CALCIO: PREFETTO SERRA, OBIETTIVO TOGLIERE AGENTI DA STADI

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webcop
00mercoledì 27 aprile 2005 15:29
CALCIO: PREFETTO SERRA, OBIETTIVO TOGLIERE AGENTI DA STADI
ROMA - ''L'obiettivo finale, nel tempo, e' quello di togliere le forze dell'ordine da dentro lo stadio''. E' questa una delle proposte discusse stamani nel corso della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Roma, dedicata alla violenza degli stadi, illustrata dal prefetto Achille Serra.
Serra ha incontrato la stampa a conclusione della riunione insieme ai responsabili delle forze di polizia, il questore Marcello Fulvi e i comandanti provinciali dei carabinieri, colonnello Riccardo Amato, e della Guardia di Finanza, colonnello Giuseppe Zafarana, e del presidente della Lazio, Claudio Lotito e del dirigente della Roma, Daniela Prade'. Secondo il prefetto di Roma, ''se i gruppi di mascalzoni vanno allo stadio per creare violenza, soprattutto nei confronti delle forze dell'ordine (''in molti casi - ha detto - l'avversario e' il poliziotto o il carabiniere'') allora l'obiettivo dev'essere quello di togliere le forze dell'ordine da dentro lo stadio e lasciarle all'esterno come avviene in Inghilterra''.
''Naturalmente - ha aggiunto - questo si puo' fare se dentro lo stadio c'e' personale di controllo, delle societa' sportive, in costante contatto con le forze dell'ordine. Personale - ha aggiunto - che deve essere numeroso e attrezzato per questo tipo di attivita''. Nel corso della riunione del comitato, al quale erano presenti anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Domenico Riccio e l'ad di Coni Servizi Spa, proprietaria dello stadio Olimpico, Raffaele Pagnozzi, si e' parlato naturalmente anche dei costi della sicurezza. La sicurezza negli stadi ''ha un costo - ha ricordato il prefetto Serra - ma se questa non puo' essere garantita, se vi sono scontri o cartelloni con scritte che nulla hanno a che vedere con la societa' civile, non puo' che essere usato lo strumento giusto sollecitato dal ministro dell'Interno: sara' il questore dunque, in caso di scontri, a valutare se interrompere una partita o non farla iniziare per nulla''. Ma se la sicurezza costa, ancora piu' alti sono i danni economici che la violenza negli stadi provoca. ''E' giusto - ha ribadito il prefetto - che tutti si mobilitino perche' la sicurezza sia garantita''.


Massì, privatizziamo la sicurezza. Siccome negli stadi gli ultras non sopportano la presenza della polizia e i poliziotti finiscono per farne le spese, e le società non possono permettersi il lusso di entrare in conflitto con le frange estreme degli ultras, mandiamo fuori i poliziotti e "attrezziamo" (come ? con quali strumenti legislativi ? qualifiche di p.g. e di p.s. magari ? e con quali "attrezzature" tecnico-operative ?) un corpo privato che all'interno dello stadio gestisca l'ordine pubblico.
Già me l'immagino, i servizi di sicurezza privata all'interno dello stadio in mano ai gruppi di ultras, quelli più "forti", naturalmente, che mica si rassegneranno a farsi sfuggire questo bel business).
E fuori i poliziotti, coi funzionari ad attendere un'eventuale richiesta/ordine di intervento.
Già mi immagino le polemiche ai primi scontri: "Colpa vostra che siete arrivati tardi". "No, colpa vostra che ci avete chiamato in ritardo, quando la situazione era ormai degenerata", e via dibattiti e polemiche per stabilire se, come e quando la forza pubblica può intervenire, in che modo e fino a che punto.
E quando poi certi ultras non vorranno più la polizia nemmeno nei pressi dello stadio, via ad un'altro corpo di vigilanza privato nelle aree intorno, sempre in stretto contatto con la polizia, ovviamente, che nel frattempo è meno a contatto con quelli all'interno, e così via.
L'Inghilterra, un mito che ritorna sempre nelle questioni di O.P. connesse alle manifestazioni sportive, il calcio soprattutto.
Ma in Inghilterra, come tutti ben sanno, gli stadi sono di proprietà delle società che così possono stabilire determinate regole di comportamento e in caso di inosservanza riservarsi di espellere e negare l'accesso ai clienti/spettatori attraverso l'opera anche degli steward che, però, non sono "attrezzati" nè titolati per gestire situazioni afferenti l'ordine pubblico.
E prima di giungere a ciò, vi è stata un'opera incisiva e determinata per rendere gli stadi zona offlimits per i violenti, con norme di legge che vengono applicate e rispettate senza deroghe.
In Italia cominceranno a fiorire istituti privati "specializzati" nella sicurezza negli stadi (proprio come avviene per la protezione e le scorte personali anche armate, vietate dalla legge ma di fatto ampiamente tollerate).
E la sicurezza sarà sempre più un business e sempre meno garantita. E lo Stato sempre meno presente e autorevole.
No. Non sono d'accordo. Proprio no. E lo dico da cittadino prima ancora che da poliziotto.
Cari colleghi, cominciamo a preparare il nostro futuro, nella sicurezza privata ci sarà sempre più spazio per la nostra professionalità, sicuramente anche sotto l'aspetto economico.
Può essere un'alternativa, no ?!:Sm7: :Sm7:



