L'Italia torna al nucleare

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-Giona-
00venerdì 23 maggio 2008 08:36
www.corriere.it/economia/08_maggio_22/scajola_energia_nucleare_37aff33e-27ea-11dd-b97e-00144f02aa...

Legambiente: «Costi altissimi, centrali pronte non prima di 20-25 anni»
Scajola: «Via al nucleare»
«Entro questa legislatura centrali di nuova generazione». Enel: «Siamo pronti, ma progetti condivisi»


Scorie radioattive della centrale di Garigliano (Emblema)
ROMA - L'Italia cambia rotta e punta all'energia nucleare. «Entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione - ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, suo intervento all'assemblea di Confindustria. «Solo gli impianti nucleari - ha aggiunto il ministro - consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente».

IMPEGNO ASSUNTO DA BERLUSCONI - La scelta del nucleare «è un solenne impegno assunto dal presidente Berlusconi all'atto della fiducia al nuovo governo. Onoreremo questo impegno con convinzione e determinazione». Il ministro ha anche messo in luce la necessità di definire «una strategia energetica nazionale contenente priorità, indirizzi e strumenti di attuazione per il breve e il lungo periodo» e che sarà sottoposta a pubblica consultazione attraverso una Conferenza nazionale per l'energia e l'ambiente.

LEGAMBIENTE - «Ecco che riparte la favoletta del nucleare che risolve tutti i problemi energetici dell'Italia», ha commentato la notizia Legambiente. «Prima di sbandierare atomi a destra e a manca», sottolinea il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «l'esecutivo dovrebbe chiarire dove pensa di recuperare i soldi per realizzare gli impianti. Per esempio: il primo e finora unico reattore nucleare commissionato nell'Europa occidentale dopo Cernobyl, quello finlandese sull'isola di Olkiluoto, ha già sforato il budget di spesa previsto del 35%. Inoltre l'Energy information administration degli Usa, non una setta di fanatici ecologisti dunque, afferma che l'elettricità proveniente da una nuova centrale nucleare è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta con il gas naturale, senza contare lo smaltimento delle scorie e i costi di dismissione della centrale stessa. Dire, come fa Scajola, "nuova generazione" si intende la quarta generazione, che è però ancora in una fase embrionale. Se tutto va bene impianti di questo tipo saranno disponibili tra 20-25 anni». Infine Legambiente chiede al governo di indicare anche dove vorrebbe aprire le nuove centrali.

ENEL: «SIAMO PRONTI» - «Tecnicamente l'Enel è pronta», ha detto l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti, in merito all'annuncio del governo di aprire al nucleare in Italia. «La durata della legislatura, pari a cinque anni, può essere un percorso realizzabile», serve però un quadro normativo aggiornato e una forte spinta di condivisione al progetto da parte del territorio».

EDISON: «FAREMO NOSTRA PARTE» - Giudizio positivo dell'amministratore delegato di Edison, Umberto Quadrino, alle dichiarazioni di Scajola: «È particolarmente condivisibile l'apertura del nuovo governo al nucleare e, più in generale, alla diversificazione del mix energetico. Edison è pronta a fare la sua parte e a lavorare con il governo alla realizzazione di questo processo».

GREENPEACE: «INACCETTABILE» - Secondo l'organizzazione internazionale ecologista Greenpeace, «l'annuncio del governo è inaccettabile e suona come una dichiarazione di guerra. Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avrà le risposte che merita», ha detto Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. «È necessario rendere più facile il percorso autorizzativo delle fonti rinnovabili e lanciare un piano nazionale per l'efficienza energetica che può dare, a costi inferiori a quelli di produzione, l'equivalente di 15 centrali entro il 2020: è questa e non il nucleare la strada giusta».


22 maggio 2008(ultima modifica: 23 maggio 2008)
ipercritico
00venerdì 23 maggio 2008 10:46
mah...

indipendentemente da come la penso io ...

gli ambientalisti che propongono ?

visto che
l'eolico , no : deturpa l'ambiente (vedi sardegna)

il geotermico no : inquina l'atmosfera (vedi larderello)

le centrali idroelettriche no : modificano lidrogeologia e poi sono pericolose (vajont)

i combustibili fossili sono un non senso (lo dico io )

resterbbe il solare , si peccato che la produzione l'hai solo per massimo 10 ore al giorno e poi comunque il costo (ambientale) di un pannello non è nullo :ci vogliono miniere , energia , chimica..

torniamo al medio evo ? con gran parte dei sitemi a forza manuale ?


ps
sono d'accordo che i tempi per il nucleare sono molto lunghi , e probabilmente l'Italia ha già perso il treno e quindi, economicamente , non saprei che valutazione dare .
ipercritico
00venerdì 23 maggio 2008 10:50
piccola postilla economica :

fra poco alcuni avranno problemi a fare il pieno di carburante , che facciamo ?
le auto elettriche ? ok ma con che si produce la corrente ?

se qualche sprovveduto mi tira fuori l'idrogeno ... non gli risponde neanche
Malduin
00venerdì 23 maggio 2008 10:51
Era ora...non che sia la panacea di ogni male o problema energetico Italiano ma l'Anti-nucleare ormai sapeva solo di "oscurantismo-medievale" e basta....

E' vero che l'energia Nucleare di per se è più costosa di quella derivata dal Gas (ora come ora è la più economica)
...ma
a)Il Gas lo controlla lo Zar secondo i suoi comodi
b)diversificare non nuoce, anzi è un bene...
e ciò non vuol dire che il Nucleare non renda....

