L'AVVOCATURA DELLO STATO CONTRO I PM DI MILANO: UN DOCUMENTO CHE ASSUME TONI POLITICI

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INES TABUSSO
00giovedì 12 aprile 2007 12:41

CORRIERE DELLA SERA
11 aprile, 2007
MEDIO ORIENTE IL TERRORISMO
Abu Omar, l' accusa del governo «Danno sensibile all' Italia dall' inchiesta dei pm milanesi»
Ecco il documento dell' Avvocatura dello Stato
Giovanni Bianconi

ROMA - Le indagini della Procura di Milano sul sequestro di Abu Omar hanno provocato un «sensibile danno» all' Italia e al suo apparato di intelligence; né il governo di Roma né i servizi segreti sono più credibili agli occhi dei loro alleati, perché i magistrati hanno svelato nomi, fatti e relazioni che dovevano restare riservati. È un atto d' accusa durissimo quello che l' Avvocatura dello Stato ha consegnato alla Corte costituzionale per chiedere di annullare il rinvio a giudizio dell' ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e degli altri 34 imputati del rapimento dell' imam egiziano, avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003. Un documento stilato su mandato del Consiglio dei ministri, già noto nelle conclusioni ma non negli argomenti che a tratti vanno oltre le considerazioni giuridiche per assumere toni decisamente politici. Coincidenti con i giudizi espressi da qualche ministro in carica anche nelle polemiche degli ultimi giorni sul «caso Mastrogiacomo», ma pure dall' opposizione. A cominciare dal suo capo, Silvio Berlusconi. L' Avvocatura dello Stato, come si sa, ritiene che i pubblici ministeri di Milano abbiano violato il segreto di Stato con l' acquisizione di documenti classificati e delle intercettazioni telefoniche su linee riservate. Ma poi aggiunge: «Sotto il profilo della politica internazionale, va rilevato il sensibile danno recato all' immagine del governo italiano, soprattutto nella delicatissima e vitale materia della collaborazione fra Stati nel campo dell' antiterrorismo». E ancora: «La divulgazione dei risultati istruttori espone i Servizi italiani al rischio concreto di "ostracismo informativo" da parte degli omologhi stranieri interessati a problematiche comuni, con evidenti negativi contraccolpi sullo svolgimento dell' attività informativa presente e futura». L' atto con cui si propone alla Corte costituzionale il conflitto di attribuzione tra poteri è un florilegio di accuse e giudizi negativi sul comportamento dei magistrati che nel corso degli interrogatori avrebbero «forzato» gli indagati a rispondere anche su argomenti riservati. Un «atteggiamento che appare teso, costi quel che costi, all' apprendimento di notizie coperte dal segreto di Stato» e «assai poco conforme al principio di leale cooperazione tra poteri dello Stato, teso com' è alla prevaricazione degli indagati imputati, nel dichiarato scopo di pervenire ad accertamenti tassativamente vietati dall' ordinamento vigente». Per l' Avvocatura, e dunque per il governo, poco importa che sul sequestro di Abu Omar non sia mai stato opposto il segreto, né l' inesistenza di norme che vietino - ad esempio - di intercettare i telefoni dei Servizi. Quelle utenze sono riservate in quanto tali, e nell' archivio romano di via Nazionale gestito da Pio Pompa, il «fedelissimo» di Pollari, sono stati sequestrati atti «oggettivamente coperti da segreto di Stato». Il vincolo di riservatezza esisterebbe «anche in assenza di una sua opposizione, e l' autorità giudiziaria che si imbatte in un segreto per tale riconoscibile ha il dovere di non violarlo o, se ha dei dubbi, di chiedere conferma al presidente del Consiglio». Invece i pubblici ministeri non si sono fermati, svolgendo «indagini "a tappeto" sul Sismi e i suoi vertici, che più che volte a perseguire responsabilità penali individuali sembrano tese a indagare (se non a criminalizzare) l' attività di un apparato dello Stato le cui funzioni attengono alla sicurezza della nazione». Il segreto di Stato è l' argomento centrale della difesa del generale Pollari. Il quale sostiene di non poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati senza attingere a documenti riservati, che il governo non intende rendere pubblici. Per il giudice che l' ha rinviato a giudizio prevale il diritto di difesa, e dunque Pollari potrebbe violare quel segreto, ma il generale non vuole. I suoi avvocati, Franco Coppi e Titta Madia, hanno proposto l' illegittimità costituzionale della legge che riserva ai soli testimoni la possibilità di invocare il segreto di Stato, escludendola per gli imputati. Il giudice l' ha dichiarata manifestamente infondata, ma ora l' Avvocatura dello Stato la riprende e chiede alla Consulta di affrontare la questione: «Una lettura costituzionalmente corretta - sostiene - può portare all' affermazione dell' opponibilità del segreto anche da parte dell' imputato-indagato». È un' altra sponda difensiva offerta all' ex direttore del Sismi dal governo che lo ha rimosso quattro mesi fa. * * * Il rapimento a Milano Il sequestro Il 17 febbraio del 2003 l' ex imam della moschea di viale Jenner, Abu Omar, viene sequestrato in via Guerzoni, a Milano. Secondo la Procura il rapimento è stato compiuto da agenti segreti Usa, con l' aiuto di uomini del Sismi. Dopo il rapimento viene trasferito in furgone fino alla base Usa di Aviano e da lì, in aereo, passa prima dalla Germania e poi in Egitto.


* * * Coinvolti agenti Sismi

Il processo

Nel giugno del 2005 la Procura di Milano spedisce i primi ordini di custodia cautelare contro alcuni agenti 007 statunitensi. Il 5 luglio 2006 viene coinvolto il Sismi. Il 16 febbraio scorso Nicolò Pollari, Marco Mancini, altri tre funzionari del Sismi e 26 agenti della Cia sono stati rinviati a giudizio per sequestro di persona



* * * Rilasciato al Cairo

La libertà

I pm milanesi hanno sollecitato in più occasioni il Guardasigilli, Clemente Mastella, a decidere sull' estradizione degli agenti Usa. Richiesta già respinta dall' ex ministro Castelli. Abu Omar, nel frattempo finito al Cairo, nel carcere di Al Tora, viene liberato domenica 11 febbraio. Tornato ad Alessandria d' Egitto, dice: «Denuncio Silvio Berlusconi»






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