Svegliarsi.

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JABANS
00giovedì 15 marzo 2012 21:16
Come al solito non è una cosa molto importante, ci sono cose più divertenti da leggere. E' che io ci sono fissato.

Questo è solo una prima parte, ho un po' da fare e non posso stare molto sul forum, oltretutto rischio di perdermi la puntata di 'Montalbano'.

Noi viviamo in un sogno.
Finchè il sogno è gradevole: Ok, si può continuare così, che male c'è?
Ma se per caso il sogno è un incubo, o semplicemente una pizza, l'unica è svegliarsi.
Ci si può svegliare? Certo che si, ma dipende dalla decisione che uno prende.

Che la vita sia un sogno, un'illusione e cose così... le avrete già sentite o lette, ma nessuno vi dice cosa accade da svegli.
Sapere cosa accade una volta svegli: può essere un buon inizio per cominciare a svegliarsi.

Chi fa sogni coscienti può facilmente capire di cosa parlo, rendersi conto che si sta sognando può produrre tre risultati: ci si sveglia per davvero, si ritorna allo stato di veglia, oppure ci si sveglia nel sogno (così diventa un sogno cosciente), oppure, ancora si sogna di svegliarsi, persino di alzarsi ed andare a lavorare, ma è un sogno, lo si capisce solo quando, poi, ci si sveglia per davvero.

Forse vi state chiedendo, perchè diavolo, vi stia dicendo tutto questo.
Il fatto è che: svegliarsi dal sogno creduto realtà è come un sogno cosciente, nella vita non è possibile tirarsi su da un letto, ma ci si può rendere conto che la vita è un sogno, e, come in un sogno cosciente: si può modificare a proprio piacimento il sogno, in questo caso la vita.
La vita da incubo che vivevamo smette di essere tale, e possiamo 'colorarla' del colore che più ci aggrada.

Bene vi lascio un po' di tempo per decifrare ciò che ho scritto, perchè mi rendo conto che per chi sente per la prima volta questa cosa può essere un po' complicato.

Al prossimo giro vedremo come decidere in modo adeguato e perchè.

Jab
JABANS
00sabato 17 marzo 2012 00:12
Chissà se sono stato chiaro, è allucinante scrivere senza contraddittorio, uno si immagina persino di essere intelligente...

Ma andiamo avanti:

Avrete sentito spesso che è importante vivere ed agire consapevolmente... essere consapevoli.
Sembra chissà chè, ma in realtà noi viviamo ed agiamo con una certa consapevolezza, ma è proprio poca, poca. E' più facile che, durante il giorno, siamo completamente incosapevoli, stiamo sognando un sogno da svegli, completamente assorbiti dal personaggio onirico che crediamo di essere, un attore che ha dimenticato chi è, e crede di essere il personaggio che interpreta.

Essere consapevoli è semplicemente osservarsi, mentre pensiamo, parliamo, agiamo, mangiamo... non ha importanza cosa si fa, è importante osservarsi senza giudicarsi in un qualsiasi modo, la consapevolezza è l'orservazione, non l'azione o il giudizio di quella azione.

Cosa succede quando si è consapevoli?
Succede che si fa vivo un osservatore.
Chi è questo osservatore?
Siete il voi che è sempre sveglio e non dorme mai, il vostro vero voi, lo chiameremo il Testimone.
Il Testimone si limita a fare ciò: ad osservare. Può osservare la mente che ragiona, ma la ragione non può osservare il Testimone, perchè la ragione è un vostro strumento, il Testimone invece è il padrone di casa, siete voi.
Man mano che praticate la consapevolezza, il Testimone sarà sempre più presente, ma non fatene un desiderio ossessivo, ogni tanto quando ve ne ricordate siate il Testimone che osserva, potete osservare la vostra mente o ciò che vi circonda, le altre persone, osservate senza giudicare, o catalogare, osservate e BASTA.

Pian piano vi renderete conto che la vita è un sogno, una specie di recita, potrete benissimo continuare a recitare anche voi, ma saprete, senza ombra di dubbio, che è una recita, e che ognuno sta sognando il suo sogno personale.

Jab
JABANS
00sabato 17 marzo 2012 16:07
Ammesso e non concesso che uno pratichi, con un pizzico di buona volontà, la consapevolezza, decidendo che si sta svegliando.
Troverà chi veramente è.
Il Testimone o il vero Sé.
Il Testimone non ha nome, quello che portate di solito: è quello che vi hanno dato quando siete nati. L'hanno scelto i vostri genitori, voi eravate troppo piccoli, per esprimere una vostra preferenza, poi vi ci siete affezionati, dite la verità, magari lo trovate anche bello, non è vero? Oppure no... chissà?

