Cassandra Crossing - di George P. Cosmatos, con R. Harris, S. Loren, A. Gardner

mister alpha
00lunedì 10 gennaio 2005 18:53

Titolo originale: The Cassandra crossing
Nazione: Germania Ovest / Italia / Gran Bretagna
Anno: 1976
Genere: Drammatico
Durata: 128'
Regia: George P. Cosmatos
Cast: Sophia Loren, Richard Harris, Martin Sheen, O.J. Simpson, Lionel Stander, Ann Turkel, Ingrid Thulin, Lee Strasberg, Ava Gardner, Burt Lancaster
Produzione: Associated General Films e Compagnia Cinematografica Champion
Distribuzione: Cecchi Gori
Trama:
Un gruppo di terroristi progetta un attentato in una eminente struttura ospedaliera dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, a Ginevra, ma tutto va storto: braccati dagli agenti della sicurezza, gli attentatori finiscono in una zona del complesso sanitario ad alto rischio biologico. Accidentalmente, alcuni di loro si contamineranno con dei microrganismi altamente patogeni, che il governo americano, in violazione di tutti i trattati internazionali, coltiva segretamente in tale sede.
Come se non bastasse, uno dei terroristi sfugge alla cattura e sale sul treno Ginevra - Stoccolma, cominciando a diffondere inconsapevolmente i bacilli del terribile e sconosciuto morbo tra i circa mille passeggeri, che inizieranno presto a loro volta ad accusare i primi sintomi della malattia. Mentre l'Intelligence americana ed il governo svizzero iniziano a muoversi, qualcuno a bordo del treno si accorge che il loro mezzo non effettua più le fermate previste…

E' questo il concitato e coinvolgente avvio di Cassandra Crossing, un "action movie" di parecchi anni fa, ma di buona fattura e sicuramente ancora appagante, nobilitato ed impreziosito da un cast di tutto rispetto, tra cui spiccano Richard Harris, il medico che a bordo del convoglio prende in mano la situazione, e Sophia Loren, nei panni della sua ex-moglie. Tutti calati nella parte gli attori di contorno, da Ava Gardner (che interpreta una "femme fatale" ormai abbastanza "stantia") ad O. J. Simpson (un prete un po' strano…); assai convincenti anche Ingrid Thulin nella parte del medico specialista che segue "da terra" l'evolversi della situazione, e Burt Lancaster, il colonnello americano che guida l'unità di crisi messa in campo con l'arduo compito di risolvere questo increscioso e delicatissimo caso.
Interessante, verosimile (trae spunto da un romanzo di R. Katz), ancora oggi attuale per molti versi; oltretutto incombe sull'intero film, cupo, lo spettro della "ragion di stato".
(Fonte:FilmUp.it e Cinemorfina.net)



Retroscena di Cassandra Crossing


di Roberto Venezia per Pagine70.com

Un cast d' eccezione nel colossal prodotto da Carlo Ponti e Lew Grade, per la regia di George Cosmatos: Sophia Loren, Richard Harris, Martin Sheen, O.J. Simpson,Lionel Stander, Ingrid Thulin, Lee Strasberg, Burt Lancaster, Ava Gardner,Alida Valli.
Protagonista del film girato nel 1976 dal regista di "Rambo 2" e Leviathan, e' il "Transcontinental Express", che collega Ginevra con Stoccolma.
Il tema delle armi batteriologiche, associato al timore della diffusione di un virus sconosciuto, condito infine, dal tentativo di nascondere la verità sugli esperimenti segreti, condotti dagli americani in un laboratorio, sono gli ingredienti per scatenare la tensione nello spettatore.
Il tutto, e' ambientato nell'affascinante atmosfera del treno: luogo dove per consuetudine, persone estranee si trovano a comunicare tra loro, incrociando nell'arco di un viaggio i propri destini.


Curiosità




Il film e' stato girato tra Italia (Paderno d'Adda), Francia (massiccio centrale) e Svizzera (Basilea e Ginevra).
Il ponte di Cassandra Crossing e' nella realtà un ponte sul fiume Adda, presso Paterno, grandioso (quanto solidissimo...) capolavoro di ingegneria dell'Ottocento.

