del nostro tempo e un’opzione irreversibile della Chiesa”. Questa affermazione di Benedetto XVI, espressa davanti al gruppo di presuli brasiliani della Regione Nordeste 3, ricevuti questa mattina a conclusione della loro visita ad Limina, è la sintesi del discorso pronunciato dal Papa nella Sala degli Svizzeri del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Un discorso che ha affrontato il problema della scristianizzazione della società brasiliana e della necessità di rievangelizzarla. Il servizio di Radio Vaticana:“Cinque secoli fa, è stata celebrata la prima Messa in Brasile proprio nella vostra regione”, nata “sotto la protezione della Santa Croce”. Inizia così Benedetto XVI il suo discorso ai presuli del Nordeste 3, area che comprende circa 16 milioni di persone. Ma la luce di quel ricordo beneaugurante si affievolisce quando, con la consueta schiettezza, il Papa fa i conti con la realtà attuale di una popolazione plasmata, sì, dai “valori della fede cattolica”, ma oggi sempre meno propensa a considerarli una guida e uno stile di vita:Oggi si osserva una crescente influenza di nuovi elementi nella società, che fino a pochi decenni fa vi erano praticamente estranei. Questo provoca un costante abbandono da parte di molti cattolici della vita ecclesiale o addirittura della Chiesa stessa, mentre nel panorama religioso del Brasile si assiste alla rapida espansione delle comunità evangeliche e neo-pentecostali”.Da qui, è partita un’articolata analisi del Pontefice circa i motivi che stanno, ha notato, “alla radice del successo di questi gruppi”, i quali rispondono alla “diffusa sete di Dio” dei brasiliani. Ma tale successo, ha osservato il Papa con acume critico, è anche l’indicatore “di una evangelizzazione, a livello personale, a volte superficiale: Di fatto, i battezzati non sufficientemente evangelizzati sono facilmente influenzabili perché possiedono una fede fragile e spesso basata su un devozionismo ingenuo, e tuttavia, come ho detto, conservano una religiosità innata. Dato questo quadro emerge, in primo luogo, l'evidente necessità che la Chiesa cattolica in Brasile di impegnarsi in una nuova evangelizzazione che non risparmi sforzi alla ricerca dei cattolici che si sono allontanati come pure di quelle persone che conoscono poco o nulla del messaggio evangelico, e li porti a un incontro personale con Gesù Cristo vivo e operante nella sua Chiesa”. Ancora, la diffusione di quelli che Benedetto XVI definisce “nuovi gruppi che si dicono seguaci di Cristo”, talvolta caratterizzati – ha detto – “da un proselitismo aggressivo”, pone un’altra questione, quella di stabilire un “sano dialogo ecumenico nella verità” che porti chiarezza in un panorama “diversificato e confuso”. Tale dialogo, ha spiegato il Papa, assolve anzitutto al comando di Cristo che tutti i cristiani “siano uno”, mentre “la mancanza di unità, ha soggiunto, è causa di scandalo”. E poi perché, in ultima analisi, la mancanza di unità “mina la credibilità” del messaggio cristiano annunciato nella società, mentre oggi tale proclamazione, ha indicato il Pontefice prendendo spunto dalle relazioni fatte dai vescovi, “è forse ancora più necessaria rispetto ad alcuni anni fa”, visto che “anche nei piccoli centri in Brasile, vi è una crescente influenza negativa del relativismo nella vita intellettuale e morale delle persone”. In sostanza, sottolinea Benedetto XVI:Non sono pochi gli ostacoli che pone la ricerca dell'unità dei cristiani. In primo luogo, dobbiamo rifiutare una visione erronea di ecumenismo che induce a una certa indifferenza dottrinale e porta a livellare, in un irenismo acritico, tutte le ‘opinioni’ in una sorta di relativismo ecclesiologico”. Gli strumenti per incidere in questo tessuto, ha insistito il Pontefice ricordando quanto espresso nel viaggio in Brasile del 2007, sono quelli di “una buona formazione storica e dottrinale” e la definizione di un “terreno comune”, ovvero quello della “difesa dei valori morali fondamentali trasmessi dalla tradizione biblica”. Su questa via, il Papa ha incoraggiato le iniziative in corso: il dialogo con le Chiese e Comunità ecclesiali appartenenti al Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane, o la Campagna di Fraternità Ecumenica per la promozione dei valori evangelici nella società brasiliana. Purché, ha concluso, ogni iniziativa sia libera “da qualsiasi conformismo riduzionista, ma fatta con sincerità e realismo, con la pazienza e la perseveranza che nascono dalla fede nell'azione provvidenziale dello Spirito Santo”.

