Gavia, Mortirolo e rock n' roll (parte I)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
versosella
00martedì 28 giugno 2011 10:07
Domenica, in occasione della Gf Giordana, ho fatto per la prima volta Gavia e Mortirolo anch'io. Qui la prima puntata della saga dedicata (nei prossimi giorni le altre, devo far crescere le aspettative a livelli esponenziali).

Per chi ha voglia poi, ho una serie di domandine da fare (con annesso dibattito, se vi va, ovviamente):

- Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
- Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo [SM=g27988] )?
- Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?

PS: prima di rispondere, però leggete il mio racconto sul Gavia (segue puntanta sul Mortirolo a giorni). Così intanto vi fate un'idea della confusione mentale che ha smosso in me fare questi 2 mostri sacri, così diversi e quasi opposti tra loro.

Grazie a chi vorrà rispondere
pedra85
00martedì 28 giugno 2011 10:42
Il Mortirolo per me è la Salita, l' apoteosi della durezza che danno due ruote su pendenze ostiche che ogni tanto ti lasciano lo spazio per rifiatare, rovinandoti il ritmo.
E' bello, bellissimo, di una bellezza struggente data dalla gioia di arrivare in cima senza troppa fatica, oppure di arrivare in cima scoppiati ma vivi, in ogni caso la sua conquista da Mazzo rimane sempre un' impresa anche quando si sale a ritmi minimali di sopravvivenza.
Il panorama non è brutto, rapportato con l' importanza di esso è splendido, lo sguardo fugace tra tornanti e drittone ti fa capire che sali e parecchio, che qui non si va avanti, ma in alto!

taglia78
00martedì 28 giugno 2011 11:49
Non sono d'accordo con Pedra85. Io ho completato l'anello da Mazzo un paio di anni fa, facendo prima il Mortirolo e poi il Gavia.

Ho avuto la fortuna di affrontare il Gavia due giorni prima dell'apertura estiva, quindi niente traffico e un po' di neve sulla strada negli ultimi due chilometri.

A mio avviso è una salita che offre il compromesso migliore tra durezza (io l'ho sofferto più del Mortirolo, avendolo fatto da stanco), ed un panorama mozzafiato. Quindi, vince il Gavia a mani basse!

Il Mortirolo è una trovata per fare soffrire i pro e rendere il Giro più spettacolare, ma non mi ha certo entusiasmato. Certo, quando arrivi in cima sei orgoglioso di aver conquistato "Il Mortirolo", ma questo vale per tutte le salite, o quasi.
versosella
00martedì 28 giugno 2011 12:24
Ecco, interessante.
Allora dico la mia: a me non è piaciuto.
Se uno mi chiede: ti piace il Mortirolo? Non riesco a rispondere: sì, mi piace.
"Piacermi" non è il verbo giusto.
Preferisco rispondere: "sono riuscito a farlo".
Ma per me non è la risposta giusta da dare alla domanda "ti piace questa salita?".
Il Mortirolo è duro, molto duro. Soprattutto affrontato, come ho fatto io, dopo il Gavia e dopo 115 km e oltre 2000 m. di dislivello nelle gambe.
È affascinante. Questo sì. Ed è duro esattamente come lo dipingono.
Insomma "soddisfa".
Ma ad oggi, pur considerandomi scalatore per natura (faccio 56 kg in tutto, e se non salgo io non sale nessuno), continuo a preferire le salite lunghe che dal bosco poi si aprono sopra i 2000 m e in cui la fatica è quella del lungo viaggio per arrivare in vetta.
Le rampe di garage e le pendenze estreme non mi riempiono il cuore. E, con tutto il rispetto, cosa ci sia di bello sulla cima del MOrtirolo da vedere, francamente mi sfugge.
Ecco il Gavia dunque: dura al punto giusto, lunga al punto giusto (per essere perfetta ci aggiungerei qualche km ancora), alta al punto gisuto. Paesaggisticamente un'apoteosi della natura selvaggia e pre-umana. Il clima inospitale e into the wild della vetta. Ecco è una salita completa. E' "La montagna incantata" di Thomas Mann. Un luogo-non luogo. Salirla è come salire verso qualcosa di altro. Un'ascensione psicologica e mentale. Il Mortirolo no. E' solo fatica e vedere se ce la fai.
Soddisfano tutte e due. Ma in due modi completamente diversi. E di questi due io scelgo tutta la vita quello del Gavia.
Avanti il prossimo.
MirkoBL
00martedì 28 giugno 2011 15:06
Re:
versosella, 28/06/2011 10.07:


Per chi ha voglia poi, ho una serie di domandine da fare (con annesso dibattito, se vi va, ovviamente):

- Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
- Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo [SM=g27988] )?
- Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?






