Natalia Bondarenko

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Francesca Coppola
00mercoledì 8 settembre 2010 14:17

Mi è capitato più volte di incrociare l'arte poetica di questa artista e tutte le volte sono rimasta affascinata dal suo modo di esprimersi.


Per la cronaca, copio qui la sua presentazione sul suo blog:


Nata a Kiev (Ex Unione Sovietica) da famiglia di artisti. Frequenta per otto anni la scuola specializzata dell’arte (poesia, pittura, pianoforte, canto) ottenendo ottimi risultati per la sua evoluzione di artista.
Dal 1980 al 1985 si dedica al canto e si laurea presso la Accademia della Musica di Minsk (Bielorussia), lavorando presso la Filarmonica Statale di Bielorussia e tenendo concerti in tutta l’Unione Sovietica.
Nel 1990 si trasferisce in Italia e lavora come interprete di lingua russa. (Negli ultimi anni anche di lingua ucraina). Scrive da sempre nella sua lingua madre, in particolare ha scritto sceneggiature per spettacoli universitari, poesie e racconti. Direttamente in lingua italiana scrive solo da pochi anni.
Attualmente Natasha Bondarenko è presente nella giovane arte friulana partecipando a numerose mostre personali, collettive e manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali.


Ha pubblicato da pochissimo il suo primo libro: "Profanerie private".




Francesca Coppola
00mercoledì 8 settembre 2010 14:20

Giorni festivi



Venerdì
sotto l’invidiosa luce della luna
ho inghiottito per ingordigia pura
la tua partenza

Sabato

un sasso senza peso,
ben preciso nello stomaco
mi ha steso sul letto
agonizzante

Domenica

al risveglio
imploravo tutte le sante ragioni -
avere le forze
per ricominciare la dieta, magari
mediterranea,
dei tuoi ritorni.




dai SCHIZZI


Sono davanti a te,

(davanti al mio distributore di bevande preferito)

confusa fra la scelta

assetata

con gli spiccioli che mi mancano

(come sempre)

che cadono costantemente giù,

per terra

(chi sa perché)



in questi giorni

dovrei fare un paio di occhiali nuovi

per leggere meglio,

per azzeccare la scelta

per non sbagliare i conti

(quando sto davanti a te)



per un capriccio diresti tu



per non avere più sete

mi illudo


Francesca Coppola
00mercoledì 8 settembre 2010 16:54
Raccolta di SCHIZZI


La tua camicia di un lillà accecante,

comprese le sue righe rosse

con i fiori del mio giardino

pieno delle petunie paffute,

delle rose intoccabili

e delle spighe accattivanti

è un mandala puro per i miei occhi



da completare

sicuramente e probabilmente a mano

con un mio colore preferito -

il nero della mia rassegnazione.



Dalla Raccolta: "Profanerie Private"



Per me

più facile sarebbe

essere una rondine,

approfittare in volo per sfiorarti con l’ala

quando sei al bivio di una strada

da prendere



o, essere un lampione

davanti casa tua

per testimoniare la tristezza quotidiana

del tuo rincasare,



o, ancora,

essere una bolla di sapone,

da te soffiata in su, nell’aria e poi scoppiata

bagnando il tuo viso

e morendo nell’occhio che piange

di sicuro

per me.




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Percorrerei a piedi tutta la città

spaccandomi le dita,

inciampando in ogni tua traccia

lavata dalla pioggia,

seguendo le ombre poco sobrie

dei lampioni spenti;



percorrerei la strada più veloce,

senza vergogna

saltando le pozzanghere al volo,

con il cuore

impacchettato sotto il braccio;

senz’anima,



fiutando con il naso giù per terra,

come fossi una cagna,

lo scopo della corsa (pur sempre

zoppicando)

finire subito sotto le tue lenzuola



se

solo

tu provassi ad aprire quella porta.

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Vorrei proteggerti da me,

dal nubifragio dei miei tanti dubbi,

dalla distrazione evidente di notarmi,

vagabondando nella tua mente oscillante,

vorrei negarti il possesso e tutto il resto,

e,

soprattutto,

vorrei finire in ginocchio per insegnarti

come si chiede la pietà

con un procedimento più avvincente,

per

poi chiarirmi che scherzavo solo,



vorrei privarti della delusione di scoprirmi,

di capirmi,

risparmiandoti le ore di guerra con te stesso,

i miei capricci,

le mie verità poco convincenti,

vorrei che a te, dopo di me,

non rimanesse niente.















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