Le auto elettriche (non intendo gli ibridi) sono dei mostri (nel senso negativo del termine!) a livello di efficienza..... :P per andare in giro Benzina/Gasolio e GPL restano per ora le uniche due cose realmente usabili.
CA$ARANO
00venerdì 23 maggio 2008 14:53
Pecorario Scanio oggi ha detto che se si aspettano una decina di anni potremmo avere dei reattori di 4° generazione:oltre a un rendimento maggiore si avrà un minore impatto ambientale,grazie alla bassissima produzione di scorie da parte della centrale.
Attendere 10 anni e montare un reattore di 4° generazione al posto di uno di 3° è di gran lunga conveniente e sicuro.


Io sono contrario al nucleare in generale,ma in questo caso sono favorevole perchè la Francia ha uno dei suoi reattori più produttivi a 50km dal confine Italiano,quindi anche se siamo un paese privo di centrali non siamo al sicuro,tanto vale autoprodurci energia




Arvedui
00venerdì 23 maggio 2008 15:33
Nel 2007 tutti e due i dati a favore del vento. E tra il 2008 e il 2012
la produzione effettiva sarà di due volte e mezza superiore
Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare
Negli Stati Uniti, il 30 per cento della potenza installata viene dall'eolico
In attesa dei reattori di quarta generazione il contributo dell'atomo scenderà


ROMA - Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

"La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo".

La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento).

Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo.

In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento.

(23 maggio 2008)

Grazie berlusconi [SM=x751571]
Malduin
00venerdì 23 maggio 2008 16:09
Se nel 2030 diviene disponibile la IV Generazione, vuol dire che dal 2040 potremmo usarla effettivametne (serve tempo a costruire gli impianti), nei 32 anni che vengono prima che facciamo? In ogni caso una centrale nucleare pronta tipo..nel 2015 rimarrebbe in funzione in ogni caso fino al 2045+-.

Ovvio che in parallelo ci deve essere anche uno sviluppo di fonti alternative, ma il problema che abbiamo noi mi sembra molto più chiaro e diretto.
L'Italia genera quasi tutta la sua energia elettrica dal Petrolio, questa non è più una cosa fattibile per motivi di tecnologie, costi, e quantità (è ragionevole supporre, lo dicono in molti, che dal 2015-20 la produzione di petrolio sarà nettamente insufficiente, e sotto le previsioni), quindi abbiamo pochissimo tempo per ristrutturare l'intero settore energetico nazionale. Carbone (quello con cui la citata Danimarca fa il rimanente 79% della sua energia) non ce ne sta...compreremo un po' di Gas dalla Russia attraverso il Southern Stream...ma serve anche il Nucleare.

In ogni caso non è un Berlusconi o non Berlusconi, l'ENEA è di fatto già tornata sul Nucleare l'anno scorso, Eni Enel etc...stanno già lavorandoci sopra da 2 anni ormai.

Non vorrei sbagliarmi ma di fatto i 3 punti del referendum del '87 sono GIA' stati "superati".

1° Un Decreto legge del governo Prodi classifica le centrali elettriche come aree d'interesse strategico nazionale, quindi rende in ogni caso inutile la norma cancellata nel '87 per autorizzare/ordinare la costruzione di centrali Nucleari. (La stessa cosa estesa da Sivlio l'altro gg alle discariche ed inceneritori)

2° ..il rimborso per i Comuni ospitati centrali non è stato reintrodotto...ma non è un problema fondamentale, saranno fatti dei comuni poi....

3° Il Divieto all'Enel di costruire centrali Nucleari all'Estero è stato cencellato da un Decreto legge dello Scorso Governo.
Vota DC
00venerdì 23 maggio 2008 17:04
Putin non è uno qualunque...stare sotto di lui ci garantiva un certo prestigio.Invece no,ora staremo sotto il Niger o la Namibia.L'unica notizia buona è che l'uranio durerà più del previsto perchè nessuno è così scemo da fare altre centrali.

Da notare che la proposta è partita dal genio che ha causato la morte di Marco Biagi.....
DarkWalker
00sabato 24 maggio 2008 12:47
malissimo, ormai è antieconomico
Malduin
00sabato 24 maggio 2008 14:39
Re:
DarkWalker, 24/05/2008 12.47:

malissimo, ormai è antieconomico



Guarda: www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/piano-nucleare-enel/piano-nucleare-e...

;) se lo scrivono perfino su Repubblica....


=Mimmoxl=
00sabato 24 maggio 2008 15:33
Ammetto di non essere assolutamente un esperto nel campo, ma io sapevo che le scorte di materiale radiattivo utilizzabile sarebbero utilizzabili per i prossimi 50-60 anni... Ora non saprei, se questo è vero (E DICO SE PERCHE' IN MATERIA NE SO VERAMENTE POCO, quindi se sbaglio nn saltatemi alla gola), sinceramente non so proprio quanti grandi vantaggi possiamo ottenere al di la della semplice (ma assolutamente non disprezzabile) differenziazione.
Se questo è vero, potremo produrre energia per i prox 40 anni (perchè cmq per cotruire la centrale ci vuole un pacco di tempo) o forse meno, visto che i dati attuali sono basati sui consumi attuali e non su quelli futuri (crescenti).

Certo, cmq può essere un modo per attendere che le energie alternative rinnovabili si sviluppino e possano essere utilizzate in maniera estensiva e sufficiente per tutti.