- Non lo so, non l'ho mai fatta! Gente che l'ha scalato mi ha detto che non vale tutta la fatica spesa, ma non posso esprimermi finché non l'avrò fatto di persona. Essendo una salita mitica, va fatta almeno una volta nella vita (forse... [SM=g27987] ).
- Panorami e lunghezza "giusta", Qui è soggettivo, perché ce ne sono di belle di 20 km e di belle di 2 al 15%; per me è bella una da 15-20 km, non esageratamente pendente; io prediligo quelle regolari, in cui prendere il mio ritmo.
- Passo Giau da Selva di Cadore. Poi Manghen dalla Valsugana e Grappa da Semonzo.
- Perché siamo masochisti. [SM=g27989]
pedra85
00martedì 28 giugno 2011 15:09
Dopo una fatica come quella del Mortirolo, anche Milano Rogoredo sarebbe un panorama discretamente carino. Ha dei bei spunti sull' alta Valtellina e sulle vette circostanti, ma il 90% è fortunatamente nel bosco e si vede poco, ma quel poco è ancora più soddisfacente dopo un 10,5% di media
Maxi_78
00martedì 28 giugno 2011 15:28
La salita più bella che ho mai fatto: non ho il minimo dubbio. Stelvio da Bormio.
Qualcuno storcerà il naso, per la scelta e per il versante, ma per me è così. Lo Stelvio è stato un sogno nel cassetto coltivato per anni, da quando ciclista alle prime armi e alle prime salite non mi ponevo neanche il problema di un traguardo così importante, tanto era lontano da me.

Ricordi lontani, dunque... è per questo che forse, quando l'anno scorso abbiamo affrontato con Pedra la tre giorni valtellinese, ho addirittura preferito il lato "meno famoso". I 48 tornanti di Prato sono belli e affascinanti uguali, di per sè stabilire una classifica è impossibile. Ma affrontandoli al pomeriggio, dopo aver fatto al mattino l'altro versante... si devono accontentare della piazza d'onore! Mica per altro, ma perchè sulla cima dello Stelvio ormai ci ero già salito!

Il giorno dopo Mortirolo+Gavia, altra giornata memorabile. Ben più faticosa, a mio modo di vedere. Ho fatto talmente tanta fatica sul Mortirolo, affrontato in maniera fin troppo... "allegra!" che del Gavia mi ricordo solo... le maledizioni che stavo tirando!

Ma non per questo, dico che il Mortirolo non è una delle mie salite preferite... È che secondo me il ciclismo non è quello, o almeno non è quello il lato che preferisco... Le pendenze estreme, francamente, le trovo una moda piuttosto moderna, e personalmente anche un po' noiosa.
Tutti ad aspettare l'arrivo sullo Zoncolan, la salita del Mortirolo...
No grazie, a me del ciclismo piace la distanza, la fuga da lontano, il sapere di avere l'obiettivo ben lontano da sé e doverlo raggiungere poco per volta.

Nel ciclismo moderno non c'è spazio per questo tipo di imprese? Benissimo, il ciclismo moderno non mi interessa. Infatto non lo guardo, o lo guardo molto poco.

Ritornando alle salite, comunque, non c'è che dire, la soddisfazione sul Mortirolo è stata comunque enorme. Certo che, se dovessi rifare una vacanza simile, Stelvio e Gavia non me li faccio mancare. Il versante di Mazzo, invece... mah, ne potrei anche fare a meno...

L'ho detto subito, a Pedra, una volta arrivato (...dopo 12 minuti rispetto a lui... [SM=g28000] [SM=g28000] [SM=g28000] ) in cima:

Quando si conoscono queste salite, sullo Stelvio ci si ritorna perchè è troppo bello... secondo me sul Mortirolo ci si ritorna perchè si arriva in cima talmente stanchi che non si è neanche lucidi abbastanza per ricordarsi la fatica che si è fatta! [SM=g27994]
SuperIannellus
00martedì 28 giugno 2011 16:06
1) Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
No, ma è difficile da conquistare, e questo la rende ambita. La strada in quota sopra il Mortirolo è molto bella.

- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
2) Panorami di sicuro, anche il modo della strada di inerpicarsi la rende bella. A volte anche l'essere immersa in un bosco rende una salita affascinante, non so se bella. Dipende dall'angolo con cui la si osserva. Non credo a una defizione unica.

Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo )?
Non lo so. Credo che lo Stelvio da Prato sia bellissimo. Molto spettacolare è anche il Tourmalet da ovest. Ma sono tante. Il Gavia per me è bello, il Galibier è bello, il Pordoi è bello. Il paesaggio in cima al Giau è unico. Insomma, non so scegliere. Alla fine amo il Grappa, ma per altri motivi.

Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?
Parlo per me: perché la fatica è appagante, perché ci si sente più a contatto con la natura, perché non è monotona, perché in estate è fresco, per la stessa ragione per cui vado a passeggiare in montagna e non in pianura.


versosella
00martedì 28 giugno 2011 16:34
Bellissimo dibattito!
Dico davvero: tante risposte, tutte in parte, anche per me condivisibili.
Mi piace quando superiannellus dice che anche una salita dura nel bosco può essere bella e affascinante (ma continuo a trovare imparagonabile il Gavia, come anche il Giau, parlando per me, al Mortirolo, nonostante questo), ma mi piace anche chi dice che la bellezza del ciclismo è la "distanza" il farla a passi fino ad arrivare in cima a dove non credevi.
In un certo senso mi piace di più, forse, una salita lunghissima, dalla pendenza regolare, a uno strappo secco da prova di forza. Pur avendo le caratteristiche fisiche più adatte a secondo.
Il Mortirolo l'ho fatto continuando a superare e a vedere tanta gente, sicuramente più allenata di me, ma per caratteristiche fisiche, costretta, su quel tipo di salita a fare il doppio della mia fatica. Li ho ammirati, sentendomi anche un po' in colpa. Io andavo su regolare, faticavo, ma andavo su chiaramente portandomi dietro dai 20 ai 30 kg di meno. Non è trascurabile.
Il Gavia mi ha talmente stregato che lo sogno di notte da domenica. Mi sento, mentalmente, ancora là. Una sensazione che non ho mai provato per nessun altra salita (Giau compreso, che forse al momento rimane il mio secondo passo in ordine di piacere/bellezza).

Ultima considerazione: è vero, la strada in costa dal Mortirolo a Trivigno e poi all'Aprica è meravigliosa. Quella sì ripaga alla grande la fatica fatta da Mazzo. Ma in pochi la fanno. La maggior parte credo scenda dall'altro versante. quella strada nel bosco e poi aperta sulla Val Camonica mi ha fatto pensare a tante cose domenica.

Ma in cuor mio vi dico ciò: da domenica è scattato qualcosa in me. Non mi sento, come ciclista, più come prima.

Chissà cosa è...
Jack.ciclista
00martedì 28 giugno 2011 16:42
Re:
1) Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
E' bella perchè impegnativa, perchè una volta in vetta la soddisfazione ripaga di tutta la fatica fatta

2) Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
Troppe variabili: direi varietà o particolarità dell'ambientazione, panorami verso il basso man mano che si sale, pendenze, lunghezza...

Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo )?
Come Mirko mi piacciono lunghe ed impegnative: Stelvio, Giau e Manghen soprattutto nella seconda parte. E come David adoro il Grappa (la mia prima vera conquista ciclistica)

Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?
Perchè in pianura è molto più difficile arrivare al proprio limite: oltre alle gambe ci vuole tantissima (troppa?) testa. In salita è più facile annaspare, arrivare al limite della frequenza cardiaca, sentire le gambe al limite dei crampi.


versosella
00martedì 28 giugno 2011 16:48
dunque dunque.
Intanto felice di sentire Giack!

E poi deduco una cosa: ma allora volete dirmi che lo Stelvio (devo correre a farlo..) è meglio del Gavia?
Detto questo: per me nella classifica ci sono:

1) Gavia (da Ponte)

2) Giau (da Selva)

3) Pordoi (da Canazei) a parimerito con Sella (stesso versante).

SuperIannellus
00martedì 28 giugno 2011 18:36
Re: Re:
Jack.ciclista, 28/06/2011 16.42:

1) Mirko mi piacciono lunghe ed impegnative: Stelvio, Giau e Manghen soprattutto nella seconda parte. E come David adoro il Grappa (la mia prima vera conquista ciclistica)



Quelle di Mirko son tutte belle e ci metto anche il Mangart e il Ventoux, di cui mi ero colpevolmente dimenticato, ma forse più lunare della luna stessa.

Il Gavia in alto è proprio bello, teme pochi confronti. Però dal rifugio non ho un ricordo di panorami come sul Giau, mentre ricordo che erano belli in salita (da Ponte di Legno). Dello Stelvio (da Prato) resta però più impressa nel ciclista la vista dei tornanti finali che, e sei già a 2000m, ti dicono che è ancora lunga. Solo il Rombo ti dà una simile sberla!


Effettivamente le variabili sono tante.

Ma, come direbbe il grande Patagonia, il Gavia è Rock o Blues?




CaSe63
00martedì 28 giugno 2011 19:31
Posso rispondere per quel che conosco: ho infatti un sacco di lacune (Pirenei, gran parte delle Dolomiti, Gavia e Mortirolo stessi, che per un milanese è una vera vergogna, Svizzera etc.).
Cosa si intende per bella salita: mah, forse un mix di tutte le cose che dici tu: durezza, panorami, lunghezza, sofferenza. Io forse aggiungerei quello che alcune salite hanno rappresentato nella storia del ciclismo. Nel complesso direi che devono trasmettermi delle emozioni.
Le mie preferite:

1)Izoard dalla Casse Deserte. Forse perchè è stata una delle mie prime conquiste alpine non posso scordare la marea di emozioni che ho provato durante la salita. Quando poi sono passato davanti alla stele che ricorda Coppi e Bobet... brrr che brividi!

2) direi a pari merito Galibier da Valloire e Mont Ventoux.

3) Colle dell'Agnello.

Perchè amo la salita? Perchè quando arrivi in cima hai comunque effettuato una conquista, piccola o grande che sia, ti è costata fatica e sudore e la soddisfazione è soltanto tua.
Ciao.
Sergio
versosella
00martedì 28 giugno 2011 20:54
il Gavia è rock.
PEr me almeno.
Insomma ve l'ho mentata troppo con sto Gavia: ma mi ha davvero conquistato come una donna. Sono innamorato cotto, come un dodicenne di fronte al primo paio di tette.
Che ci devo fare?