Costruito tra il 1887 ed il 1889 dalla Società Nazionale delle Officine Savigliano su progetto dell'ingegnere svizzero Rothlisberger, è lungo 266 metri ed è percorso dalla ferrovia e dalla strada su piani sovrapposti.
Per esigenze di copione, il convoglio subisce durante il viaggio, alcune rocambolesche e improbabili metamorfosi, percepibili dall'occhio di un attento osservatore, soprattutto se è appassionato di ferrovie.

Il treno parte da Ginevra (in realta' la stazione e' quella di Basilea), trainato da un locomotore elettrico ma, quando nella sua corsa senza soste, viene raggiunto dall'elicottero dei servizi segreti, la locomotiva si trasforma "magicamente" a trazione Diesel (manca la linea aerea di alta tensione), per poi tornare elettrica durante il viaggio.

Durante la sosta a Norimberga, per sigillare i vagoni con pannelli saldati, allo scopo di evitare la fuga dei passeggeri, viene eseguito un reale cambio di trazione: ma il locomotore Diesel stavolta e'un mezzo da manovra, in grado di raggiungere una velocità massima irrisoria.

Inoltre, la medesima locomotiva, poco dopo la partenza e' "misteriosamente" ruotata di 180°.
Questa scena e' stata sicuramente girata in un sito ferroviario italiano, ma ambientata in Svizzera. Il materiale rotabile, infatti, non e' più elvetico (CFF-FFS), ma delle FS italiane, abilmente camuffato.

E' facilmente riconoscibile dalla inconfondibile fiancata, una locomotiva FS del gruppo E645 o E646 (tipica degli anni 70), il cui frontale e' stato modificato con pannelli scenografici per somigliare ad un mezzo di trazione svizzero.
Inoltre la palificazione della stazione, e' di tipo italiano.

Un' altro dettaglio interessante e' costituito dal fatto che la carrozza letti internazionale e' in realtà una carrozza BZ 50000 delle FS degli anni 60, abilmente verniciata in blu notte con scritte gialle, nella livrea caratteristica della CIWL (Compagnia Internazionale Wagons Lits) in voga negli anni 70.
Una vagone dello stesso tipo, ma verniciato di rosso, imita la carrozza ristorante svizzera presente alla partenza del treno da Ginevra.

Il paradosso di tutto il film (ma le finzioni vanno sempre guardate con un po' di fantasia), sta nel fatto che nella sua trama, i passeggeri sì "scervellano" per cercare di fermare il convoglio ed evitare il passaggio sul ponte pericolante, quando basterebbe tirare una delle numerose leve del freno di emergenza, inquadrate nel film stesso.
Infatti al vero, tale leva altro non e' che una valvola, che ha il compito di scaricare completamente l'aria compressa presente nella condotta principale dei freni, per "sfrenare" (e non per frenare come verrebbe spontaneo pensare) il convoglio.
Scaricando la pressione della condotta, attraverso l'apposita leva o con altri metodi facili da immaginare, il treno si arresterebbe in emergenza senza difficoltà, evitando invece di dover ricorrere alla pericolosa e devastante manovra effettuata nella scena della carrozza ristorante, per raggiungere lo stesso scopo.
In ogni caso, la scarsa velocità della locomotiva da manovra, consentirebbe ai passeggeri più atletici, di scendere tranquillamente dal convoglio, senza dover rischiare l'attraversamento del ponte pericolante.


Considerazioni finali.

Molti film del genere "catastrofico", necessitano di una buona dose di fantasia, senza la quale crollerebbe gran parte della trama. Non credo ad esempio, che sia possibile sopravvivere all'esplosione, di ben due camion di rifiuti tossici all'interno di un tunnel, com'e' accaduto a Sylvester Stallone in "Daylight ", dove sono omessi gli aspetti dei fumi velenosi e delle temperature che si sviluppano in simili circostanze.
Pur vantando un cast di attori da colossal, Cassandra Crossing, raggiunto a fatica, le attese di successo dei produttori.
Il film risente, della mancanza di spettacolarità mozzafiato, tipica dello stile americano: l'influenza della mentalità europea, infatti, tende a trasmettere sensazioni di claustrofobica angoscia, piuttosto che di adrenalinica suspence.
Cassandra Crossing e' in ogni caso un "cult movie" degli anni 70 che gli appassionati del genere "catastrofico", non possono trascurare.
Sicuramente un film degno di una videoteca da collezionista: ne e' prova il fatto che e' stato tradotto e distribuito in tutto il mondo, Giappone compreso.


