Liberata Ingrid Betancourt

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vanni-merlin
00mercoledì 2 luglio 2008 22:25
L'annuncio del ministro della Difesa colombiano: "Sono in buone condizioni''
Rilasciate 14 persone nella zona di Miraflores, nel centro della Colombia
Liberata Ingrid Betancourt

Con lei tre ostaggi americani
Il ministro della Difesa colombiano: "Liberi con operazione militare"
Non ci sarebbero stati scambi. La gioia del figlio Lorenzo. Il messaggio di Benedetto XVI


BOGOTA' - E' stata liberata Ingrid Betancourt. La candidata alla presidenza della repubblica colombiana era stata rapita il 23 febbraio 2002 dai guerriglieri delle Farc ed è rimasta sei anni e mezzo nella jungla nelle mani dei suoi rapitori. Con lei sono stati rilasciati una quindicina di ostaggi tra cui 3 soldati americani e undici colombiani. Secondo il ministro della Difesa colombiano Juan Manuel Santos sarebbero tutti in buone condizioni di salute.

La donna, 46 anni, sarebbe in "condizioni ragionevolmente buone". E' stata liberata nella zona di Miraflores, nel centro della Colombia.

"Gli ostaggi sono stati liberati con un'operazione militare - ha spiegato il ministro - durante la quale è stato possibile infiltrare nel primo cerchio delle Forze armate rivoluzionarie di Colombia colui che negli ultimi anni ha avuto incarichi di sorveglianza di un importante gruppo di ostaggi". Un blitz, quindi, con un nome in codice: Scacco 2. E non un rilascio concordato o una delle trattative di scambio di cui si era fatto tramite e supporter nei mesi scorsi il presidente venezualano Hugo Chavez utilizzando ponti aerei con la protezione della Croce Rossa. Il tutto con grande disappunto del presidente colombiano Uribe che oggi può invece rivendicare al suo governo la liberazione dell'ostaggio più famoso del mondo. Senza fare sconti alla linea dura contro i guerriglieri per cui Uribe è diventato famoso e molto popolare in Colombia. Uribe, ad esempio, aveva rifiutato in passato le condizioni dei ribelli per la liberazione della donna, come quella di far arretrare i soldati nella jungla di un'area grande come New York. Uribe disse no. E anche quel contatto sparì.

Da Parigi l'urlo di gioia del figlio Lorenzo. "E' la notizia più bella della mia vita" ha detto il ragazzo che la mamma non vede da quando era bambino e a cui aveva dedicato uno dei passaggi più struggenti della lettera recapitata ai media nel dicembre 2007.

I tre soldati americani a contratto liberati sono Thomas Howes, Marc Gonsalves e Keith Stansell. Erano stati rapiti quando il loro aereo fu abbattuto durante una missione antidroga nel febbraio 2003.

Ingrid e i tre soldati Usa erano considerati tra i " 44 ostaggi chiave" nelle mani della guerriglia che in tutto tiene prigionieri circa 700 ostaggi.

E' il Pontefice uno dei primi a far arrivare la sua gioia per la liberazione. "Siamo molto contenti - è il messaggio fatto pervenire tramite padre Federico Lombardi, responsabile della sala stampa vaticana: "E' una bella notizia e speriamo in un segnale promettente per un cammino di vera pacificazione più ampio e duraturo in tutta la Colombia".
(2 luglio 2008)


da: www.repubblica.it/2008/04/sezioni/esteri/betancourt-farc/betancourt-liberata/betancourt-liber...


fiordineve
00sabato 5 luglio 2008 00:49
Ingrid Betancourt parla della prigionia


L'annuncio della morte del padre è stato il momento più duro degli oltre sei anni trascorsi nelle mani delle Farc, la guerriglia colombiana. Lo ha dichiarato Ingrid Betancourt, l'ex candidata alla presidenza colombiana che, all'indomani della sua liberazione, si è raccolta con la famiglia sulla tomba del padre a Bogotà. Gabriel Betancourt, ex ministro dell'istruzione, è morto il 23 marzo 2002 di infarto.

La Betancourt venne sapere del decesso quando era già nelle mani dei suoi sequestratori da oltre un mese. "Siamo venuti a pregare per mio padre. Ringrazio la Colombia per avermi accompagnata sulla tomba del mio papà", ha detto l'ex ostaggio della Farc nella chiesa di Cristo Re, dove si trovano i resti di Gabriel Betancourt.

"Ho pensato al suicidio"
Ossessionata da pensieri di suicidio e dalla paura di venire uccisa, Ingrid Betancourt cominciava ogni giorno della sua prigionia alle 4 del mattino, infreddolita e depressa, ma sveglia nel buio per ascoltare alla radio le parole di incoraggiamento di sua madre.

Spesso incatenata per il collo a un albero in campi segreti nella giungla, infestati da insetti e pieni di fango, aveva perso la voglia di mangiare. "La morte è il più fedele compagno di un ostaggio - ha detto la Betancourt ai giornalisti - Vivevamo con la morte... e la tentazione ci accompagnava sempre". "Per tre anni sono rimasta incatenata 24 ore su 24", in condizioni di "umiliazione, vessazione e tortura. Ho avvertito tentazioni a lasciarsi andare a comportamenti demoniaci - dice l'ex candidata alla presidenza della Colombia in un'intervista a Europe 1 - Penso che bisogna conservare una grande spiritualità per non scivolare nell'abisso".

Consapevole che altri prigionieri erano stati uccisi nel corso degli anni, Ingrid temeva per la propria vita, di poter morire per mano delle Farc o in una battaglia fra ribelli e militari.

E, come quasi tutti gli ostaggi liberati, ha detto che fondamentali per la sua sopravvivenza sono stati il pensiero dei figli e i messaggi trasmessi per radio da parenti, amici e sostenitori, che l'hanno aiutata a sopportare anche la grigia routine di giorni in cui i ribelli la obbligavano ad andare a dormire alle sei del pomeriggio.

Durante la prigionia, la Betancourt ha anche cominciato a fumare, e usava le sigarette che riusciva a procurarsi come merce di scambio per procurarsi un po' di sapone o qualche medicinale per i suoi problemi di stomaco.

Si lavava completamente vestita per sottrarsi agli sguardi dei suoi rapitori. A una domanda se l'avessero stuprata, Betancourt ha risposto: "Ho avuto esperienze dolorose... Ma non voglio parlare di ciò qui, ora, in questi momenti di felicità".

I tentativi di fuga venivano puniti: incatenata per il collo, privata del cibo, obbligata a camminare a piedi nudi durante i trasferimenti da un accampamento all'altro.

"Trattata come un cane"

"Questa libertà mi arriva improvvisamente, sono ancora anestetizzata dallo shock, mi è difficile riflettere su me stessa". Sulle sue condizioni di detenzione, ha detto di essere stata trattata "come un cane". "E' un trattamento che non si potrebbe riservare neanche a un animale", ha detto, aggiungendo: "C'era solo crudeltà e cattiveria".




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