Ora seguirà il mio racconto sul Mortirolo, seguite il mio blog. Anche lì ne ho viste delle belle: incluso uno che mentre pedalava, per il caldo, la fatica e forse la disidratazione, mi è letteralmente svenuto davanti. Schivato per un pelo. Una scena impressionante: per fortuna non s'era fatto niente. Poi ho visto gente ferma sui tornanti, ove mi è stato sempre impossibile prenderli larghi e dunque recuperare: erano pieni di gente stravaccata e crollata. Sembrava davvero un girone dantesco. Arriverà il resonconto.

Molto semplice, ma molto vera e bella la constatazione di Sergio: una salita è bella quando e se ti dà emozioni. Ecco emozioni me le han date sia il Gavia che il Mortirolo. anche se molto, ma molto diverse.
walter.rancati
00martedì 28 giugno 2011 21:10
Va beh, dico la mia (dal mio piccolo)

Non ho fatto Mortirolo (non credo di averne l'allenamento) ne Gavia (vorrei farlo, devo trovare il tempo).

Non sono al vostro livello in fatto di performance nè di palmares in fatto di salite scalate.

Ma la salita per me "bella" per definizione deve avere un bel panorama (soprattutto in vetta), deve essere sinuosa (mi piacciono un sacco i tornanti) e regolare, senza pendenze esagerate (non ho grosse ambizioni).

Lunghezza? 15 - 20 Km
Di meno è poco soddisfacente (finisce subito), di più diverrebbe un calvario (sono troppo scarso).

Le mie preferite sono:
- Cainallo (da Bellano) per panorami (soprattutto con la neve) e valore affettivo
- Piani Resinelli (non per il panorama, ma per l'andamento sinuoso nel bosco)

Parere personale di chi ne ha fatte poche, sicuramente c'è di meglio.

Crazy Rider
00martedì 28 giugno 2011 21:13
Perché andiamo in salita?
Ma perché andiamo più piano!
Andando più piano possiamo pensare, possiamo guardare, ammirare il panorama, "sorprendere" una lepre o uno scoiattolo o un altro animale che non ci sente arrivare, e ogni tanto pensiamo alla soddisfazione che proveremo allo scollinamento.
E poi ci godiamo l'ebbrezza della meritata discesa che è un altro scopo del salire.
La pianura la voliamo, è una parentesi fra una salita e l'altra...
Certo, non sono tecnico, ma viste così tutte le salite sono belle!
ceemo
00martedì 28 giugno 2011 23:08
Bella discussione.

Sono grossomodo in linea con quanto scritto da SI; venendo alle domande:

Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
Non l'ho fatto in bici per ora penso però che sia una salita da fare almeno una volta nella vita. Detto questo non penso mi dia grandi emozioni, troppo dura per me ma soprattutto con panorami belli ma non eccezionali.

Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
Troppe variabili anche se in ordine di importanza metto: Panorami, limitata antropizzazione, traffico, lunghezza e a notevole distanza pendenze e storicità della salita. In generale però non amo le pendenze troppo spinte che non mi fanno guardare in giro mentre pedalo.
Poi la stessa salita può cambiare in base alle condizioni trovate: ho amato il Pordoi fatto all'alba con 1 macchina incontrata e l'ho odiato in un weekend afosissimo e trafficatissimo.

- Qual è la vostra salita preferita in assoluto?
Difficile rispondere, ne dico 3:
Giau, Dosso dei Galli, Grappa da semonzo
Perchè andiamo in salita?
Perchè la pianura è monotamente noiosa e la salita è l'opposto. Perchè amo guardare le cose dall'alto.
taglia78
00martedì 28 giugno 2011 23:12
Beh, c'è almeno una salita che ho fatto (ma ne esisteranno molte altre che non conosco), che combina in modo perfetto la bellezza del Gavia da Ponte alla durezza del Mortirolo.

Mannlichen.

Provare per credere. In più è (quasi) chiusa al traffico delle auto.
BED69
00mercoledì 29 giugno 2011 07:56
La mia risposta è molto in linea con quelle date dai miei conterranei Mirko, David e Jack, soprattutto per quel che riguarda le salite più belle a cui aggiungerei (anche se non lo mai fatta) quella del Nivolet, proprio perchè i panorami sono al primo posto nei miei valori per giudicare una bella salita, poi ci metto la strada intesa come suo procedere e come frequentazione. La durezza non rientra nei miei canoni principali per giudicare la bellezza di una salita; pendenza, fondo stradale, scarsità d'acqua ecc. sono caratteristiche che rendono certe salite imprese e che ti "riempiono" sportivamente parlando eche non possono mancare nel palmares del buon ciclista, ma la bellezza per me non fa rima necessariamente con durezza.