Fonte


Mi stavo giusto chiedendo sulla frase da me evidenziato... ma perché ci si rendo conto soltanto ora del bisogno di evangelizzazione nella chiesa?
I fedeli se ne vanno per appartenere ad altre chiese... e zooom ... si pensa all'evangelizzazione...quando questa da SEMPRE deve essere
il compito primario della chiesa, ora ci pensano altri e solo allora ci si rende conto del proprio compito?

E poi mi stavo anche chiedendo...
..., ma possono esistere fedeli in una chiesa senza che questi siano stati prima evangelizzati?

Cristianalibera
00lunedì 13 settembre 2010 11:23
Cattolici in picchiata


In America Latina il declino della Chiesa di Roma, che in Brasile ogni anno perde un milione di fedeli

Non è vero che Dio è morto come mormoravano i pessimisti 40 anni fa. A volte cambia casa. Protestanti, chiese evangeliche, sette pentecostali stanno conquistando il continente più cristiano del mondo: l’America Latina. Nel 2001 attorno alla Chiesa di Roma si raccoglieva il 49,6 per cento della popolazione mentre le diverse anime luterane arrivavano al 31. Adesso le voci che anticipano il censimento 2011 raccontano di trasferimenti clamorosi verso la galassia del protestantesimo, che sta per superare il 40 per cento dei fedeli. Esodo che non finisce nelle chiese tradizionali della vecchia Europa: Calvino e Lutero sono sempre stati minoritari nell’America coloniale. Preferenze ad evangelici, soprattutto pentecostali. Le “sette” passano dai 3 milioni del 1991 ai 21 milioni del 2010.

In Brasile, dove la comunità più estesa si riconosce nel Vaticano, un milione di persone lascia ogni anno Roma alla ricerca di un cristianesimo diverso. Se possiamo dire così, ormai Rio e San Paolo lottano con Germania e Sudafrica per il terzo posto nella classifica delle nazioni protestanti, subito dopo Stati Uniti ed Inghilterra, prima di Nigeria e paesi scandinavi. L’analisi dei teologi cattolici prova a spiegare gli “errori” del potere romano-centrico, forse troppo chiuso nella burocrazia dei corridoi, forse lontano dagli uomini che negli affanni quotidiani cercano la speranza di Dio.

Per frenare l’emorragia, nel 2007 Benedetto XVI va in Brasile alla conferenza episcopale latinoamericana. Cristoforo Dominguez ne fa parte e dice: “Non è servito a niente. La fuga continua perché la Chiesa continua a commettere peccati di omissione”. Non rompe, nella pratica, le disuguaglianze parallele che angosciano il tessuto sociale latino: da una parte il pacchetto delle grandi famiglie (latifondisti, impresari, gerarchie politiche), dall’altra il 40 per cento della gente (230 milioni di persone) con problemi di sopravvivenza materiale e spirituale. Roma ha un debole per le borghesie devote all’Opus Dei o ai Legionari di Cristo, obbedienze chiuse nel privilegio della società “onori-affari”. Degli altri si era preoccupata la teologia della liberazione, i preti che condividevano gli stracci e che i teologi della tradizione non sopportavano. Papa Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger li hanno oscurati in una interminabile agonia della quale si stanno pentendo ma che ha lasciato un vuoto nel quale sono accorsi i luterani d’assalto. “Non chiamiamoli sette”, si arrabbiano Leonardo Boff e Carlo Alberto Libonio Cristo, detto Frei Betto, teologi brasiliani ai margini della chiesa ufficiale. “Sono cristiani che pretendono rispetto. Hanno riempito lo spazio abbandonato per decisione vaticana. Le sette stanno interpretando il post moderno con l’impegno di tener viva la spiritualità della gente. Senza di loro non ci sarebbe niente”.

