Il treno per il Darjeeling e Wes Anderson in generale.

marcodead
00venerdì 16 maggio 2008 00:15
Appena finito di vedere.
Mi esprimerò solo dopo la terza visione,cosa che andrebbe fatta per tutti i film di Wes.
Ora come ora,mi sembra leggermente sotto tono rispetto alla Meravigliosa Triade (Rushmore-Tennenbaum-Le Avventure Acquatiche Di Steve Zissou),ma come detto prima,con Wes non bisogna mai fidarsi della prima visione...Rushmore ad esempio la prima volta che lo vidi mi lasciò piuttosto indifferente,incominciai ad amarlo solo dopo averlo visto per la terza volta...

Comunque i film di Anderson sono qualcosa di divino...
Dovessi farne una classifica,direi:
1)Tennenbaum
2)Le Avventure Acquatiche Di Steve Zissou
3)Rushmore
3 a parimerito)Il Treno Per Il Dearjeeling
Un Colpo Da Dilettanti non lo metto neppure in classifica...A tratti molto piacevole e divertente,ma nulla di più...

I primi due in classifica nascondono tre delle scene più belle che abbia mai visto in un film:
1)L'avvistamento dello squalo giaguaro (*)
2)Il tentato suicidio di Richie Tennenbaum
3)La morte del presunto figlio di Zissou (*)

*Come ha fatto giustamente notare Gippu nella sua recensione.
mercurio81
00giovedì 5 giugno 2008 19:33
Re:
marcodead, 16/05/2008 0.15:


Rushmore ad esempio la prima volta che lo vidi mi lasciò piuttosto indifferente,incominciai ad amarlo solo dopo averlo visto per la terza volta...





Urka!!! Sul serio?

Io l'ho effettivamente visto 2 volte. E lo ritengo parecchio più debole degli altri tre (devo ancora vedere un colpo da dilettanti, che ho solo in inglese).

Ma quello che dici è interessante...

Comunque dei gusti un po' diversi li abbiamo:
Io ritengo che la meraviglia vista ieri sera se la giochi apertamente con Zissou. Ed entrambi sono più belli de i Tenenbaum.

Anzi, ci stavo pensando ieri notte, mi sembra che il nostro Wes si sia ormai emancipato completamente. Sotto l'aspetto della comicità, in particolare. The Darjeeling Limited è meno "comico" di Zissou e lo è molto meno de I Tenenbaum. O meglio, di quella comicità ottima per i trailer, per la battuta di primo piano, compiuta e già tutta lì.
La comicità wesandersiana, invece, è una comicità allusiva, situazionista, che non può emergere senza il 15' precedente, talvolta senza tutto il film precedente. E i due ultimi suoi lavori sono assolutamente tesi solo a quell'effetto. Effetto favoloso, si intende.

E poi altra cosa ormai conclamata è che a Wes intriga quel certo tipo di femmina. Con i capelli tagliati corti.
mammola75
00giovedì 5 giugno 2008 20:47
Re: Re:
mercurio81, 05/06/2008 19.33:





E poi altra cosa ormai conclamata è che a Wes intriga quel certo tipo di femmina. Con i capelli tagliati corti.



uhm [SM=x48731]


mercurio81
00giovedì 5 giugno 2008 22:05
Re: Re: Re:
mammola75, 05/06/2008 20.47:



uhm [SM=x48731]






E' giusto saperlo.
mammola75
00giovedì 5 giugno 2008 22:10
Re: Re: Re: Re:
mercurio81, 05/06/2008 22.05:




E' giusto saperlo.



beh, io sono l'eccezione alla regola, allora.
mercurio81
00giovedì 5 giugno 2008 22:19
Re: Re: Re: Re: Re:
mammola75, 05/06/2008 22.10:



beh, io sono l'eccezione alla regola, allora.




