CASO MILLS / BERLUSCONI: LA DIFESA CHIEDE TEMPO

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INES TABUSSO
00martedì 7 marzo 2006 23:37
CORRIERE DELLA SERA
7 marzo 2006
Memoria degli avvocati del Cavaliere alla procura di Milano. I termini scadono oggi, rischio di prescrizione
Mediaset, la difesa del premier chiede tempo
I legali: ancora due mesi per interrogare di nuovo Mills. Berlusconi: giuro che non so niente

MILANO - Il fax arriva in una Procura ormai semideserta nel tardo pomeriggio di ieri. Sei pagine con le quali gli avvocati difensori di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, chiedono ai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo di non chiudere prima di altri due mesi - i termini scadono oggi - l'inchiesta sui 600 mila dollari ricevuti nel 1997 dall'avvocato inglese David Mills. Soldi che, secondo la prospettazione dell'accusa, sarebbero il pagamento ottenuto dal legale inglese per aver «protetto» Silvio Berlusconi e la Fininvest in due testimonianze a Milano. Spediti, secondo i magistrati, dal manager Fininvest Carlo Bernasconi (poi defunto), dopo un giro tortuoso che passa per la banca Mees Pierson delle Bahamas, i soldi arrivano a Mills in Svizzera compresi nella somma di 2.050.000 dollari proveniente da uno dei clienti dello stesso Mills, il finanziere Diego Attanasio. E in serata Berlusconi dichiara in tv a Telelombardia: «Ho giurato sui miei figli che non sapevo nulla di quei soldi del signor Mills (…) che non conoscevo. È una storia inventata e dimostra che ci sono giudici organici alla sinistra che inventano storie in periodo di elezioni». Interrogare di nuovo Mills e Attanasio, tradurre un elenco di 15 pagine di atti in inglese, trascrivere decine di nastri, scandagliare i movimenti bancari riferibili a Bernasconi, acquisire le intercettazioni telefoniche di Attanasio fatte dalla Procura di Salerno e soprattutto avviare una nuova rogatoria alle Bahamas sui movimenti legati al conto aperto nella Mees Pierson. Queste le richieste dei legali per avere, dicono, la possibilità materiale di svolgere al meglio il loro mandato professionale e valutare se chiedere che il premier sia interrogato. Gli avvocati ostentano sicurezza: «Silvio Berlusconi è così tranquillo della sua estraneità che ci ha invitato ad agevolare in qualsiasi modo le indagini», dichiara Ghedini.
Il punto chiave delle richieste è la rogatoria da cui, per la difesa, non può che emergere «l’assoluta inconsistenza delle accuse» perché «siamo certi - aggiunge Ghedini - che quei soldi non possono essere arrivati a Mills né dalla Fininvest né da Berlusconi». Per questo i legali già da ora annunciano che non si opporranno anche a qualsiasi atto investigativo alle Bahamas.
Vista la mole delle richieste 60 giorni potrebbero non bastare ad esaudirle. Ma lo spostamento, se accolto, avrebbe due effetti: il primo, allungare i tempi di un'inchiesta già in parte sul baratro della prescrizione; il secondo, spingere a dopo le elezioni un'eventuale richiesta di rinvio a giudizio per Berlusconi e Mills, accusati di corruzione in atti giudiziari. Accusa la cui eco ha varcato le frontiere per finire sui giornali inglesi perché, oltre a coinvolgere un famoso avvocato d’affari britannico, lambisce la moglie di questi che è ministro nel governo Blair.
«Quello che ci interessa prima di tutto è la rogatoria alle Bahamas. Tutti gli atti sono utili, ma questo è urgente», spiega Ghedini sicuro che i risultati «impediranno la richiesta di rinvio a giudizio». Ne è talmente convinto da sperare che alla Procura non servano più di un paio di settimane per chiudere la questione rogatoria. Così si arriverebbe alle elezioni con un successo giudiziario. «Per legge le banche devono conservare per 10 anni la documentazione. Non sarà difficile acquisire quella della Mees Pierson risalente al luglio 1997».
Per le stesse ragioni, i difensori del premier chiedono di approfondire ogni movimento bancario di Bernasconi tra il 1997 e il 1999 e interrogare di nuovo Attanasio. Per quanto riguarda sempre Attanasio, si chiede l’acquisizione delle intercettazioni telefoniche, dalle quali emergerebbero le conversazioni con Mills, e dei movimenti bancari contenuti nel fascicolo della Procura di Salerno che nel luglio ’97 lo fece arrestare in un’inchiesta per corruzione. «Mills - ha concluso Berlusconi - ha detto che mi ha visto una volta sola, ad Arcore, in mezzo a tanta gente. Io incontro migliaia di persone. A me hanno detto che è venuto ad Arcore: può essere che gli abbia stretto la mano ma non ho mai avuto rapporti di lavoro».

Giuseppe Guastella



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