*** In alto la locandina del film con la locomotiva camuffata da "svizzera": osservando bene la seconda immagine (foto maggiormente illuminata) e' possibile distinguere il profilo di finestrini piu' piccoli, dietro quelli del pannello posticcio, con la presenza del fregio svizzero, in sostituzione di quello FS, presente nella terza foto. Nell' ultima immagine la Locomotiva E 646 al vero negli anni 70: (nel film i dettagli possono essere carpiti più facilmente).


Per PAGINE 70:
Roberto Venezia


Guapix
00martedì 11 gennaio 2005 09:37
[SM=x520495] [SM=x520495] [SM=x520495] Il mondo è piccolo, questo sito non mi è nuovo e neanche l'autore dell'articolo [SM=x520495]
Ho visto il film parecchi annetti fa e mi è piaciuto parecchio.
Tidus forever
00martedì 11 gennaio 2005 12:38
Re:

Scritto da: mister alpha 10/01/2005 18.53
Il paradosso di tutto il film (ma le finzioni vanno sempre guardate con un po' di fantasia), sta nel fatto che nella sua trama, i passeggeri sì "scervellano" per cercare di fermare il convoglio ed evitare il passaggio sul ponte pericolante, quando basterebbe tirare una delle numerose leve del freno di emergenza, inquadrate nel film stesso.



E' la cosa che più fa sorridere: un treno corre a folle velocità, senza macchinisti, e nessuno che tiri un qualunque freno di emergenza! [SM=x520505] Questa reazione non la si può nemmeno spiegare con il panico, quando le persone reagiscono nei modi più assurdi o sono impietriti dall'orrore; nel film, infatti, ci sono momenti e pause che permetterebbero ai protagonisti di giungere, con freddezza, alla più ovvia delle conclusioni. Eppure, guardando questo thriller ad alta tensione (l'immagine del treno blindato e del ponte in disfacimento è altamente drammatica), nemmeno noi spettatori riusciamo a pensare che bisognerebbe agire su quel dannato freno! Strano, no? Il merito è della storia: il treno viene blindato perchè c'è un contagio virale mortale e il problema di fermare il treno è successivo; il contagio fa più paura dell'eventuale disastro ferroviario. Senza quel contagio il film affonderebbe ancora prima di cominciare, tanto è palese l'assurdità di incaponirsi con il distacco delle carrozze. Alla fine siamo tutti contenti, ma se poi lo analizziamo a mente fredda o qualcuno ce lo fa notare non possiamo non rimanere leggermente stupiti: "un freno di emergenza...??!!"

[SM=x520499]
Petgirl
00martedì 11 gennaio 2005 14:07
Effettivamente il film è sempliciotto, ma chi se ne frega! Si guarda sempre con piacere, c'è la giusta suspence, gli attori sono bravi... e il resto, cioè la fantasia, ce lo mettiamo noi[SM=x520488]
[SM=x520556]
walloz
00martedì 11 gennaio 2005 15:58
Re: Re:
Non ricordo benissimo, però mi sembra che nel treno non tutti i passeggeri (dopo la blindatura) fossero a conoscenza del reale pericolo cui andavano incontro. Solo il gruppo di Richard Harris sapeva che sulla loro strada c'era il ponte pericolante (grazie alla rivelazione del vecchio che vendeva taccanagli); tutti gli altri ne erano all'oscuro. O ricordo male? Cioè, è verosimile che la gente non abbia pensato a frenare il treno. Per quello che ne sapevano, stavano solo andando in un posto per la quarantena in Polonia. Una rogna, certo, quella del cambio di programma, ma, nella loro buona fede, necessaria.

