Delusione nel primo secolo?

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MatriXRevolution
00domenica 10 dicembre 2006 14:31
Secondo voi, i cristiani del primo secolo rimasero delusi quando videro che il Signore non tornava come lui aveva promesso agli apostoli in varie occasioni:

1.Corinzi Cor1 15,23
23 Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo

2.Tessalonicesi Ts2 2,1
1 Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui,

2.Pietro Pt2 3,4
4 e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione".

2.Tessalonicesi Ts2 2,9
9 la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri,

Giacomo Gc 5,8
8 Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

Matteo Mt 24,27
27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.

Secondo voi si aspettavano un ritorno (seconda venuta) a breve termine oppure no?
flavio2157
00domenica 10 dicembre 2006 14:54
Il clima di attesa c'è sempre stato, sicuramente anche qualcuno si sarà deluso aspettando, ma le scritture davano tutte le indicazioni di un avvenimento futuro che sarebbe sucesso dopo determinate cose, per cui il cristiano fedele ha certezza che un giorno accadrà questo e non dubita affatto.
Un saluto carissimo da Flavio [SM=x570892]
35.angelo
00domenica 10 dicembre 2006 21:00
(Luca 24:20-21) ...i nostri capi sacerdoti e i nostri governanti lo hanno consegnato alla sentenza di morte e lo hanno messo al palo. 21 Ma noi speravamo che quest’[uomo] fosse colui che è destinato a liberare Israele; sì, e oltre a tutte queste cose, questo è il terzo giorno da che queste cose sono accadute...

[SM=x570865]
Trianello
00domenica 10 dicembre 2006 23:34
E’ evidente che i primi seguaci di Cristo si attendevano un Suo ritorno in tempi brevi, ma dalle fonti storiche non risulta che costoro, quando realizzarono che il ritorno del Signore non era da considerarsi così imminente, furono delusi dalla cosa. Non mi sembra che questo fatto abbia portato ad un numero elevato di "dissociati" all'interno della comunità cristiana, anche perché nessuno si era messo a calcolare date precise.

Ancora una volta, mi piace citare questo breve passo di Giovanni Crisostomo:


Che guadagno ne avremmo, dimmi, se conoscessimo il tempo della fine del mondo? Poniamo che sia tra vent'anni, tra trent'anni, tra cento anni: a noi che importa? Per ciascuno la fine del mondo non è forse il termine della sua vita? Perché ti dai tanto da fare e tanto ti travagli per la fine del mondo? Anche qui, come negli altri casi, trascuriamo ciò che ci riguarda e ci preoccupiamo dei fatti altrui; diciamo: Quel tale è impudico, è adultero; costui ha compiuto una rapina, ha trattato ingiustamente il prossimo. Delle sue cose nessuno tiene conto, ma cura assai di più tutto il resto. Così anche in questo caso: invece di preoccuparci per la nostra fine particolare, vogliamo sapere quando sarà la fine del mondo. Quale collegamento c'è fra le due cose? Se ti prepari bene alla tua fine, quell'altra non ti recherà certo danno. Sia lontana, sia vicina: ciò non ci riguarda affatto. E per questo il Cristo non ne ha voluto parlare, perché non è di utilità alcuna.



Giovanni Crisostomo, Omelie sulla prima lettera ai Tessalonicesi, 9, 1
MatriXRevolution
00lunedì 11 dicembre 2006 00:04
Re:

Scritto da: Trianello


Che guadagno ne avremmo, dimmi, se conoscessimo il tempo della fine del mondo? Poniamo che sia tra vent'anni, tra trent'anni, tra cento anni: a noi che importa? Per ciascuno la fine del mondo non è forse il termine della sua vita? Perché ti dai tanto da fare e tanto ti travagli per la fine del mondo? Anche qui, come negli altri casi, trascuriamo ciò che ci riguarda e ci preoccupiamo dei fatti altrui; diciamo: Quel tale è impudico, è adultero; costui ha compiuto una rapina, ha trattato ingiustamente il prossimo. Delle sue cose nessuno tiene conto, ma cura assai di più tutto il resto. Così anche in questo caso: invece di preoccuparci per la nostra fine particolare, vogliamo sapere quando sarà la fine del mondo. Quale collegamento c'è fra le due cose? Se ti prepari bene alla tua fine, quell'altra non ti recherà certo danno. Sia lontana, sia vicina: ciò non ci riguarda affatto. E per questo il Cristo non ne ha voluto parlare, perché non è di utilità alcuna.






Da questo riferimento mi sembra comunque di capire che la questione era dibattuta... [SM=x570872]
Trianello
00lunedì 11 dicembre 2006 00:34
Giovanni Crisostomo è un Padre della Chiesa del IV secolo.
All'epoca in cui egli scriveva erano diffuse varie eresie a carattere millenaristico, tra cui il Montanismo. E' ai fautori di tali dottrine devianti (molto simili, per certi versi, a quelle dei movimenti apocalittici di origine ottocentesca, come il Geovismo) che è destinata questa riflessione di Giovanni.
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