Quando si affida Beethoven ai giovani

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vanni-merlin
00mercoledì 27 settembre 2006 00:40
Quando si affida Beethoven ai giovani

22/9/2006
di Sandro Cappelletto

E’ la cosa più importante mai e ovunque accaduta nel campo della musica classica», dice Simon Rattle parlando di quanto rappresenta il sistema di orchestre giovanili e infantili creato in Venezuela da José Antonio Abreu. Musicista e uomo politico, ha deciso che, nel suo Paese poverissimo e violento, la musica poteva rappresentareun argine e insieme una concreta speranza contro il degrado e la miseria di migliaia di ragazzi. Con tenacia incrollabile ha costruito in trent'anni una realtà musicale e sociale che non ha eguali al mondo, non solo nel campo della musica colta.

La scorsa settimana l'Orchestra Giovanile Simón Bolivar ha effettuato una tournée italiana, a Palermo e a Roma, diretta da Claudio Abbado, che dedica particolare affetto a questi ragazzi. Con Abbado, è salito sul podio Gustavo Dudamel: venticinque anni, figlio d'arte di Abreu, direttore che in poco tempo si è imposto all'attenzione internazionale. Ad ottobre lo attende alla Scala «Don Giovanni » di Mozart.

Tali sono la visibilitàmediatica e la qualità musicale guadagnate dalla Bolivar e da Dudamel, che la Deutsche Grammophone li accoglie nel proprio catalogo, affidando loro la Quinta e la Settima Sinfonia di Beethoven.

Il messaggio commerciale è chiaro: i classici tra i classici entusiasmano anche i giovani, in qualsiasi parte del mondo, da qualunque condizione sociale e culturale provengano.

L'orchestra non ha pecche, in nessuna sezione, è compatta ed elastica, tesa e sensibile. Per capire le intenzioni di Dudamel, niente di meglio che ascoltare prima di lui Furtwaengler: un abisso fatalmente li separa. Il ragazzo sud-americano non sente in Beethoven tragicità e dramma, ma impulso irrefrenabile, affascinante potenza, fiducia. Ha compreso quale sia, in musica, l'importanza decisiva del tempo, dunque delle pause, dell'attesa, che volentieri teatralizza, creando forti contrasti tra pieni e vuoti della massa sonora, tra tensione e distensione. E' morbido e suadente, senza ungersi nella retorica, nell'Allegretto della Settima, il movimento che più convince; nel conclusivo Allegro con brio stacca subito un tempo tiratissimo, giocandosi l'effetto di progressivo accumulo della pulsazione ritmica. Senza però trascurare mai la complessità delle linee del suono, il loro incrociarsi, perdersi e ritrovarsi. Dudamel vede chiaro.

Beethoven Quinta e Settima Sinfonia, Orchestra Giovanile Simón Bolivar, direttore G. Dudamel Deutsche Grammophon, € 18

(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 23 settembre)




da: www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=37&ID_articolo=243&ID_sezione=66&sezione=Note+c...

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