KLAUS DAVI / ANALISI: IMPATTO POLITICO SENZA PENALIZZARE MEDIASET

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INES TABUSSO
00lunedì 7 agosto 2006 20:02


MA SPOSTAMENTI DA DOVE A DOVE?
PER CASO DA MEDIASET A PORTA A PORTA?


"Sommando le varie oscillazioni si ottiene la somma di oltre 1 milione di telespettatori che fluttuano nel giorno medio. Oltre 700.000 voti sonanti, poco significativi in termini di consenso televisivo, d'accordo, ma molto consistenti nel segreto dell'urna, considerato poi il peso che le Regioni rivestono nella nuovo sistema elettorale".



LA STAMPA
7 agosto 2006
PICCOLI SPOSTAMENTI DA UNA RETE ALL’ALTRA HANNO AVUTO IMPATTO POLITICO ANCHE SENZA PENALIZZARE MEDIASET
E la tv svela la crisi del berlusconismo
di Klaus Davi


Tutti ricordano che nelle recenti elezioni di aprile, l'Unione vinse per pochi, pochissimi voti. Per la precisione 24.000. Una cifra che ancora oggi procura maldipancia a Silvio e soci, fonte di recriminazioni, polemiche, liti in Parlamento e fuori. 24.000 schede hanno fatto la differenza e hanno spianato la strada a Prodi. Ma se dovessimo invece considerare questo dato sul piano dell'audience televisiva, il peso sarebbe minimo, per non dire irrisorio. 24.000 cittadini/auditel rappresentano molto meno di un punto percentuale di share. Meno di quanto fa il monoscopio alle 3 di notte.

Tuttavia se la televisione è un anticipatore dei segnali deboli che si manifesteranno nella società, spulciando il rapporto Auditel elaborato dal centro media OMD che serve clienti come Vodafone, scopriamo curiosi movimenti nelle forme di consumo televisivo che agli inserzionisti dicono poco, ma che agli occhi di un politico possono invece significare qualcosa, eccome. Se confrontiamo i periodi di ascolto compresi tra settembre/giugno 2004/2005 e settembre/giugno 2005/2006 (la rilevazione esclude i mondiali di calcio perché si conclude il 3 giugno), qualcosa di vistoso salta all'occhio.

Le regioni che hanno garantito la sostanziale tenuta di Berlusconi alle elezioni, infatti, paradossalmente accusano un piccolo calo da video-dipendenza. Cifre ininfluenti in termini di share televisivo, certo, ma corposa considerate in termini elettorali. Partiamo dal Piemonte (qui calcolato con la Valle d'Aosta) che alle ultime politiche ha determinato la tenuta della destra. Nella regione governata da Mercedes Bresso, le tre reti Mediaset perdono un po' di spettatori (Italia 1 in particolare, con 9.461 telespettatori in meno passando da 123.831 a 114.370 nel giorno medio, ovvero lasciando sul campo un 7,6% rispetto agli ascoltatori della stagione precedente; considerato il bacino complessivo di circa 4.300.000 telespettatori in quell'area). Ma ce n'è anche per il mitico Lombardo-Veneto. Nella regione feudo di Formigoni (circa 9.000.000 teleutenti circa), a calare seppur lievemente in termini assoluti è tutta la corazzata di Cologno Monzese (ad esempio Italia 1 lascia sul campo 20.583 teste pari a - 8,5%, Canale 5 -16.269 passa da 433.354 a 417.085 pari a -3,7% sull'anno prima, mentre Rete 4 disperde 3.616 teste cioè un -2%). Lo stesso dicasi per il Veneto di Galan che conta 4.500.000 telespettatori: Rete 4 segna un -15.948 passa da 103.963 a 88.015 corrispondente a -15,3% in valori assoluti mentre sono sostanzialmente stabili Canale 5 e Italia Uno. Per non dire della Sicilia di Toto Cuffaro (4.800.000 di utenza televisiva). Nell'Isola che è stata teatro di una rovente campagna elettorale sono soprattutto i giovani a subire una erosione (Italia 1 - rete under 30 - totalizza un -16.162 pari a -14,1% calcolato sull'anno prima), mentre Canale 5 perde 21.814 nel giorno medio pari a un 8,4% in meno (passando da 258.626 a 236.812 spettatori. Zoppica anche Rete 4 con un -12.184 ovvero totalizzando -13,4% sull'anno prima). Quanto alla Puglia (3.900.000 di utenza ) è sempre Rete 4 ad avere qualche piccola difficoltà con -5.154 pari a -8,1%).

Intendiamoci, sarebbe inesatto dire che Mediaset subisce una battuta d'arresto in termini di share assoluti. Le reti del Biscione hanno raggiunto gli obiettivi che si sono prefisse, e non hanno perso in alcun modo il loro appeal agli occhi degli inserzionisti, mantenendo le loro medie di ascolto. Diverso invece è il ragionamento per chi fa politica. Queste piccole migrazioni di telespettatori tradotte in voti pesano, eccome. Sommando le varie oscillazioni si ottiene la somma di oltre 1 milione di telespettatori che fluttuano nel giorno medio. Oltre 700.000 voti sonanti, poco significativi in termini di consenso televisivo, d'accordo, ma molto consistenti nel segreto dell'urna, considerato poi il peso che le Regioni rivestono nella nuovo sistema elettorale.




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