P.S. So che è OT, ma non potrebbe essere una idea riempire il sahara di collettori fotovoltaici? Tanto è cmq terra improduttiva, almeno la popolazione locale guadagnerebbe qualcosa e la produzione elettrica sarebbe importante (Se non mi sbaglio avevo sentito che sarebbe sufficiente, con le tecnologie attuali, per circa 3 MLD di persone... E male nn sarebbe...)

Saluti!
princepsoptimus
00sabato 24 maggio 2008 15:52
Re:
=Mimmoxl=, 24/05/2008 15.33:

Ammetto di non essere assolutamente un esperto nel campo, ma io sapevo che le scorte di materiale radiattivo utilizzabile sarebbero utilizzabili per i prossimi 50-60 anni... Ora non saprei, se questo è vero (E DICO SE PERCHE' IN MATERIA NE SO VERAMENTE POCO, quindi se sbaglio nn saltatemi alla gola), sinceramente non so proprio quanti grandi vantaggi possiamo ottenere al di la della semplice (ma assolutamente non disprezzabile) differenziazione.
Se questo è vero, potremo produrre energia per i prox 40 anni (perchè cmq per cotruire la centrale ci vuole un pacco di tempo) o forse meno, visto che i dati attuali sono basati sui consumi attuali e non su quelli futuri (crescenti).

Certo, cmq può essere un modo per attendere che le energie alternative rinnovabili si sviluppino e possano essere utilizzate in maniera estensiva e sufficiente per tutti.



P.S. So che è OT, ma non potrebbe essere una idea riempire il sahara di collettori fotovoltaici? Tanto è cmq terra improduttiva, almeno la popolazione locale guadagnerebbe qualcosa e la produzione elettrica sarebbe importante (Se non mi sbaglio avevo sentito che sarebbe sufficiente, con le tecnologie attuali, per circa 3 MLD di persone... E male nn sarebbe...)

Saluti!




Mi sembra sia impossibile riutilizzare le scorie in un arco di tempo così breve.
=Mimmoxl=
00sabato 24 maggio 2008 22:22
Re: Re:
princepsoptimus, 24/05/2008 15.52:




Mi sembra sia impossibile riutilizzare le scorie in un arco di tempo così breve.



Ehm... Scusami, ma a cosa ti riferisci riguardo al mio post precedente? Io di scorie nn ho parlato, ho parlato di scorte (inteso per uranio e plutonio utilizzabili nel mondo)


Malduin
00sabato 24 maggio 2008 22:48
Da più parti avevo letto qualcosa che suonava come:
- I Giacimenti ora in utilizzo ne hanno per 85 anni.
- I Giacimenti che ad occhio e croce potremo usare nel prossimo futuro ne hanno per 150.
- Di per se sappiamo dove trovarne per 1500 anni, anche se non sappiamo quanto sia estraibile.
- In tutto il pianeta ce ne dovrebbe essere per 47 000 anni.

Di certo per un secolo ci si campa ;) ed intanto speriamo che i Giapponesi (o perchè non noi?) mettano a punto una centrale a fusione...che l'Idrogeno certo non manca.
Hasta_La_Victoria_Siempre
00sabato 24 maggio 2008 23:31
Re:
=Mimmoxl=, 24/05/2008 15.33:

P.S. So che è OT, ma non potrebbe essere una idea riempire il sahara di collettori fotovoltaici? Tanto è cmq terra improduttiva, almeno la popolazione locale guadagnerebbe qualcosa e la produzione elettrica sarebbe importante (Se non mi sbaglio avevo sentito che sarebbe sufficiente, con le tecnologie attuali, per circa 3 MLD di persone... E male nn sarebbe...)

Saluti!



sei un genio.
l' unica cosa che non mi sembra correttissima è che hai detto la popolazione locale guadagnerebbe qualcosa, come per dire sfruttiamoli e paghiamoli qualcosa, invece quello è tutto loro.

possibile che questi africani non ci hanno pensato? potrebbero finalmente produrre una quantità enorme di energia e rifornire tutta l' africa e svilupparsi molto. l' energia in più la vendono a paesi che non cè l' hanno come l' italia e guadagnerebbero molto.




=Mimmoxl=
00domenica 25 maggio 2008 00:06
Re: Re:
Hasta_La_Victoria_Siempre, 24/05/2008 23.31:



sei un genio.
l' unica cosa che non mi sembra correttissima è che hai detto la popolazione locale guadagnerebbe qualcosa, come per dire sfruttiamoli e paghiamoli qualcosa, invece quello è tutto loro.

possibile che questi africani non ci hanno pensato? potrebbero finalmente produrre una quantità enorme di energia e rifornire tutta l' africa e svilupparsi molto. l' energia in più la vendono a paesi che non cè l' hanno come l' italia e guadagnerebbero molto.







Per il solito discorso dei mezzi di produzione...

Loro hanno un territorio inutilizzato ed inutilizzabile per qualsiasi altra cosa, ma non hanno i mezzi di produzione necessari alla creazione dei pannelli fotovoltaici e figurati se con un businnes del genere qualche impresa privata si passi la mano sulla coscienza di insegnarglielo così se lo costruiscono da soli...

Mi spiace dirtelo Hasta... Ma il mondo è un posto di merda... Teoricamente hai ragione... Ma praticamente p già tantissimo se riescono a ricavarne un 10% del valore (Che, in ogni caso, renderebbe cmq molto ricchi quei paesi)...