Per la prima volta scoprite che voi siete una cosa e la vostra mente, la ragione: è roba vostra, al pari di una mano od una gamba.
Vi avevano detto, magari, che voi eravate la vostra mente, un fenomeno prodotto dalla ragione.
E la ragione fino adesso si era arrogata il diritto di scrivere il copione della vostra vita, trascinandovi in casini senza fine, con dubbi e paure: un servo cercava di dirigere il Padrone, senza dargli neanche il diritto di dire la sua.
Eh, sì! La ragione impedisce al Testimone di farsi sentire... va bé, sarebbe più giusto dire: che la ragione ci impedisce di sentirci, in pratica ragioniamo con noi, di noi. Un ragionamento senza fine, ci chiediamo come siamo... cosa dobbiamo fare... se stiamo facendo bene... se si sono accorti che siamo dei salami... che vorremmo essere così o cosa'... e via di questo passo!

Però non dovete fare l'errore di pensare che la vostra ragione sia malevola, non ha colpa alcuna, come non ne ha: un vostro occhio o una vostra mano, se pensate che un vostro occhio o una vostra mano siano utili e innocenti, lo è anche la vostra ragione, era soltanto un problema d'organizzazione, perché ragione e Testimone devono collaborare in equilibrio, né l'uno, né l'altra devono prevalere. Il buffo è che è proprio la ragione (senza Testimone), a farvi pensare che la ragione sia malevola.
La ragione senza il Testimone, è come se ci vedesse doppio, gli manca il Testimone e si inventa, una parte fittizia dove far risaltare le cose, è per questo che si dice che la mente è duale, cioè per capire il bene ha bisogno del male, per il bello: il brutto, per l'alto: il basso... via di questo passo e viceversa.
Al tempo stesso, nell'improbabile, e raro, caso che ci fosse il Testimone senza ragione: il Testimone, cioè voi, vi perdereste, perché il Testimone è in contatto continuo col Tutto, con l'intera Esistenza. Ma non sarebbe in grado di parlare, razionalizzare, organizzare... in una parola non saprebbe ragionare!
Quindi il Testimone ha bisogno della ragione, è il suo navigatore satellitare, gli fa tenere i piedi per terra.
Con il Testimone attivo, non avrete più un mondo diviso in due, niente più dualità. Non ci saranno più: solo due scelte, ma tantissime, perché il Testimone può attingere direttamente dal Tutto, dove sono presenti tutte le possibilità, e quando dico tutte intendo proprio tutte... provatene a dirne una e io vi dirò che è presente!
Finalmente la ragione può scegliere fra infinite possibilità, ed una volta scelto sarà il Testimone a realizzare la scelta, cioè: la state realizzando VOI, non state più reagendo, ma agendo.

Jab
JABANS
00domenica 18 marzo 2012 13:12
Quando Testimone e ragione sono uniti, sembra che siate divenuti più intelligenti, così apparirà a chi vi sta intorno.
In realtà il quoziente intellettivo è un errore madornale, ma vaglielo a dire agli psicologi!
Siamo tutti dotati di moltissima intelligenza (la stessa per tutti), a variare è il grado di consapevolezza che uno possiede, la stessa persona che acquisisce consapevolezza si sentirà un po' più sveglio, più acuto.
A volte basta un'esperienza, importante, di vita a spingerci verso noi stessi, verso il Testimone e a farci provare questa sensazione di 'acutezza' ulteriore.

Ma adesso che Testimone e ragione sono uniti o in contatto frequente, siamo divenuti speciali?

Senza dubbio, all'inizio, ci esalteremo un po', è normale: dopo aver tanto 'dormito'!
Ma ben presto, ci abitueremo a questa condizione (a star meglio ci si abitua subito...), certo quando avremo a che fare con persone che ancora dormono profondamente, potrebbe venire la tentazione di manipolarli, è facilissimo manipolare uno che dorme, ma abbiamo un tesoro a disposizione e quando si è ricchi la cosa migliore è 'investire' il nostro capitale!
Le possibilità di 'investire', sono veramente tante: si può fare di tutto, possiamo esprimerci attraverso l'arte, possiamo investigare ciò che ci circonda, possiamo dare la possibilità a chi amiamo di vivere più pienamente la vita, in una parola qualsiasi forma d'investimento sia sarà l'unica forma di investimento possibile, cioè: Condividere!
Fare il contrario ci farà ricadere nei sogni e nei vuoti desideri, abbiamo tutto, ma se cominceremo a desiderare, per poterlo fare, dovremo creare l'illusione che ci manchi qualcosa.
Siamo divenuti degli Imperatori di noi stessi, bisognerà comportarsi come tali, il mondo è pieno di persone che si credono mendicanti, diamo a piene mani, diciamoli la verità: che sono degli Imperatori!
Il nostro 'capitale' aumenterà in modo esponenziale!