Rispondendo ai quesiti dunque:

1) NO

2) Giau da Selva, Grappa da Semonzo, Gavia, Manghen da Borgo, Nivolet

3) Per fuggire la monotonia della pianura, e per riempirci di soddisfazione (oltre che di acido lattico) nel raggiungere un obbiettivo sempre impegnativo

3 bis) Per poter fare le discese [SM=g27987]
Pedale Pazzo
00mercoledì 29 giugno 2011 10:40
Re:
versosella, 28/06/2011 10.07:


- Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?



- Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di scalarla, avendo poca possibilità di muovermi in macchina. Sulla carta però mi attizza molto.

versosella, 28/06/2011 10.07:


- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?


Ci deve essere il giusto mix di fattori, per me i più importanti sono:
1)la lunghezza (amo le salite lunghe, oltre i 15km)
2)le pendenze costanti (ne estreme ne falsopiani ma che non mollano mai)
3)un paesaggio vario (mi piace soprattutto un paesaggio aperto sulla vallata a inizio salita per poter guardare i paesi in valle sempre più lontani e rendermi conto di quanto sto salendo. Poi negli ultimi km amo le salite che si fanno selvaggie, arrampicandosi in boschi fitti prima dell'apertura finale sui prati in prossimità delle cime)
4) tante curve e tornanti, soffro psicologicamente i "rettoni" soprattutto quando non mi danno l'idea della pendenza
5) Più in generale, la salita è bella quando arrivando in cima provi soddisfazione e goia!


versosella, 28/06/2011 10.07:


- Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo [SM=g27988] )?



La salita a cui sono più affezionato è il Zugna: il panorama salendo purtroppo è brutto, ma quando si arriva in cima è molto bello. E' una delle prime salite affrontate in Mtb quando ho iniziato ad andare in bici. E poi basta che esco sul terrazzo e guardo dritto e me lo vedo sempre lì fermo a ricambiarmi lo sguardo.

La più bella invece è lo Stelvio da Prato, semplicemente tutto ciò che posso desiderare da una salita. Me lo sogno di notte, non vedo l'ora di rifarlo.
Poi il Manghen da Borgo.

nb. purtroppo causa poca possibilità di spostarmi la mia esperienza è limitata alle salite vicino casa.

versosella, 28/06/2011 10.07:


- Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?



Perchè siamo dei conquistatori. L'ascesa è lenta, faticosa e ci permette si assaporare la montagna e la natura e di conquistare la vetta poco alla volta, pedalata dopo pedalata. Quando poi si arriva in cima, ci si volta e si guarda in basso è sempre un momento emozionante.

-Emiliano-
00mercoledì 29 giugno 2011 11:30
Re:
versosella, 28/06/2011 10.07:

- Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?
- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?
- Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo [SM=g27988] )?
- Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?


1) Paesaggisticamente il Mortirolo non è una bella salita (meglio ancora: non ha niente di eccezionale; ci sono decine di salite ad essa paragonabili). Ha il "fascino del Mortirolo", che lo rende comunque un'ambita conquista. Niente di più.

2) Io considero le salite solo dal punto di vista paesaggistico/panoramico. Poi ovviamente la lunghezza, la pendenza e - soprattutto - il dislivello fanno la loro parte: una salita che ti impegna per oltre un'ora è ovviamente più appagante di uno strappo di 200m di dislivello...
Anche ovviamente l'andamento, i tornanti, i cambi di paesaggio sono affascinanti.
Ma tutto, ripeto, solo dal punto di vista paesaggistico.

3) Difficile dare solo un nome, specie ora che - grazie alla MTB - ho sperimentato veramente molto.
- sulle Dolomiti dico Sella;
- per quanto riguarda le "mitiche" dico Galibier e Stelvio;
- su asfalto, in assoluto: Susten, Nivolet e Mannlichen;
- sterrate carrozzabili: troppe! Mi vengono in mente Granon, Courba Dzeleuna, Cime Bianche, Breithorn, Kuhboden...

4) Preferisco la salita proprio per via dei panorami. La pianura, poi (diciamocelo!), è NOIOSA!!! Ieri ho fatto 40km di pianura col vento contro (certo: i primi 65km erano con 3000m di dislivello!...): CHEPPALLEEEE!!!

Emiliano
versosella
00mercoledì 29 giugno 2011 12:05
devo dire che emliano è quello cui mi avvicino di più.
Se avessi scoperto questo sport, prima di sposarmi e avere figli probabilmente avrei girato mezzo arco alpino come lui.

