Due giorni fa ho visto il programma EXIT, su La7.
Incautamente i giornalisti fanno un’inchiesta sullo scambio voti-alimentari che si registra in Sicilia, facendo nomi e cognomi. Poi, è la volta di Napoli. Le telecamere sono vicine ai seggi e non possono riprendere simboli, nomi e mandanti per “questioni legali”. I voti, i napoletani, li mettono all’asta; una specie di E-bay voto: lo si dà al maggior offerente.
Cuffaro, presente in studio, dice che i servizi giornalistici non sono equi dal momento che, in Sicilia si fanno i nomi, mentre a Napoli nulla si dice al riguardo. Applausi dalla platea.
Davvero una stupidissima “ingenuità” di La7.
Per giunta, in Sicilia si vanno a cercare queste notizie tra le periferie che rappresentareranno, secondo me, sì e no, il 5 per cento di quel 65 che ha preso Lombardo. Ma il resto? I borghesi corrotti? Nulla.
Poi, è la volta della Lega. Lo spauracchio sulla sicurezza (che a Roma Alemanno sta passando come “problema” pur essendo davvero inesistente), fa la sua grassa figura e la Lega becca un sacco di voti.
La domanda è: Che differenza c’è tra queste tre pratiche “politiche” per l’accaparramento del voto?
La risposta: Nessuna.