Di fatto, il treno era stato blindato per evitare che la gente potesse uscire. Allo scopo di tenere tutti sotto controllo erano stati fatti salire a bordo anche dei soldati, che, armi in pugno, dovevano impedire ai passeggeri qualunque tentativo di "ribellione", che fosse una fuga o un bloccaggio del convoglio. I militari (Burt Lancaster) contavano proprio sul fatto che il ponte fosse pericolante e la linea completamente in disuso per far precipitare il treno dal ponte. Sacrificando tutto e tutti.

In ogni caso, non ricordo bene tutti i dettagli. Quando tornerò a casa avrò una buona scusa per riguardarlo con attenzione ! [SM=x520505]

[SM=x520497] [SM=x520499]





Scritto da: Tidus forever 11/01/2005 12.38


E' la cosa che più fa sorridere: un treno corre a folle velocità, senza macchinisti, e nessuno che tiri un qualunque freno di emergenza! [SM=x520505] Questa reazione non la si può nemmeno spiegare con il panico, quando le persone reagiscono nei modi più assurdi o sono impietriti dall'orrore; nel film, infatti, ci sono momenti e pause che permetterebbero ai protagonisti di giungere, con freddezza, alla più ovvia delle conclusioni. Eppure, guardando questo thriller ad alta tensione (l'immagine del treno blindato e del ponte in disfacimento è altamente drammatica), nemmeno noi spettatori riusciamo a pensare che bisognerebbe agire su quel dannato freno! Strano, no? Il merito è della storia: il treno viene blindato perchè c'è un contagio virale mortale e il problema di fermare il treno è successivo; il contagio fa più paura dell'eventuale disastro ferroviario. Senza quel contagio il film affonderebbe ancora prima di cominciare, tanto è palese l'assurdità di incaponirsi con il distacco delle carrozze. Alla fine siamo tutti contenti, ma se poi lo analizziamo a mente fredda o qualcuno ce lo fa notare non possiamo non rimanere leggermente stupiti: "un freno di emergenza...??!!"

[SM=x520499]

[Modificato da walloz 11/01/2005 16.00]

Tidus forever
00martedì 11 gennaio 2005 16:03
Re: Re: Re:

Scritto da: walloz 11/01/2005 15.58
Non ricordo benissimo, però mi sembra che nel treno non tutti i passeggeri (dopo la blindatura) fossero a conoscenza del reale pericolo cui andavano incontro. Solo il gruppo di Richard Harris sapeva che sulla loro strada c'era il ponte pericolante (grazie alla rivelazione del vecchio che vendeva taccanagli); tutti gli altri ne erano all'oscuro. O ricordo male? Cioè, è verosimile che la gente non abbia pensato a frenare il treno. Per quello che ne sapevano, stavano solo andando in un posto per la quarantena in Polonia. Una rogna, certo, quella del cambio di programma, ma, nella loro buona fede, necessaria.

Di fatto, il treno era stato blindato per evitare che la gente potesse uscire. Allo scopo di tenere tutti sotto controllo erano stati fatti salire a bordo anche dei soldati, che, armi in pugno, dovevano impedire ai passeggeri qualunque tentativo di "ribellione", che fosse una fuga o un bloccaggio del convoglio. I militari (Burt Lancaster) contavano proprio sul fatto che il ponte fosse pericolante e la linea completamente in disuso per far precipitare il treno dal ponte. Sacrificando tutto e tutti.

In ogni caso, non ricordo bene tutti i dettagli. Quando tornerò a casa avrò una buona scusa per riguardarlo con attenzione ! [SM=x520505]

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[Modificato da walloz 11/01/2005 16.00]




Infatti solo in pochi sapevano del disastro che li avrebbe attesi. Però, una volta liberati con la forza un paio di vagoni (come poi è avvenuto, e ne bastava solo uno!), potevano tirare tranquillamente quel dannato freno di emergenza. Oppure bastava anche soltanto il gesto repentino di una persona. Sacrificio per sacrificio....

[SM=x520499]

[Modificato da Tidus forever 11/01/2005 16.06]

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