E la stessa cosa vale per alcune nazioni che detengono il petrolio (Tipo la Nigeria), nonostante il petrolio sia loro (ovvero è presente nel loro sottosuolo), loro prendono ben poco del valore che viene invece preso dalla shell, Total, Esso... Che estraggono il petrolio con i loro impianti di produzione, sicuramente danno lavoro ad alcuni "oriundi", usandoli però in maniera assolutamente scorretta (Infatti sono stati ripetutamente denunciati da amnesty international).


Se ti va di approfondire la tematica dello sfruttamento dei marchi ti consiglio il libro "No Logo" di Naomi Klein... Decisamente un libro ben fatto e molto interessante!

CIAO! e scusate per l'OT


princepsoptimus
00domenica 25 maggio 2008 11:32
Re: Re: Re:
=Mimmoxl=, 24/05/2008 22.22:



Ehm... Scusami, ma a cosa ti riferisci riguardo al mio post precedente? Io di scorie nn ho parlato, ho parlato di scorte (inteso per uranio e plutonio utilizzabili nel mondo)






Scusa ho letto male... [SM=x751553]
Malduin
00domenica 25 maggio 2008 12:16
Ma la Nigeria sarebbe in grado di estrarre il petrolio e gestire gli impianti senza la presenza delle multinazionali del petrolio? La risposta è NO, e soprattutto era tale quando le citate compagnie (hai saltato ENI) sono arrivate li..

Pannelli fotovoltaici penso si potrebbero mettere anche tra le Nebbie della valpadana, cribbio, se li usano nella valle del Reno.....il fatto è che è un investimento che rimane abbastanza costoso, ed anche se alla fine rende economicamente ha capacità produttive abbastanza limitate...per ora.
=Mimmoxl=
00domenica 25 maggio 2008 12:52
Re:
Malduin, 25/05/2008 12.16:

Ma la Nigeria sarebbe in grado di estrarre il petrolio e gestire gli impianti senza la presenza delle multinazionali del petrolio? La risposta è NO, e soprattutto era tale quando le citate compagnie (hai saltato ENI) sono arrivate li..

Pannelli fotovoltaici penso si potrebbero mettere anche tra le Nebbie della valpadana, cribbio, se li usano nella valle del Reno.....il fatto è che è un investimento che rimane abbastanza costoso, ed anche se alla fine rende economicamente ha capacità produttive abbastanza limitate...per ora.




Concordo sul primo punto, anche se mi sembra un pò vessatoria la politica di Shell, Eni e via dicendo... E' vero che loro ci mettono le tecnologie... Ma la ricchezza ce la mettono i nigeriani... Cmq siamo OT, quindi nisba

Per il secondo punto, la cosa più intelligente sarebbe di imporre per legge la costruzione di pannelli fotovoltaici in tutte le nuove abitazioni che si vanno a costruire. Inoltre l'idea dei pannelli nel sahara è semplicemente perchè li ci sono tutte le cose necessarie per utilizzare proficuamente la tecnologia solare in generale:

-Una larghissima distesa di territorio che, al momento, è assolutamente improduttiva (difatti se piazzi i collettori nella valpadana perdi un sacchissimo di terra produttiva e/o abitata)
-La distesa di territorio è soggetta a lunghissimi periodi di luce e calore

Inoltre è vero che la tecnologia è assolutamente molto costosa ma con un petrolio a quei prezzi pazzeschi... Inoltre, penso, i costi di gestione e manutenzione di un impianto solare siano relativamente esigui (Non c'è bisogno di materie prime, nè di gente che lavori manualmente per estrarre e raffinare le materie prime etc etc....)... Il che senza nemmeno riflettere sui costi dell'inquinamento atmosferico che comporta cmq dei costi...

Insomma, io nn vedo un gran male sull'utilizzo iper estensivo dei pannelli fotovoltaici, soprattutto nelle aree depresse e nn utilizzate collocate in zone soleggiate...

Un Saluto a tutti
Domenico

DarkWalker
00domenica 25 maggio 2008 14:42
Non penso sia praticabile il progetto di "piastrellare" il sahara.Troppo difficile raggiungere ild eserto, farci una stazione e sopratutto proteggerlo dalle tormente (salvo, non so, costruire una bolla di vetro gigante). Mi vengono alcuni dubbi ambientali: una -se possibile- tale "industrializzaizone" non avrebbe ripercussioni sul clima?Non solo locale ma anche globale (non squilibrerebbe l'effetto albedo?).
Pe rquanto riguarda le popolazioni locali, sono i loro gruppi dirigenti i primi che non vogliono che si diffonda il benessere e, con esso, la modernità e la rivendicazione di diritti. Salvo qualche governante illuminato,gli unici proventi che lo stato ospitante avrà saranno quelli della corruzione.
cointreau il possente
00domenica 25 maggio 2008 16:25
L'Italia torna al nucleare? Il Vangelo dice beati gli ultimi perchè saranno i primi. A me sembrerebbe più appopriato dire che sono i più scemi.

Le obiezioni alzate finora in questo topic sono tutte giuste: rischio sicurezza, problema scorie, scarsità di materiale fissile (Malduin dice che ce ne sarebbe per 47mila anni, non si sa bene dove abbia trovato 'sta cifra), costi elevatissimi e per la costruzione delle centrali e per la produzione di energia. Le centrali di IV generazione non si sa ancora quanto renderanno in termini di efficienza energetica. La fusione per adesso l'hanno realizzata solo nei libri di fantascienza (a proposito, avete visto che praticamente la fantascienza, come genere letterario, è morta?!?)