Sul mortirolo dico la mia:
l'ho fatto dopo il Gavia e nel contesto di una Granfondo. L'ho trovato molto duro. Ammetto: più di quanto immaginassi. E' veramente, veramente duro. Nulla di paragonabile a nessun altra salita "dura" che avessi fatto prima: la più dura, prima domenica, per me restava il Fedaia da Carprile. Dunque mi mancavano salite "estreme".
Venendo al dettaglio: i primi 3 km da Mazzo sono duri e traggono in inganno: non sono NIENTE, confronto a quel che aspetta dal 4°. Sono duri perché sono sempre sopra il 10% e ingannano perché ti illudono che sì, sarà dura, ma tutto sommato sotto controllo.
No, il Mortirolo non è mai sotto controllo. Dal 4 km in avanti io ho visto sul Garmin diverse volte il 20 e persino 23%. Almeno fino al 9° km. Non so se sia preciso o meno, ma tale è la pendenza che mi ha dato. In particolare c'è un km, forse il 5 che ha una pendenza media del 14%. Ad aumentare la fatica è stato il fatto che ad ogni tornante c'era gente stravolta e ferma a piedi o seduta. Dunque i tornanti dovevi farli nella parte interna. Non so se rendo l'idea.
Insomma quando sono arrivato al monumento di Pantani (brivido lungo la schiena a parte), ho pensato che ce l'avessi ormai fatta. Col cavolo. anche dopo arriva una rampa da paura.
La salita l'ho sentita mollare solo a un km dalla vetta. Per il resto l'ho fatta tutta in apnea, guardando per terra. In cima la soddisfazione è stata particolare: non avevo mai sofferto tanto per una salita e ce l'avevo fatta a farla. In diversi momenti ho accelerato di proposito spingendo più che potevo solo per "andare oltre". Ho fatto persino fatica a capire quando e dove prendere la borraccia per bere. Insomma, me lo son sudato per bene sto mortirolo.
Credo comunque che affrontarlo la mattina, magari al fresco, con una decina di km nelle gambe, sia un'altra cosa.
ad ogni modo l'anello Gavia Mortirolo è stupendo. Nel complesso, forse, il più appagante che ho fatto. Da domenica non penso ad altro. Fatico a lavorare. Vorrei essere ancora in cima al Gavia, dove le preoccupazioni e lo stress come per magia svaniscono. Portatemi via.

-Emiliano-
00mercoledì 29 giugno 2011 18:44
Re:
taglia78, 28/06/2011 23.12:

Beh, c'è almeno una salita che ho fatto (ma ne esisteranno molte altre che non conosco), che combina in modo perfetto la bellezza del Gavia da Ponte alla durezza del Mortirolo.

Mannlichen.

Provare per credere. In più è (quasi) chiusa al traffico delle auto.


Scusa: questa non l'avevo letta.
Marco: tu si che ne capisci, di salite! [SM=g27988]

Scherzi a parte, se puoi, la prossima volta munisciti di MTB e punta all'accoppiata Grosse e Kleine Scheidegg: quest'ultima - incredibile a dirsi - è ancora meglio di Mannlichen. Ieri mi sei proprio venuto in mente... specie se poi ti spingi ancora più a monte fino alla Eigergletscher Station (2320m slm).
Che spettacolo! [SM=g27998]
A poche decine di metri dall'inizio della temutissima parete nord dell'Eiger... [SM=g27998]

Emiliano
christianR77
00mercoledì 29 giugno 2011 20:25
Taglia78, senza averla fatta sapevo di che salita parlavi senza leggerne il nome, tra l'altro non so se e' un caso se proprio l'altimetria del mostro svizzero sia stata catalogata come numero 10000 del database... tra quelle che non ho mai scalato e' quella che mi intriga di piu', ma per farla dal versante dell'altimetria mi sa che ci vogliono doti superiori alle mie...

Quanto alle domande, provo a rispondere anche io, anche se e' difficile:


- Domanda delle domande: ma secondo voi, alla fin fine perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura?

Comincio da questa: la risposta nel mio caso non c'e'. La ho sempre vissuta come una pulsione istintiva divenuta manifesta il 5 giugno 94 quando, per caso, ho guardato la tappa del mortirolo, rimanendo folgorato.
Pero' questa pulsione esiste solo per la salita, su qualsiasi altro percorso si capovolge, percorrendo quest'anno un tratto di 50 km di fila in pianura (da nago a caprino veronese) sono quasi arrivato alla conclusione che andare in bici in realta' non mi piace [SM=g27987] , volevo prendre il pullman, non ne potevo piu'.
Il motivo non me lo chiedo, e' cosi' e basta, cosi' come non mi chiedo nemmeno perche' mi venga naturale girovagare continuamente per l'arco alpino in maniera quasi maniacale, quando saro' stufo evitero' le trasfertone e andra' bene lo stesso.

- Cosa si intende per "bella salita": panorami? durezza estrema delle pendenze? Lunghezza? sofferenza? Altro?

All'inizio era la sfida a stuzzicarmi di piu', ora la componente piu' importante e' il paesaggio, ma non e' l'unica, e' un insieme di cose, comunque sia il fascino della rampa impossibile (per me) dove lo sforzo si sente in quasi tutto il corpo, dove le braccia, non allenate come le gambe, cedono per prime ancora mi affascina.