Frei Betto, esponente della teologia della liberazione, aggiunge: “Non ci siamo adeguati all’evoluzione dei tempi: gerarchie e abitudini rigide, non troppo diverse dagli anni della colonia. Se un povero ha bisogno di parlare col suo prete deve prendere appuntamento una settimana prima. Incontro sospirato che magari trascura appena i dubbi che lo tormentano o l’angoscia di una crisi di lavoro o familiare sono superate. E comincia la lontananza. La luce delle case d’accoglienza di pentecostali ed evangelici è invece sempre accesa”. Volontari giorni e notte. Ascoltano, consolano insegnano a parlare “direttamente con Dio”. Chi soffre li ritrova sulla porta di casa. “Nelle metropoli il concetto organizzativo della parrocchia appartiene ad un altro secolo. La gente è cambiata. Vuol parlare e subito. Essere ascoltata quando ha bisogno. Troppo spesso Roma non se ne accorge”. Ma i cattolici devono sopportare altri conti. Per coprire le reti parrocchiali, il Brasile bisogno di 120 mila sacerdoti. Ne ha 17 mila anche se la conferenza dei suoi vescovi resta la più consistente del mondo cattolico: 352. Fra loro 60 conservatori, 80 progressisti, altri in evoluzione, come il cardinale Hummes. Era fra i papabili quando Ratzinger si è seduto sul trono di Giovanni Paolo II. Negli anni ’80 Humes faceva il vescovo di San Andres, grande San Paolo. Assieme a Lula sgomitava davanti ai cancelli delle fabbriche chiedendo ricompensa equa per i lavoratori. Adesso se ne scusa: “fervori di gioventù” ma non sono radici tagliate.

Assieme a Lula ha passato la notte di due Natali fa sotto il ponte di una favela, con gli ultimi del mondo. Ma se gli Hummes seguono i tempi, altre chiese latine si inchiodano al passato. Cardinale Madriaga in Honduras dalla parte del golpe militare che rovescia il governo democratico; chiesa cilena che implora il nuovo presidente Piñera di perdonare i militari che hanno violato i diritti umani. Tragedia del presente, che in Cile rievoca il disagio del passato quando il nunzio apostolico Sodano (diventato Segretario di Stato, ormai é a riposo) organizza l’apparizione di Giovanni Paolo II sul balcone della Moneda accanto a Pinochet. È stato il giorno della disperazione per milioni di cattolici contrari alla dittatura. Storie lontane che continuano, ma la differenza tra nuovi protestanti e Roma resta la struttura dell’organizzazione sociale.

La chiesa evangelica funziona come una micro-società: si riproduce ogni giorno. Con l’aiuto, va detto, di una comunicazione a volte grottesca. Spazi noleggiati in tv commerciali, 20 miracoli in diretta ogni ora. Pat Robertson dirigeva la quinta casa di produzione tv degli Stati Uniti ed è proprio egli Stati Uniti che il voto comincia a corteggiare i protestanti latini in esilio di lavoro. Una volta erano solo cattolici, adesso non più. Roma lo sa, chissà cosa farà.

www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/18/cattolici-in-picchiat...
benimussoo
00lunedì 13 settembre 2010 15:19
Re:

Mi stavo giusto chiedendo sulla frase da me evidenziato... ma perché ci si rendo conto soltanto ora del bisogno di evangelizzazione nella chiesa?
I fedeli se ne vanno per appartenere ad altre chiese... e zooom ... si pensa all'evangelizzazione...quando questa da SEMPRE deve essere
il compito primario della chiesa, ora ci pensano altri e solo allora ci si rende conto del proprio compito?

E poi mi stavo anche chiedendo...
..., ma possono esistere fedeli in una chiesa senza che questi siano stati prima evangelizzati?



Ciao , credo che ci sia un errore di fondo , vero che la chiesa ha i suoi predicatori , ma è anche vero che la predicazione dei Cattolici è diversa , il Cattolico , viene evangelizzato andando a Messa , negli incontri Liturgici , nei Luoghi di Culto (esempio Mariani) negli incontri di studio della Bibbia ecc.ecc..

Secondo me no , perchè la mia appartenenza alla Religione implica comunque un attenersi ai dettami della stessa e alla partecipazione completa


Cristianalibera
00lunedì 13 settembre 2010 17:20
Re: Re:
benimussoo, 13/09/2010 15.19:




Ciao , credo che ci sia un errore di fondo , vero che la chiesa ha i suoi predicatori , ma è anche vero che la predicazione dei Cattolici è diversa , il Cattolico , viene evangelizzato andando a Messa , negli incontri Liturgici , nei Luoghi di Culto (esempio Mariani) negli incontri di studio della Bibbia ecc.ecc..



Hmmm... e come credi che la chiesa adesso si impegnerà attraverso una nuova evangelizzazione?
Cosa farà esattamente?

benimussoo, 13/09/2010 15.19:


Secondo me no , perchè la mia appartenenza alla Religione implica comunque un attenersi ai dettami della stessa e alla partecipazione completa





Appunto, come spiegare allora che gente battezzata e cresimata 9 su 10 non sanno cos'è l'immacolata concezione e perché Lo Spirito Santo non procede solo dal padre ( cosa che si confessa la domenica solennemente nel credo) oltre essere tanto spinto di andarsene dalla cc per seguire le chiese evangelici pentecostali?
E' ovvio che queste chiese offrino al credente qualcosa in più, ti pare?



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