Ipercritico punta il dito giustamente contro un certo ambientalismo che vorrebbe i mulini a vento. Ha ragione, ma sbaglia nel presupposto: nei prossimi anni non ci potremo più permettere i livelli di consumo energetico a cui siamo stati abituati. Fatevene una ragione. Niente più una macchina a testa (e la moto dove la mettiamo) e voli a due lire per arrivare in Nuova Zelanda. Niente più grattapalle elettrico a due marce per solleticarsi gli zebedei quando non si sa cosa fare. Questo è il dato, il resto sono desiderata di un popolo che fa fatica ad osservare il mondo senza prosciutto sugli occhi.

Energia alternativa? Per forza. E non sarà comunque sufficiente.
Non so chi ha detto che la solare non funzionerebbe perchè converte energia per il 10% del tempo di vita. vi ricordo che in Germania e in Inghilterra costruiscono interi quartieri energeticamente autosufficienti, con pannelli solari e architetture ad hoc per il risparmio energetico. In Germania e in Inghilterra, dico. qua in Italia potremmo essere una superpotenza del fotovoltaico. Il problema non è la tecnologia, il problema è la mentalità. E l'organizzazione. Proprio le caratteristiche per cui l'Italietta non ha mai brillato.

Ma il punto è un altro. Io mi chiedo: possibile che i nostri politici non lo sappiano? la risposta potrebbe essere tranquillamente no, non mi stupirei affatto. In realtà credo che nemmeno se la pongano la questione, non in questi termini per lo meno.
Il punto è che il sistema-Italia è palesemente in crisi. Poche grande aziende non rischiano seriamente di essere sbocconcellate da competitors ben più organizzati: Unicredit, Intesa-sanpaolo, Eni, l'universo Finmeccanica. credo la lista finisca qua. Il resto, persino la florida Mediaset, potrebbe finire sul banco del macello nei prossimi anni. Dovremo, noi politici, pur dare un aiutino all'affannata economica italiana. E allora ti invento il progetto faraonico in cui butterò come in un buco nero sacchi interi di denaro. soldi all'università e all'industria per la ricerca, soldi ai palazzinari diventati imprenditori delle costruzioni per i progetti e le ricerche geologiche, soldi alle industrie del settore e dell'indotto. soldi soldi soldi. Praticamente a fondo perduto, per noi contribuenti.
Gioite, imprenditori da 4 soldi italiani, sta per arrivare la bacchetta magica. L'hanno chiamata nucleare. E' una tecnologia ormai in fin di vita, degno specchio di questa Italia di sepolcri imbiancati, dove la classe dirigente ha 70/80 anni e pensa al futuro come se fosse quello che ha letto nei fumetti di flash gordon in cameretta negli anni '40.
-Kaname-chan
00domenica 25 maggio 2008 16:42
Ma nessuno ha qualcosa da dire?

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7543909

Eppure mi pareva interessante come notizia [SM=x751545]
Arvedui
00lunedì 26 maggio 2008 21:45
Uranio e petrolio. Picchi in parallelo?
di Ugo Bardi

Di fronte alla presa di coscienza dell'imminenza del picco del petrolio, la prima reazione emotiva è, spesso, "allora useremo l'uranio". In effetti, l'energia nucleare viene spesso presentata come il toccasana che risolve tutti i malanni e che ci permetterà di superare senza danni la crisi energetica ormai in corso da qualche anno. Ma, ahimé, le cose non sono così semplici e i fautori dell'energia nucleare spesso glissano elegantemente sulla questione della disponibilità di uranio; il quale è una risorsa minerale, limitata così come lo è il petrolio. Quanto uranio abbiamo, realmente? E' possibile che siamo vicini al "picco dell'uranio", allo stesso modo in cui ci stiamo avvicinando al picco del petrolio?

Il problema è complesso e difficile, ma qualche elemento di valutazione lo possiamo ottenere dai dati. Un primo elemento lo possiamo ottenere dall'andamento dei prezzi (da www.uxc.com). Vediamo che il prezzo dell'uranio si è quasi decuplicato dal 2001. E' oggi di quasi 50 dollari la libbra, mentre era circa 5 dollari la libbra nel 2001.



Si dice che il prezzo dell'uranio non è un parametro molto importante per l'industria nucleare; è il costo degli impianti che conta. Questo è stato vero per un lungo periodo della storia dell'industria nucleare, ma è perfettamente possibile che il prezzo dell'uranio aumenti a un livello tale da diventare un fattore importante o addirittura predominante. Alla fine dei conti, se la produzione di uranio non è sufficiente per soddisfare la domanda, non importa quanto costa: qualcuno rimarrà senza. E questo sembrerebbe essere quello che sta succedendo, come vediamo dal grafico seguente.



La linea rossa rappresenta l'uranio utilizzato dai reattori attualmente in esercizio mentre le "montagne" colorate rappresentano la produzione. Il primo picco di produzione dell'uranio corrisponde alla corsa agli armamenti nucleari degli anni '60, il secondo è correlato allo sviluppo delle centrali nucleari, che ha avuto il suo massimo negli anni 70-80. Come si vede, a partire dagli anni 80, le centrali nucleari consumano più uranio di quanto l'industria minerale non produca. Non è impossibile che lo stop alle nuove centrali, avvenuto circa in quel periodo, sia stato dovuto in buona parte alla scarsità di uranio e non, come si dice di solito, all'incidente di Chernobyl e alle manifestazioni di ambientalisti esagitati con capelli lunghi e zoccoli.