bluewall
00mercoledì 27 aprile 2005 20:22
Si si. Una bella migrazione in massa al privato. Le società pagheranno sicuramente meglio di questo Stato che sembra voler rinunciare a tutelarsi/ci in nome del Dio denaro.
Oggi via dagli stadi, domani via dalle strade. Poi via del tutto. Quando poi ci ritroveremo col c**o per terra, ci ricorderemo di aver bisogno di una maggiore presenza dello Stato che dovrà riprendersi il monopolio della forza.
Ma i denari in ballo, gli interessi saranno talmente tanti che sarà molto dura.
Si, ho dipinto uno scenario apocalittico, naturalmente. E' una provocazione (ma fino a un certo punto), per dire che secondo me è una direzione completamente sbagliata.
soldato.blu
00giovedì 28 aprile 2005 00:08
Io, in tutta sincerità, non sarei così contrario.
Seguire il modello inglese non sarebbe del tutto sbagliato a patto che si permetta alle società di calcio di avere impianti di proprietà.
A quel punto, caro presidente, l'interno te lo gestisci te e se succedono incidenti paghi di persona con squalifiche e mani sul portafoglio. Noi ci si occupa della sicurezza al di fuori dello stadio.
La cosa che però mi lascia perpleso è che, in un paese normale il discorso filerebbe logico, ma da noi si rischierebbe di proporre un bel pastrocchio all'italiana, credo.
webcop
00giovedì 28 aprile 2005 14:28
Forse non mi sono spiegato bene. Non sono contrario al cosiddetto modello inglese, ammesso che sia applicabile qui da noi per motivi di diversa natura.
In Inghilterra, infatti, gli stadi sono ormai alla stregia delle sale cinematografiche, nel senso che lo spettatore è un cliente e gli addetti alla "sala" hanno il compito di far rispettare le regole di comportamento all'interno stabilite dalla società.
In caso di turbative dell'ordine pubblico, interviene la polizia (su richiesta degli addetti, o di iniziativa).
Osservo che prima di passare a questo tipo di gestione, gli inglesi sono passati attraverso un periodo di lotta serrata e ferma al fenomeno degli hooligans (che era assai più violento di quello degli ultras italiani).
Se non fosse stato così, credi davvero che gli steward avrebbero potuto operare in quelle zone dello stadio con relativa tranquillità ? Non scherziamo. Ne sarebbero sopravvissuti pochissimi.
Qui, invece, mi sembra che si voglia precorrere i tempi, saltando a piè pari alla fase finale del progetto senza tenere conto che: gli stadi non sono di proprietà delle società e prima che lo diventino ci vorrà molto tempo (e non tutte potranno averne uno, perchè costano !). Le leggi attuali non consentono di escludere o impedire l'accesso agli impianti a chi ha acquistato un biglietto o abbonamento; può farlo solo il Questore con un preciso e specifico provvedimento motivato (D.a.spo.) che solitamente viene dopo una o più denunce per reati natura penale, e non per semplici comportamenti scorretti.
Provvedimenti che non di rado vengono annullati dalla magistratura amministrativa.
Insomma, alla fine, rischiamo di ritrovarci con gli istituti di vigilanza privata o chi per essi all'interno dello stadio, con persone mandate allo sbaraglio, un bel business per le stesse società e per quegli istituti ai quali, magari, verrà data in "appalto" questo incarico, senza però aver risolto niente di niente. Anzi, con ancora più confusione.
Come la vedi ? Ce li vedi i funzionari che dirigono il servizio di O.P. a dover brigare, poi, per aver ordinato ai Reparti di intervenire che l'indomani viene messo sulla graticola del "brocesso" et similia, con la complicità delle società stesse, perchè giudicheranno la decisione affrettata, inopportuna, esagerata, imprudente, incauta, sproporzionata, etc. ?
E no, mi dispiace. Io, per principio, sono contrario a qualsiasi forma di privatizzazione della sicurezza e dell'ordine pubblico.
E, ripeto, lo dico prima da cittadino che da poliziotto.


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