- Ma è il Mortirolo, per voi, è una bella salita?

il mortirolo e' solo la congiunzione dei vari versanti del col carette! La prossima volta non perdetevi questa abbastanza facile deviazione, il contrasto tra l'inferno immerso nel bosco e il paesaggio brullo del finale da un tono ben diverso a tutta l'ascesa donandole una bellezza che non deriva piu' soltanto da cio che rappresenta nella storia del ciclismo.
Per me e' stato uno dei primi grandi obbiettivi proprio perche' li si sono compiute le gesta che mi hanno rivelato la mia inclinazione per questo sport, la prima salita veramente dura conquistata, con uno sforzo immane.
Paesaggisticamente, preso a se stante, non mi piace molto, e' una strada nel bosco, poco panoramica, dal punto di vista della sfida ho provato successivamente ben altri sforzi(personalmente ho trovato decisamente piu' duri perlomeno zoncolan da ovaro e priola, punta veleno, bocca di forca, angliru, colle del lys, alpe aleccio) ridimensionandolo anche da questo punto di vista, certo dopo il gavia il discorso cambia. Rimane il fatto che e' pur sempre il mortirolo, ma se devo sciegliere con il gavia scelgo quest'ultimo sicuramente.

- Qual è la vostra salita preferita in assoluto (La più bella che avete fatto e che non vi stanchereste mai di rifare, per nico la Valcava, lo sappiamo )?

La domanda piu' difficile, diciamo che se devo dire un nome vado su un grande classico: il nivolet.

Pero' i nomi sarebbero tanti provo a spararne alcuni, sapendo che se riscrivessi tra 15 minuti cambierebbero:

Valle d'aosta: pre de pascal, chiedere anche a Emiliano per conferme.
Piemonte: Oltre al nivolet, fauniera da demonte, colle delle finestre...fatto in bdc lo sterrato ha un certo fascino.
Lombardia: venini da osteno via alpe di ponna.
Prealpi venete: toraro da barcarola.
Dolomiti: Fedaia per i serrai, sella da ponte gardena,rolle da fiera di primiero, tre cime di lavaredo da auronzo di cadore(forse la mia prefrita tra le dolomitiche).
Svizzera: Oberaar see(probabilmente questa si giocherebbe il secondo gradino con pre de pascal), susten da amsteg, bernina da poschiavo
Austria: grossglockner forse non all'altezza come panorami delle altre citate ma 1500 metri di dislivello al 10 di media in mezzo a un semicerchio di vette over 3000 con finale oltre i 2500 su una stradina in pave aggrappata ad uno sperone di roccia ha il suo perche'.
Francia: Galibier,izoard da guillestre, col de champ, col de sarenne dal versante opposto all'alpe d'huez, couillole dalle gorges du cian.
Appennini: passo del vestito, anche questa in una ipotetica classifica sarebbe da top five.

Queste senza pensarci troppo sono quelle che mi sono venute in mente sul momento.

ciao ciao, bella discussione!
versosella
00giovedì 30 giugno 2011 11:35
Molto bello sì il dibattito.
Ora mi sta facendo riordinare le idee per scrivere il pezzo sul Mortirolo.

Io dico che poi c'è una grossa componente che trascuriamo, nelle salite che facciamo:
quella affettiva.
Ci sono salite che conosciamo palmo a palmo e che quando facciamo ci rilassano. E sono molto belle. Io ne ho due: Navazzo, da Gargnano. Pendenze risibili, lunghezza anche. Eppure mi dà sempre qualcosa. L'avrò fatta 50 o 60 volte. E' sotto casa e dentro ci sono tutti i imei ricordi di bambino, di quando la facevo in auto o a piedi.
C'è una massima di Merckx che dice: "Fai una strada in auto e ti fai un'idea, la rifai in bici e cambi quell'idea". Ecco le salite che ho amato affettivamente di più sono proprio quelle che ho fatto magari per una vita in auto e poi, scoperta la bicicletta, ho rifatto e rifaccio ora solo in bicicletta.
L'altra salita cui sono legatissimo affettivamente è Il Santuario di Montallegro da Rapallo, in Liguria. Sono 10 km e 600 m. di dislivello, facile, costante e regolare. In cima senti spesso la messa che esce dal santuario e ci arriva anche una piccola funivia. C'è un bar che fa delle torte di mele spettacolari: d'estate parto alle 6 e vado lì solo per far colazione. In bici ovviamente.
Perché amo (questa la parola giusta) questa salita? Perché la prima volta che l'ho fatta, è stata anche la prima salita che ho fatto, senza praticamente nessun km nelle gambe. Ho messo piede a terra 3 volte. L'ultima a 1 km, senza saperlo, dalla vetta. E sono tornato deluso indietro. Ho giurato vendetta.
E non ho più smesso...

Oggi provo "affetto" per queste salite.

Dunque, abbiamo trovato una nuova categoria per scegliere una salita: l'affetto.

E voi quali sono le salite per cui provate affetto?

-Emiliano-
00giovedì 30 giugno 2011 11:53
Re:
versosella, 30/06/2011 11.35:

E voi quali sono le salite per cui provate affetto?


Ovviamente le prime: Brunate e Cornizzolo, per quanto mi riguarda.

Inoltre sono affettivamente legato a salite valdostane che ho visto per la prima volta quando andavo in vacanza con l'Oratorio e che poi (dopo quasi 20 anni!... [SM=g28000] ) ho rifatto in bici: Nivolet, Valsavarenche, Cervinia.

