Ko Un, poeta

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vanni-merlin
00sabato 6 ottobre 2007 21:15
Ko Un, poeta


Per quattro giorni, dal 23 al 26 gennaio 2006 il poeta Ko Un (Ko Ŭn 고은 高銀) è stato in Italia e ha presenziato a quattro appuntamenti (Firenze, Roma, Milano e Formia) in occasione della presentazione di un suo libro di poesie tradotte in italiano (Fiori d'un istante, a cura di Vincenza D'Urso, editrice Cafoscarina). Ritenuto il maggiore poeta contemporaneo della Corea, è stato candidato al premio Nobel per la letteratura nel 2005 e le sue opere sono state tradotte nelle principali lingue del mondo. (Si veda il sito a lui dedicato: www.koun.co.kr).

Una vita vissuta intensamente
Nato nel 1933 nella regione Chôlla-pukto, è probabilmente il più controverso e certamente il più prolifico degli scrittori coreani contemporanei. Ha pubblicato oltre cento volumi di poesie, romanzi, saggi, traduzioni e drammi. La sua poesia va dalle brevi liriche di due righe a vaste epiche, come quella dedicata al monte Paektu (Paektu-san) in sette volumi.

Nato da famiglia molto povera quando la Corea si trovava sotto il dominio coloniale giapponese, studiò presto i classici cinesi e coltivò la propria lingua, istruito specialmente da suo nonno (allora nelle scuole i bambini coreani erano costretti a studiare e a parlare il giapponese). Le tristissime esperienze sofferte nel corso della guerra di Corea lo portarono in seguito a farsi monaco buddista, ma dopo dieci anni, disgustato dalla corruzione trovata in quell'ambiente, abbandonò la vita monastica e tornò nel mondo con un'atteggiamento profondamente nichilista, culminato nel 1970 in un tentativo di suicidio. Divenuto poi uno dei principali portavoce degli artisti e degli studenti che si opponevano al regime dittatoriale allora vigente, fu arrestato varie volte attorno agli anni 1980 e soffrì il carcere. Nel 1982, all'età di 50 anni, si sposò e andò a vivere in campagna, lontano da Seul.


Un saggio della sua poesia
Dal volume "Fiori d'un istante" presentiamo alcune brevi liriche che ci danno un assaggio della sua opera.


12
노를 젓다가
노를 놓쳐버렸다

비로소 넓은 물을 돌아가보았다

Mentre remavo
ho perso un remo

Mi giro a guardare la grande distesa d'acqua

24
아우슈비츠에 가서
쌓인 안경들을 보았다
쌓인 산더미 신발들을 보았다

돌아오는 길은
서로 다른 창 밖을 바라보았다

Ad Auschwitz
pile di occhiali
montagne di scarpe

Sulla via del ritorno
ognuno guardava fuori in direzione diversa

78
어쩌자고 이렇게 큰 하늘인가
나는 달랑 혼자인데

A che servirà questo enorme cielo?
Io sono qui tutto solo


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