La differenza fra produzione e consumo di uranio è stata coperta dal 1980 a oggi smantellando vecchie testate nucleari. Di per se, questa di trasformare "spade in aratri" è un'idea encomiabile, ma la quantità di materiale fissile che se ne può ricavare è limitata. Basta guardare il diagramma per vedere che stiamo utilizzando per i reattori l'uranio estratto negli anni '50 e '60 che era stato immagazzinato nelle bombe. Questo uranio non potra durare ancora a lungo, anche ammesso che i paesi che hanno armi nucleari vogliano liberarsene totalmente.

Cosa sta succedendo? Perché non si riesce a produrre uranio dalle miniere in quantità tali da soddisfare la domanda? E' possibile che siamo vicini alla "fine dell'uranio"? Dal punto di vista puramente fisico, sembrerebbe di no, L'uranio, a differenza del petrolio, è un minerale relativamente abbondante nella crosta terrestre; il problema è che è raro trovarlo sufficientemente concentrato da poter essere considerato "estraibile". L'andamento dei prezzi e della produzione suggerisce che i giacimenti di uranio concentrato siano stati in gran parte sfruttati e che ora sia necessario estrarre da giacimenti piu' diluiti. Questo richiede forti investimenti, il che spiega l'andamento dei prezzi, sui quali i maggiori costi di estrazione si riflettono.

Vediamo quindi per l'uranio lo stesso andamento che stiamo vedendo con il petrolio, dove i costi di estrazione sempre maggiori causano quello che viene chiamato il "picco del petrolio". Sembrerebbe che anche l'uranio sia vicino, o abbia già passato, il proprio picco di estrazione ("picco dell'Uranio") anche se l'andamento irregolare della produzione non ci permette di dirlo con certezza.

Di fronte a questa situazione, le prospettive dell'industria nucleare sono incerte. Al momento c'è un evidente tentativo di ripartire con la costruzione di nuove centrali, ma il rilancio del nucleare non può esimersi dal considerare la scarsità di uranio minerale. Il problema si potrebbe fronteggiare investendo ancora di più nell'estrazione di uranio oppure investendo in tecnologie nucleari più efficienti, ovvero che usino meno uranio. Entrambe le strategie richiedono costi di investimento immensi, nonché tempi molto lunghi. A lungo andare, comunque, non sarebbero che dei palliativi di fronte al progressivo
esaurimento delle risorse minerali.

E' ancora possibile produrre abbastanza uranio per mantenere attivi i reattori esistenti, che possono supplire in parte al declino dei combustibili fossili. Tuttavia, mantenere la produzione, o anche espanderla con nuove centrali, è destinato a costare sempre più caro. Ne consegue che l'energia nucleare non potrà mantenere la promessa che aveva fatto negli anni '50 e '60, ovvero produrre energia talmente abbondante e a buon mercato che "non sarebbe valsa nemmeno la pena di farla pagare agli utenti". Tanto vale prenderne atto e non farsi troppe illusioni che il nucleare per magia ci risolva tutti i problemi.
Arvedui
00lunedì 26 maggio 2008 21:47
Nucleare: il grande pendolo

Curioso paese l'Italia; sempre in controtendenza rispetto al resto del mondo. Come un grande pendolo, oscilla da un estremo all'altro senza mai riuscire a trovare un equilibrio. Una volta, l'Italia era chiamata "la Grande Proletaria", oggi abbiamo un tasso di natalità fra i più bassi del mondo. Una volta eravamo una terra di gente frugale, ora rischiamo di finere sommersi dai nostri stessi rifiuti. Una volta eravamo un paese di emigranti; oggi abbiamo trovato il modo di farci accusare di razzismo dai nostri vicini europei.

Ma l'Italia è un paese strano anche - e forse soprattutto - nei riguardi dell'energia: il "paese del sole" trascura l'energia solare e si lancia, invece, sul nucleare, pur essendo del tutto privo di risorse di uranio minerali. Il paese che negli anni '50 e '60 aveva un programma nucleare all'avanguardia è stato l'unico paese al mondo che ha chiuso i reattori nucleari per referendum popolare. E' un paese dove, al tempo del referendum, nel 1987, tutte le forze politiche di quello che si chiamava allora "l'arco costituzionale" erano contro il nucleare e dove, oggi, è esattamente il contrario per tutte le forze politiche rappresentate in parlamento. E' proprio un pendolo che oscilla.

Il pendolo oscilla per tante ragioni; principalmente perché avevamo esagerato negli anni '80 nel demonizzare il nucleare. Gli ambientalisti italiani erano caduti nella trappola di credersi fautori e vincitori di un referendum che aveva ben altre origini e motivi ben più oscuri di quello di far trionfare le "energie verdi". Ora, si trovano vittime della la sindrome della "pugnalata alla schiena", qualcosa di simile all'accusa che i socialisti tedeschi si trovarono a fronteggiare dopo la prima guerra mondiale. Il tanto vituperato nucleare ha oggi il sapore del frutto proibito che non avevamo mai assaggiato; l'aspetto dell'erba del vicino che ci sembra sempre più verde.