Emiliano
fricius
00giovedì 30 giugno 2011 13:41
Superga, per le domestiche,

Agnello, Iseran e Nivolet per i grandi panorami, uniti alle grandi imprese e fatiche. [SM=g27985]
SuperIannellus
00giovedì 30 giugno 2011 14:22
Grappa da Romano d'Ezzelino, senza dubbio
Resta_in_sella
00giovedì 30 giugno 2011 14:29
Mah, prima di tutto devo dirti che non risponderò alla tua terza domanda neanche sotto moderata tortura. Odio questo tipo di classifiche e le trovo inutili. Però capisco che anche quella l’hai messa lì per stanarci, per far affiorare i veri motivi che ci fanno pedalare contro la gravità. Ecco, la vera questione è questa, secondo me, tirare fuori quella scala di valori che ci portiamo dentro e che spesso è molto diversa dall’uno all’altro nonostante la passione comune. C’è una forte componente soggettiva, che comprende l’imprinting delle prime esperienze giovanili, la disposizione alla competizione piuttosto che alla contemplazione, alla socialità piuttosto che alla meditazione.

Ma andiamo con ordine. Dunque, i passi valtellinesi. Li ho frequentati a lungo, ci sono tornato l’anno scorso dopo un’assenza di anni e sono andato a “trovarli” - come dice dice Grigua del Faiallo. Non posso che condividere appieno le tue impressioni sia sul Gavia che sul Mortirolo. Magnifico, mitico, emozionante il primo (da entrambi i versanti, aggiungo); sfidante, ostico e “chiuso” il secondo (concordo però che la successiva cavalcata sul crinale fino al Monte Padrio e a Trivigno lo riscatta da questa immagine).

E mo’ la mia scala di valori. Qui viene il difficile. Direi:
- La varietà, intesa come cambiamento progressivo di ambienti e di panorami man mano che si sale.
.- La “forza” che si sente nell’ambiente naturale, che non dipende sempre dall’assenza di intervento umano: molti ambienti sono stati plasmati nei secoli e oggi ammiriamo il risultato finale di immani sforzi.
- La sorpresa, dovuta a passaggi particolari fra le rocce o in luoghi strani e suggestivi.
- La storia che è passata da quei luoghi, e le imprese sportive che vi si sono svolte.
- Le nostre esperienze personali legate a quella particolare strada, insomma l’”affetto” di cui tu parli.

Per quanto riguarda la domanda delle domande, perché andiamo in salita e rifuggiamo la pianura, mi dichiaro apertamente eretico: io la pianura non la rifuggo affatto, rifuggo solo le strade troppo trafficate; spesso faccio giri con partenza da casa dove 100 km sono in piano e solo 50 in su e giù. Di spirito sono cicloviaggiatore, quindi la bici per me è un modo più efficace per conoscere i luoghi, di qualsiasi genere siano

Ciao!

Ezio

pala69
00giovedì 30 giugno 2011 14:46
Perche mi piace andare in salita?
Fin da quando avevo 6 anni ho sempre amato la montagna più di ogni altra cosa. Per me lo sport è sempre stato salire e scendere le montagne. Prima a piedi, poi con gli sci, poi scalando pareti rocciose verticali e muri di ghiaccio ed infine in questi ultimi 2-3 anni salendo con la bici.
Per me la bici non è un fine ma un mezzo per salire. Se sono costretto a fare molti km in pianura è soltanto perchè ci abito e devo fare allenamento, ma se non potessi più andare in montagna probabilmente smetterei anche di andare in bici.

Meglio Gavia o Mortirolo?

Ogni anno soggiorno in estate circa 20gg al passo Aprica. Delle decine di salite al passo Mortirolo soltanto 4 volte ho fatto la salita da Mazzo: praticamente soltanto 1 volta all'anno per verificare lo stato di forma. Al di là del mito (più mitizzata che mitica) è effettivamente una salita faticosa e poco remunerativa. Preferisco la salita da Grosio perchè è più varia. In più in zona ci sono altre salite altrettanto dure ma sconosciute che faccio molto più spesso. Non ho dubbi sicuramente molto meglio il Gavia sia da Ponte che da Bormio. Ma non da meno la salita dal passo Aprica al col Carette passando per il Mortirolo: più che una vera salita una lunga traversata in quota (36km) estremamente varia e dai panorami mozzafiato.

Quali salite amo di più?
Parlo di amore personale più legato ad esperienze personali che a valutazioni oggettive.
1) La salita da Caldonazzo al passo Vezzena (chiamata anche Menador) la mia prima vera salita fatta in bici quando ancora era sterrata.
2) La salita da Avio al rifugio Graziani: pendenza perfetta, molti tornanti, panorama che si apre sempre di più.
3) Percorso Aprica-col Carette. In questi 36km c'è praticamente tutto: salita fino al 15%, tratti di pianura e contropendenze, tornanti e drittoni, bosco, prati ed anche rocce. Ma soprattutto panorami sempre diversi sia sulla val Camonica che sulla Valtellina e traffico scarsissimo.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:54.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com