Oh, beh, no. Anche a me non ispira particolarmente.
Ma è comunque una cosa che forse è importante. O forse no?
Non so, ma non si dice una cosa simile anche per Hitchcock e le sue bionde patinate?

mammola75
00giovedì 5 giugno 2008 22:21
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
mercurio81, 05/06/2008 22.19:




Oh, beh, no. Anche a me non ispira particolarmente.
Ma è comunque una cosa che forse è importante. O forse no?
Non so, ma non si dice una cosa simile anche per Hitchcock e le sue bionde patinate?



ok, fai finta come se non avessi scritto niente, avevo letto male "E poi altra cosa ormai conclamata è che [a] Wes intriga quel certo tipo di femmina. Con i capelli tagliati corti."

scusa [SM=g27823]
marcodead
00venerdì 6 giugno 2008 18:41
Re: Re:
mercurio81, 05/06/2008 19.33:




Urka!!! Sul serio?

Io l'ho effettivamente visto 2 volte. E lo ritengo parecchio più debole degli altri tre (devo ancora vedere un colpo da dilettanti, che ho solo in inglese).

Ma quello che dici è interessante...

Comunque dei gusti un po' diversi li abbiamo:
Io ritengo che la meraviglia vista ieri sera se la giochi apertamente con Zissou. Ed entrambi sono più belli de i Tenenbaum.

Anzi, ci stavo pensando ieri notte, mi sembra che il nostro Wes si sia ormai emancipato completamente. Sotto l'aspetto della comicità, in particolare. The Darjeeling Limited è meno "comico" di Zissou e lo è molto meno de I Tenenbaum. O meglio, di quella comicità ottima per i trailer, per la battuta di primo piano, compiuta e già tutta lì.
La comicità wesandersiana, invece, è una comicità allusiva, situazionista, che non può emergere senza il 15' precedente, talvolta senza tutto il film precedente. E i due ultimi suoi lavori sono assolutamente tesi solo a quell'effetto. Effetto favoloso, si intende.

E poi altra cosa ormai conclamata è che a Wes intriga quel certo tipo di femmina. Con i capelli tagliati corti.


Un colpo da dilettanti compralo legalmente in italiano e poi fammi sapere...Dubito ti piacerà,ha poco a che vedere con la Triade...
Per quanto riguarda la comicità non posso che darti ragione...Nei Tenenbaum vi erano addirittura personaggi aventi unicamente un ruolo comico (Pagoda),mentre già in Steve Zissou la comicità si faceva più sottile,per poi diventare quasi impercettibile(ma fortemente presente) nel Treno...
Poi,per quanto riguarda la "classifica",forse non è neppure il caso di mettersi a discutere di quale sia il film che ci è piaciuto di più e quale meno:dovremmo guardarli tutti come un unico film,intanto il filone narrativo è piuttosto continuativo,quanto meno da i Tenenbaum in su...
Comunque,ancora non capisco perchè la critica abbia snobbato così tanto Le Avventure Acquatiche...Hai qualche idea?

-Soho-
00venerdì 6 giugno 2008 19:53
Quello che avete scritto su Rushmore è oltremodo interessante. Io l'ho visto una sola volta e a dire la verità ho faticato molto ad "entrare" nel film.
Mi riprometto di dargli la seconda mano appena lo passano.

Per il resto, quoto i vostri entusiasmi, soprattutto in merito alla relativa supremazia di Zissou.
mercurio81
00sabato 7 giugno 2008 18:49
Re: Re: Re:


marcodead, 06/06/2008 18.41:



Comunque,ancora non capisco perchè la critica abbia snobbato così tanto Le Avventure Acquatiche...Hai qualche idea?





Ci sarebbero molte risposte, di nessuna delle quali essere certi.

Innanzitutto è un film strano e impresentabile. L'unica cosa che dicevo quando lo consigliavo è "vallo a vedere". Se mi chiedevano che genere fosse? Che gli rispondi?

Nelle pubblicità si è scelta la via comica, giocando sul faccione di Bill Murray. Ma quegli spettatori che sono stati attratti da quella sirena hanno dato un verdetto abbastanza netto: non "fa ridere". Come dar loro torto?
E forse anche parte degli insuccessi commerciali risiedono in questo.
Non parliamo poi dell'adattamento italiano e della proposta assolutamente orrida "acquatici lunatici".