Perciò, era inevitabile che prima o poi si arrivasse a qualcosa come la presa di posizione del governo che annuncia il ritorno al nucleare. Come tutte le cose inevitabili, non poteva essere evitata e il pendolo deve ora fare la sua oscillazione all'indietro. Notate però come funziona un pendolo; quando passa dal punto più basso viaggia alla massima velocità e sembra che debba salire fino a chissà dove, ma poi rallenta fino a fermarsi. Il programma nucleare prospettato da Scajola parte con molto entusiasmo, ma fronteggia delle difficoltà immense. Già a breve termine, le incertezze sono notevoli, come ha ben riassunto, fra gli altri, Carlo Stagnaro. Ma è soprattutto più avanti nel futuro che le cose si fanno oscure.

Il futuro dell'energia nucleare è estremamente incerto in un mondo che ha già scavalcato il picco del petrolio e che si appresta a scavalcare quello degli altri combustibili fossili. Nel turbine del grande cambiamento, l'energia nucleare mostra segni di ripresa dopo una stasi che era durata decenni. Ma è una ripresa molto debole. Se dovessimo coprire con l'energia nucleare anche solo le forniture di energia elettrica mondiali, dovremmo costruire oltre 2000 nuove centrali; molte di più se volessimo coprire il fabbisogno di energia primaria mondiale. Ma, in tutto il mondo, ci sono oggi solo 35 nuove centrali nucleari in costruzione. Ammesso che le si costruiscano veramente, basteranno a malapena per sostituire i vecchi impianti che hanno terminato la loro vita operativa. La stasi dell'energia nucleare continua.

Ci sono molte ragioni per questa stasi: incertezze sulla sicurezza, sui costi, sulla gestione delle scorie, sulla disponibilità di uranio fissile, sulla problematica strategica e altre. Quella della fissione nucleare è una tecnologia complessa e difficile che implica enormi costi di investimento con ritorni lontani nel futuro. E' quasi impossible che gli investitori si lancino in un'impresa così difficile e incerta senza un pesante intervento finanziario istituzionale. Un intervento del genere sembra piuttosto difficile nell'attuale situazione di ristrettezze economiche generalizzate. Nel frattempo, i progressi dell'energia rinnovabile potrebbero rendere la fissione nucleare obsoleta come le locomotive a vapore.

Queste difficoltà sono percepite dall'industria nucleare che sta facendo uno sforzo per migliorare la tecnologia con le centrali cosiddette di terza e quarta generazione che potrebbero risolvere, o perlomeno alleviare, problemi come le limitate risorse di uranio minerale. Ma anche per questi miglioramenti occorrono investimenti giganteschi, i tempi necessari sono molto lunghi e le incertezze sono tante. Entro i prossimi 10-20 anni, il massimo che ci possiamo aspettare è che l'energia nucleare mantenga la posizione che ha adesso fra le fonti energetiche mondiali. In un futuro più lontano, le nuove tecnologie di fissione, o forse la fusione, potrebbero portare a una rinascita dell'energia nucleare, ma ne potremmo anche vedere l'estinzione definitiva.

Di fronte a questa situazione, l'Italia si trova in una situazione particolarmente difficile per due motivi. Il primo è che non possiede risorse proprie di uranio minerale. Arrivati a completare le centrali proposte, potremmo trovarci a non essere in grado di alimentarle in una situazione di competizione internazionale per accaparrarsi le risorse di uranio disponibili. Il secondo è che il sistema industriale italiano è tutto basato sui combustibili fossili ed è particolarmente fragile di fronte a una crisi già in atto e che non può che peggiorare. Le nuove centrali arriverebbero troppo tardi per alleviare il problema; non potrebbero cominciare a produrre energia prima del 2020, circa. Ben prima del 2020 potrebbe diventare impossibile trovare le risorse necessarie per completarle. Le nuove centrali italiane potrebbero diventare archeologia industriale ancor prima di nascere.

Pur di fronte a queste difficoltà, va anche detta una cosa a favore della presa di posizione di Scajola: ha avuto il risultato di mettere in luce l'importanza del problema energetico in Italia e di evidenziare la necessità di fare delle scelte radicali e di farle subito. Se non altro, ha dato una bella scossa a certi settori dell'ambientalismo italiano che ancora si gingillano con l'idrogeno di Rifkin e con l'infinita pletora di aggeggi definiti con il prefisso "eco-", quasi tutti delle ecoballe.

Chi si dichiara contro il nucleare, a questo punto, deve proporre delle alternative serie. Non ci si può più limitare a propugnare soluzioni "deboli" basate sul risparmio come le uniche possibile e necessarie. Ben vengano doppi vetri e lampadine a basso consumo, ma bisogna anche porsi il problema di produrre energia. Se non si produce, non si può nemmeno risparmiare.

Abbiamo un'alternativa seria al nucleare: sono le rinnovabili, una serie di tecnologie in rapidissima crescita che non hanno problemi strategici, di scorie, o di disponibilità di combustibili. Con le rinnovabili possiamo contrastare la crisi del petrolio da subito. Purtroppo, però, le rinnovabili sono state colpevolmente trascurate e oggi abbiamo accumulato un ritardo spaventoso nei riguardi degli altri paesi europei, come la Germania. Su questo ritardo, l'ambientalismo italiano ha delle gravi responsabilità, ma tutti i governi degli ultimi decenni hanno trascurato il problema e, in generale, tutta la società italiana si è dimostrata refrattaria all'innovazione e ancorata al paradigma petrolifero.