Il processo di rendersi consapevoli, è personale, non si può indurre nessuno a divenire consapevoli, si possono dare indicazioni, qualche risposta a domande precise, ma non si può rendere qualcuno consapevole.
Ognuno è se stesso, ed ognuno può conoscere, da solo, la verità su se stesso.
Noi degli altri possiamo conoscere solo ciò che ci mostrano, ma se anche riuscissimo ad andare al fondo di un altro essere lo riconosceremo per quel che è: un essere completo quanto noi, magari immerso in un profondo sonno, ma un altro simile.
Ogni giudizio cadrebbe, non si può giudicare qualcuno dai suoi sogni.

Jab
il vulcaniano.
00domenica 18 marzo 2012 19:34
Quanti imperatori stanno ancora dormendo, e quanti tiranni svegli e pronti alla guerra per una conquista fatta di nulla.
Battaglie giocate nella mente di tanti dove nessuno vince e tutti perdono.
E mentre infuria la battaglia, si perde il fine della vita.
Facciamo pace...facciamola con noi stessi, non esistono nemici fuori se non quelli della nostra mente. Occorre sconfiggere i fantasmi delle persone che vorremmo essere... facendo pace con noi stessi, per scoprire dopo il "meraviglioso" che è in noi.
Le mancanze ci creano delle mete da raggiungere, ma la mancanza è il sogno della mente mentre il testimone guarda con tacito divertimento:

Perché ti affanni,anima mia, se di nulla sei mancante? quello che cerchi sono io e non vedo l'ora di vivere assieme a te anche i tuoi sogni. Assieme li vivremo senza affanno e con la pace nel cuore.
Sono colui che dona perché la mia essenza è puro amore, e se vuoi avere non devi pensarti mancante di nulla... poiché io sono colui che crea anche la mancanza di me, affinché tu possa ritrovarmi. Sono sempre con te, e appena sarai sveglio, mi vedrai!
Io sono!
JABANS
00domenica 18 marzo 2012 20:06

poiché io sono colui che crea anche la mancanza di me, affinché tu possa ritrovarmi. Sono sempre con te, e appena sarai sveglio, mi vedrai!
Io sono!



Vulcano, sei un poderoso portento!
Hai anche anticipato il prossimo post!
Ma cooome faaai? [SM=g27987]

Ciao
Jab
il vulcaniano.
00domenica 18 marzo 2012 20:46

Ma cooome faaai?


La prossima volta mettici il copyright su quello che pensi; io l'ho trovato "lì" !!!!! [SM=g9013]
JABANS
00domenica 18 marzo 2012 21:04
[SM=g8431] Hai ragione lascio troppa roba in giro, che ci vuoi fare? E' che sono distratto, sono!

[SM=g8067]
JABANS
00lunedì 19 marzo 2012 16:59
Più su ho detto che svegliarsi in questo mondo equivale a fare un sogno cosciente, le analogie sono tante.
Come in un sogno cosciente, siamo perfettamente vigili, la realtà che ci circonda è una nostra creazione, ci sentiamo in grado di fare qualsiasi cosa, non ci chiediamo come far accadere le cose, sappiamo che siamo al posto giusto e siamo indispensabili.

Molte persone vorrebbero cambiare il mondo, e lottano per cambiarlo, molti si sacrificano per questo cambiamento, si danno da fare con tutto il cuore e non c'è dubbio che siano sinceri e caritatevoli.
Ma malgrado che siano persone apprezzabili da ogni punto di vista, stanno perdendo il loro tempo (e la loro energia), perché non è quella la strada.
La strada per operare cambiamenti nel mondo passa attraverso di noi, ma, sia chiaro: non sto parlando di diventare dei missionari, di reprimersi, di redimersi, di pentirsi e dedicarsi al bene.
Sia lottare che fustigarsi sono azioni fallimentari, non si cambia, in questo modo, neanche il pianerottolo di casa... figuriamoci il mondo.

Noi facciamo parte di una sola cosa, la possiamo chiamare vita o mondo, perché il mondo altro non è che la vita di questo pianeta, molti confondono il mondo con il pianeta, con la Terra.
Tutta la vita è collegata, ed ognuno può influenzare questa unità, se siete immersi nel sonno (o nel gioco, nella recita, nella virtualità, nell'illusione: scegliete la parola che più vi piace) starete alle regole, vi sentirete impotenti, il mondo continuerà ad essere ciò che è.
Ma se vi sarete risvegliati, allora sarete i creatori consapevoli della realtà, sia della vostra personale realtà che della realtà che condividiamo.
La realtà condivisa è creata da tutti gli esseri senzienti della Terra, il caso non esiste, le cose che accadono nel mondo sono creazioni collettive.
Quando si diffondono nel mondo la paura, il desiderio di morte, il senso di inutilità, l'insicurezza: allora si approssimano guerre e sciagure di ogni tipo.