Invece no, il titolo di un documentario acquatico era proprio l'unico viatico sincero, di autentica autorialità del regista che si poteva proporre. "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" da un certo punto di vista poteva anche essere fedele. Ma nessuno ha colto quel punto di vista (se non a posteriori, forse, vedendo la pellicola), non è quindi rimasto incuriosito o attratto.

E veniamo ai critici:

Anche "The Royal Tenenbaums" aveva delle espressioni documentaristiche. Per certi versi era una trovata molto buona per far passare in cavalleria diverse complessità di sceneggiatura, tutte quelle dispersioni caotiche che amano i fan e che invece fanno storcere il naso ai più scettici.

Se sto girando un finto documentario, su una finta famiglia, incentrato su un tema potenzialmente drammatico (e poi drammatico lo diventa pure, eh?) come la difficile coesistenza della assoluta genialità e del talento infantile in un tessuto familiare instabile e dalla dignità assai compromessa da un padre come quello, ecco, se giri un film così, io critico mi predispongo ad accettare tutte le deviazioni genialoidi che tu regista hai intenzione di propormi. Non farò (più di tante) domande, non ti romperò le scatole. Non ti accuserò di maniera.

Cosa succede con Zissou? Succede che questa particolare predisposizione, questo tacito accordo tra spettatore colto e regista non regge più, perchè Zissou è un film nel quale, molto più che nel predecessore, la storia ha una importanza centrale.

Le difficoltà esistenziali presenti ne "I Tennenbaum" sono essenzialmente statiche, il ritorno del padre implica uno scioglimento della tensione, forse, ma con una lentezza pachidermica, tutto -per il resto- è uguale a quando i tre figli (2 e mezzo)(più uno [SM=g27823] ) erano infanti.
Perciò un affresco essenzialmente statico, ottenuto per successione di quei "quadretti e sottoquadretti" un po' folli e strampalati sembra essere il migliore degli strumenti registici possibili.

Visto che invece Zissou è profondamente, completamente un film "di viaggio" (molto simile al treno, per questo, no?) e di trasformazione, forse i critici hanno pensato che la personalità registica di Wes Anderson fosse, in quel caso, male utilizzata, fuori luogo, inadatta.

E quindi vai con le critiche e con le accuse di manierismo.

Certo che, se fosse così, mi sembra una critica un po' male rivolta. Primo perchè il manierismo è cosa da contestare nello specifico, nei risultati, e non in quanto tale (he di grande manierismo è fatta la più grande parte (se non tutta) dell'arte cui rivolgiamo i nostri sogni). Secondo, perchè forse la critica non capisce che Anderson gira così perchè è il modo che non solo lo soddisfa di più esteticamente, ma anche perchè probabilmente questa maniera estetizzante* è la maschera che Anderson mette a delle trame ed a delle poetiche che, se ci pensiamo bene, sono di una semplicità ed immediatezza disarmante. Forse troppo semplici perchè possano piacerci o comunicarci qualcosa se fossero girate in maniera istituzionale.

*= però rendiamoci conto che Wes ne così consapevole che in "Hotel Chevalier", la costola introduttiva di Darjeeling, gira quella sequenza in cui la Portman giochicchia con tutte le "piccole ciofeche wesandersoniane" che il tipo si è portato dietro in albergo. E non saprei se il regista sta prendendo in giro più se stesso facendosi il verso da solo, oppure i suoi critici che si perdono dietro a quelle piccole trappoline.

E fingono di non aver ancora imparato, alla loro età, santoddio, che la forma e il contenuto sono la stessa cosa.

Bah, che fa la Svizzera?



marcodead
00sabato 7 giugno 2008 19:38
Re: Re: Re: Re:
mercurio81, 07/06/2008 18.49:






Ci sarebbero molte risposte, di nessuna delle quali essere certi.

Innanzitutto è un film strano e impresentabile. L'unica cosa che dicevo quando lo consigliavo è "vallo a vedere". Se mi chiedevano che genere fosse? Che gli rispondi?