Ma non è troppo tardi e le rinnovabili si stanno facendo strada come una soluzione reale ai problemi che abbiamo. Anche per le rinnovabili, il pendolo deve fare la sua oscillazione e l'Italia può ancora mettere in pratica la sua vocazione di paese del sole. Perché no? Il pendolo si sta già muovendo in quella direzione.

http://aspoitalia.blogspot.com/
Malduin
00lunedì 26 maggio 2008 23:08
Dai visto che è così bello il grafico sul costo dell'Uranio aggiungiamoci il pezzetto tra il 2007 ed il 2008.


Opss sta scendendo perchè i Canadesi (o gli Australiani) hanno aperto la nuova cava che tanto tardava? ma meglio che non si sappia e si creda che stia finendo, nevvero?

Cosa ha fatto aumentare di botto il prezzo dell'Uranio? bhe lo Zar di tutte le Russie ha smaltito solo il 65% dell'arsenale che anni prima si era previsto di smobilitare ed ha deciso di interrompersi perchè è tornato a preferire i Megatons piuttosto che i Megawatt, e presumibilmente dall'altra parte del Globo (in USA) si saranno mossi nella stessa maniera, facendo mancare di colpo il 10% della produizone modniale di combustibile nucleare...

La richiesta dei reattori attualmente esistenti è leggermente inferiore alla produzione di Uranio....è vero che i giacimenti facilifacili sono già in gran parte usati (ma non tutti, in molti posti (in Italia in Val Seriana) le autorità locali hanno vietato le miniere di Uranio, quindi resta li in attesa di essere estratto).

L'uranio non è infinito e neanche si trova scavando una buca per terra (per fortuna direi, è radioattivo e rilascia gas cancerogeni, tipo il Radon..), ma non è motivo buono per falsare i dati e paventare carenze che non ci sono.... la produzione stimata, ed il consumo stimato sono più o meno costanti (più reattori ma che consumano meno), con un leggero margine di vantaggio per la produzione, se trovo il pdf ve lo linko, era una roba della UE. (Globalmente pro nucleare, per limiare le emissioni di Co2)


(siete consci di quanto possa incidere questo dato nella scelta di dove aprire un impresa o di dove fare un investimento per un impresa straniera o di grosse proporzioni?)

Questa è un immagine che non so quanto centri ma mi piaceva allora ve l'ho messa, aggiungiamo anche la considerazione che sulle bollette pesano anche i famosi 20€ di risarcimento all'Enel per l'abbandono del nucleare (Miliardi di investimenti in fumo, penali suoi contratti esteri rotti etc..).

Della serie Politiche illuminate ;)

Direi che se l'ENEL e gli altri big del energia elettrica Italiana vogliono usufruire di questa "nuova" tecnologia hanno tutto il diritto di farlo, opporsi è immotivato oscurantismo, mi sa di "mi vengono in mente gli "operai" del '600 che bruciano il telaio meccanico, o gli ecclesiastici che non vogliono guardare nel canocchiale"!
Malduin
00lunedì 26 maggio 2008 23:15
Mi è capitato sotto mano questo...

sempre da uxc.com.. questo prende in considerazione non solo la produzione Europea (come il pdf che citavo su) ma quella mondiale...
Arvedui
00lunedì 26 maggio 2008 23:21
Vedo che la vecchia arte di arrampicarsi sugli specchi è più viva che mai [SM=x751532] [SM=x751578]
cointreau il possente
00martedì 27 maggio 2008 10:31
Re:
Malduin, 26/05/2008 23.08:



Direi che se l'ENEL e gli altri big del energia elettrica Italiana vogliono usufruire di questa "nuova" tecnologia hanno tutto il diritto di farlo, opporsi è immotivato oscurantismo, mi sa di "mi vengono in mente gli "operai" del '600 che bruciano il telaio meccanico, o gli ecclesiastici che non vogliono guardare nel canocchiale"!



direi che si può parlare tranquillamente del tema senza affibbiarsi inutili etichette quali "opporsi è immotivato oscurantismo" blablabla (tra parentesi, gli "operai" erano di fine '700, il movimento si chiamava luddismo,la rivolta scoppiava per la paura, tra le altre cose, per quella che successivamente verrà chiamata dislocazione tecnologica, non per le nuovi fonti di energia), ti sembra?
forse sarà oscurantismo (come no?), di certo ha le sue forti ragioni.
Bye


ipercritico
00giovedì 12 giugno 2008 18:25
Re: Re: Re:
=Mimmoxl=, 24/05/2008 22.22:



Ehm... Scusami, ma a cosa ti riferisci riguardo al mio post precedente? Io di scorie nn ho parlato, ho parlato di scorte (inteso per uranio e plutonio utilizzabili nel mondo)






[SM=x751545]

beh ....la parola scorie però non è del tutto campata per aria dato che il
"nostro" Rubbia , ha proprio in progetto una sorta di reattore per ridurre e riutillizzare le scorie nucleari .
ipercritico
00giovedì 12 giugno 2008 18:28
Re:
Arvedui, 23/05/2008 15.33:

Nel 2007 tutti e due i dati a favore del vento. E tra il 2008 e il 2012
la produzione effettiva sarà di due volte e mezza superiore
Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare
Negli Stati Uniti, il 30 per cento della potenza installata viene dall'eolico
In attesa dei reattori di quarta generazione il contributo dell'atomo scenderà


[..]
(23 maggio 2008)

Grazie berlusconi [SM=x751571]




veramente ... grazie Soru ! visto che la sua giunta ha chiesto lo smantellamento di metà dei "mulini" in Sardegna

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