EDITH STEIN

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vanni-merlin
00domenica 25 marzo 2007 03:02
EDITH STEIN

(1891-1942)


Nata da una famiglia di commercianti ebrei, studiò filosofia a Gottinga con Husserl (il fondatore della corrente filosofica chiamata "fenomenologia", che anticiperà alcuni temi dell'esistenzialismo) e ne divenne assistente. Dopo aver letto la Vita di S.Teresa d'Avila, si convertì nel 1922 al cattolicesimo e nel 1934 si fece suora carmelitana. Nel 1942 fu deportata ad Auschwitz e qui morì poco dopo. E' stata proclamata "beata" nel 1987. L'originalità del pensiero filosofico di Edith Stein si nota già dalla sua tesi su Il problema dell'empatia (1917): per la Stein l'empatia è "l'esperienza di soggetti altri da noi e del loro vissuto". Essa va distinta sia dalla percezione che dal ricordo. Il cogliere l'esperienza altrui è un atto consustanziale, integrativo e correttivo della mia esperienza di me stesso e del mio mondo. L'esperienza della empatia non si attua solo al livello della coscienza ma anche a quello dello spirito, dove si è in grado di cogliere il mondo ideale ed i valori che sono alla base della vita spirituale di un altro. Nell'esperienza concreta l'empatia avviene mediante il "corpo vissuto" che funge da medium della percezione empatica, mentre nell'esperienza religiosa (e su questo la S. si astiene da ogni ulteriore osservazione), viene invece postulata la possibilità dell'esperienza di un Altro spirituale al di fuori della mediazione corporea.
La Stein si è anche distinta per i suoi molti scritti che trattano il tema della femminilità. Ella ritiene che il movimento femminista tedesco, con la Costituzione di Weimar, abbia raggiunto appieno tutti i suoi obiettivi. Le donne sono state poste su un completo piano di parità con gli uomini. La nuova realtà sociale richiede la difesa dei risultati conseguiti e la trasmissione, alle nuove generazioni, della memoria storica delle lotte femministe, ma anche un rinnovamento che deve coinvolgere anzitutto le donne cristiane. La donna ha una "realtà ontologica" pari e distinta da quella maschile. Una realtà che la donna deve esplorare e conoscere da se stessa in quanto la donna vista dalla donna non è la stessa che la donna vista dall'uomo. In ultimo , nei suoi scritti più chiaramente mistici, la S. ritiene che l'amore sia la forza motrice dello stesso pensiero. L'ardore dell'amore spinge il pensiero ad una penetrazione sempre più profonda dello spirito fino a giungere alla chiarezza della conoscenza. La libertà della persona umana è il grande mistero davanti a cui Dio stesso si arresta: egli desidera che le sue creature gli rispondano sotto forma di un libero dono d'amore.




da: www.linguaggioglobale.com/filosofia/donne/default.htm

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