Nelle pubblicità si è scelta la via comica, giocando sul faccione di Bill Murray. Ma quegli spettatori che sono stati attratti da quella sirena hanno dato un verdetto abbastanza netto: non "fa ridere". Come dar loro torto?
E forse anche parte degli insuccessi commerciali risiedono in questo.
Non parliamo poi dell'adattamento italiano e della proposta assolutamente orrida "acquatici lunatici".

Invece no, il titolo di un documentario acquatico era proprio l'unico viatico sincero, di autentica autorialità del regista che si poteva proporre. "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" da un certo punto di vista poteva anche essere fedele. Ma nessuno ha colto quel punto di vista (se non a posteriori, forse, vedendo la pellicola), non è quindi rimasto incuriosito o attratto.

E veniamo ai critici:

Anche "The Royal Tenenbaums" aveva delle espressioni documentaristiche. Per certi versi era una trovata molto buona per far passare in cavalleria diverse complessità di sceneggiatura, tutte quelle dispersioni caotiche che amano i fan e che invece fanno storcere il naso ai più scettici.

Se sto girando un finto documentario, su una finta famiglia, incentrato su un tema potenzialmente drammatico (e poi drammatico lo diventa pure, eh?) come la difficile coesistenza della assoluta genialità e del talento infantile in un tessuto familiare instabile e dalla dignità assai compromessa da un padre come quello, ecco, se giri un film così, io critico mi predispongo ad accettare tutte le deviazioni genialoidi che tu regista hai intenzione di propormi. Non farò (più di tante) domande, non ti romperò le scatole. Non ti accuserò di maniera.

Cosa succede con Zissou? Succede che questa particolare predisposizione, questo tacito accordo tra spettatore colto e regista non regge più, perchè Zissou è un film nel quale, molto più che nel predecessore, la storia ha una importanza centrale.

Le difficoltà esistenziali presenti ne "I Tennenbaum" sono essenzialmente statiche, il ritorno del padre implica uno scioglimento della tensione, forse, ma con una lentezza pachidermica, tutto -per il resto- è uguale a quando i tre figli (2 e mezzo)(più uno [SM=g27823] ) erano infanti.
Perciò un affresco essenzialmente statico, ottenuto per successione di quei "quadretti e sottoquadretti" un po' folli e strampalati sembra essere il migliore degli strumenti registici possibili.

Visto che invece Zissou è profondamente, completamente un film "di viaggio" (molto simile al treno, per questo, no?) e di trasformazione, forse i critici hanno pensato che la personalità registica di Wes Anderson fosse, in quel caso, male utilizzata, fuori luogo, inadatta.

E quindi vai con le critiche e con le accuse di manierismo.

Certo che, se fosse così, mi sembra una critica un po' male rivolta. Primo perchè il manierismo è cosa da contestare nello specifico, nei risultati, e non in quanto tale (he di grande manierismo è fatta la più grande parte (se non tutta) dell'arte cui rivolgiamo i nostri sogni). Secondo, perchè forse la critica non capisce che Anderson gira così perchè è il modo che non solo lo soddisfa di più esteticamente, ma anche perchè probabilmente questa maniera estetizzante* è la maschera che Anderson mette a delle trame ed a delle poetiche che, se ci pensiamo bene, sono di una semplicità ed immediatezza disarmante. Forse troppo semplici perchè possano piacerci o comunicarci qualcosa se fossero girate in maniera istituzionale.

*= però rendiamoci conto che Wes ne così consapevole che in "Hotel Chevalier", la costola introduttiva di Darjeeling, gira quella sequenza in cui la Portman giochicchia con tutte le "piccole ciofeche wesandersoniane" che il tipo si è portato dietro in albergo. E non saprei se il regista sta prendendo in giro più se stesso facendosi il verso da solo, oppure i suoi critici che si perdono dietro a quelle piccole trappoline.

E fingono di non aver ancora imparato, alla loro età, santoddio, che la forma e il contenuto sono la stessa cosa.

Bah, che fa la Svizzera?





Senza parole.
[SM=x48753]


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