CAMPAGNA ELETTORALE? SLITTA APPELLO PROCESSO SME

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INES TABUSSO
00martedì 10 gennaio 2006 19:06
CORRIERE DELLA SERA
10 gennaio 2006
Sme, i giudici fanno slittare l’appello: niente udienze in campagna elettorale

PRIMO GRADO
Il processo di primo grado si è concluso il 10 dicembre 2004 con il proscioglimento per prescrizione di Silvio Berlusconi (nella foto, in aula il 5 maggio 2003 ) dalla corruzione del giudice Squillante
L’APPELLO
Nel giugno scorso, l’appello viene fissato per il 18 luglio, ma per errore senza attendere i termini di legge. Nel frattempo si è celebrato l’appello del processo per Previti e Squillante (condannati).
Ora la presidenza della seconda Corte d’Appello ha deciso di non fissare l’appello Sme di Berlusconi se non dopo le elezioni del 9 aprile


MILANO - Niente processo d’appello Sme in campagna elettorale. Non lo chiederà la difesa di Silvio Berlusconi, prosciolto ormai 13 mesi fa per prescrizione della corruzione del giudice Renato Squillante con 434 mila dollari nel 1991: il premier non ne avrà bisogno. È infatti la stessa presidenza della seconda Corte d’Appello di Milano ad aver deciso, di propria iniziativa, di non fissare l’inizio del processo di secondo grado se non dopo le elezioni politiche del 9 aprile. Anche a costo di sfiorare il gong definitivo del processo, che, a prescindere dagli effetti o meno delle attenuanti generiche (valse la prescrizione al premier, e negate invece da altri giudici al coimputato Cesare Previti condannato a 5 anni), vedrebbe comunque calare la prescrizione se entro la fine di quest’anno non si dovessero raggiungere le sentenze sia d’appello sia di Cassazione. Diventa così sempre più paradossale il destino del processo d’appello Sme, che inizialmente in giugno la medesima sezione della Corte aveva provato a fissare a velocità-record il 18 luglio scorso, in un periodo nel quale Previti spingeva per la riunione dell’appello Sme/Berlusconi all’altro appello allora in corso, lo Sme/Previti. La messa in calendario dell’appello di Berlusconi, però, era stata talmente rapida da far dimenticare che non fossero ancora scaduti tutti i termini di legge previsti per l’eventuale ricorso della Procura generale. E quando la circostanza era stata fatta rilevare dal pg Piero de Petris, la Corte d’Appello aveva dovuto restituire gli atti alla cancelleria del Tribunale per completare le procedure.
A quel punto il processo d’appello di Previti era ormai partito, e per la sezione - spiega il presidente Alfonso Marra - non sarebbe stato sostenibile (pena la paralisi) impegnare un secondo collegio di altri tre giudici in un contemporaneo dibattimento di questo peso. Ora (o meglio il 2 dicembre scorso) l’appello Sme/Previti si è concluso, ma taluni tempi tecnici (un lasso di 60 giorni legato alle notifiche vie Poste) farebbero cadere la fissazione dell’appello Sme/Berlusconi proprio in campagna elettorale. Eventualità che la Corte non ritiene opportuna.
Il processo Sme iniziò in Tribunale per tutti gli imputati l’8 marzo 2000, ma solo per il premier (nel semestre della presidenza italiana dell’Unione Europea) fu prima stralciato il 16 maggio per i «legittimi impedimenti istituzionali» di Berlusconi e poi sospeso il 30 giugno 2003 dalla legge Schifani (poi bocciata come incostituzionale dalla Consulta). Ricominciò da capo il 16 aprile 2004 e andò a sentenza il 10 dicembre 2004, ma davanti a tre nuovi giudici al posto di quelli iniziali, divenuti «incompatibili» a giudicare Berlusconi proprio per avere nel frattempo già sentenziato nel novembre 2003 sui coimputati (condannati) Previti e Squillante. In mezzo, cinque cambi di legge (rogatorie, falso in bilancio, patteggiamento allargato, legittimo sospetto, immunità alle cariche istituzionali), due no della Cassazione a Sezioni Unite alle richieste degli imputati di portar via da Milano i processi, due pronunce alla Corte Costituzionale, tre fallite ricusazioni di giudici, due azioni ministeriali (un’ispezione e un intervento sulla permanenza in collegio del giudice Brambilla), e due inchieste penali a Brescia e Perugia concluse con l’archiviazione delle accuse lì mosse da Berlusconi e Previti ai pm milanesi.

L. Fer.
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