Ma è come per la luce, basta una sola piccola luce per annullare ogni buio, cosi un uomo completo e consapevole di sé, può rendere vane le emozioni negative di tantissimi dormienti spaventati e senza speranza.
Basta che egli scelga una vita soddisfacente e felice PER SE STESSO, per influenzare, in positivo, una zona molto vasta della realtà condivisa.

So perfettamente che la cosa è incredibile, e non ho prove scientifiche, né dogmi religiosi, il mio è un invito a guardarsi intorno con attenzione:
Così noterete che le guerre sono combattute dai più miseri, i più addormentati, sempre chi ha paura è pronto a vedere nemici ovunque e a combattere, quando vedete qualcuno arrabbiato capirete che è spaventato, che il potere e la sua ricerca è appannaggio dei più deboli, che la ricerca spasmodica della ricchezza materiale è dei poveri dentro, ricchezza e povertà non hanno a che fare con ciò che si possiede, ma con ciò che si è, è un pensiero.

I mali del mondo, non sono, solo, dovuti alla cattiveria di pochi, ma alla paura dei tanti.
Chi consapevolmente o inconsapevolmente propaga, paura, desiderio di vendetta, insicurezza e disperazione, è contro la vita, è contro ogni possibilità di risveglio.

E' difficile accettare l'idea che prima di poter cambiare qualcosa fuori di noi, dobbiamo operare un cambiamento interiore, e non un cambiamento inteso come comportamento morale, ma un sano atteggiamento egoistico, partendo da una accettazione profonda di ciò che siamo.
E' perfettamente inutile non voler essere ciò che siamo.
E' molto meglio accettarsi con tutti i difetti o supposti tali che abbiamo, perché ciò che chiamiamo difetti sono i nostri talenti, mal compresi e rifiutati.
Ognuno di noi è la miglior perfezione che riesce ad essere, accettandosi, si può solo migliorare.

Jab [SM=g8278]
JABANS
00martedì 20 marzo 2012 22:45
Da un certo punto di vista è una cosa comica: noi non vogliamo essere come siamo, magari non completamente, ma ci sono cose di noi che rifiutiamo, li consideriamo difetti.
Eppure se ci sapessimo accettare pienamente: ogni sofferenza sparirebbe e molte cose che, ora, non sopportiamo di noi, si trasformerebbero in tratti caratteristici e persino in talenti.
Accadrebbero dei veri miracoli, palesi a noi e a tutti.
Prendete per esempio la bellezza: alcune persone si ritengono brutte, soffrono per questo motivo e si danno un gran da fare per nasconderlo, si 'travestono' da belli!
Come se la bellezza fosse una specie di vernice per nascondere le loro 'macchie', la cosa buffa e che non funziona mai e peggiora il loro aspetto, e divengono VERAMENTE brutti!
C'è chi pensa di essere grasso, e così per nascondere la sua grassezza mette vestiti stretti, accentuando così le sue forme.
Le persone basse, si sentono piccole, indossano scarpe alte, facendo, coi tacchi, un rumore esagerato... piccoli e rumorosi, come i bambini.
Che dire poi dei capelli finti, dei capelli colorati, delle unghie di plastica, dei tatuaggi, ecc. ecc.?

Poi vi sono cose più serie, come: il dolore, molti pensano di soffrire per il dolore, ma in realtà soffrono perché non vogliono accettare il dolore.
Ho visto persone ridere e sorridere malgrado il dolore fisico. Chi accetta il dolore sentirà, ancora, male, ma non soffrirà più.
Ma il dolore psicologico, per esempio per la perdita di una persona cara, fin quando dura?
Dura fin quando non si accetta la perdita, no, non si dimentica, si accetta la perdita.

La morte è una cosa che nessuno vuole accettare, perché pensiamo che sia la fine, ma chi è consapevole di sé, sa come stanno le cose: la morte non esiste, anzi l'unica specie di morte possibile è quella di vivere immersi nell'oblio di sé: è la morte dell'anima, del Testimone, del nostro vero io.

Vorrei essere chiaro su di un fatto: l'accettazione non è rassegnazione.
La rassegnazione è credere che siamo fatti in un certo modo, che le cose vanno come vanno e non ci si può fare nulla!
L'accettazione è comprendere che ciò che in noi è male o bene, non è né bene, né male, che siamo la miglior perfezione che riusciamo ad essere, al momento!
Con la rassegnazione esiste ancora il giudizio della ragione: “non ci posso fare nulla!”, con l'accettazione nasce la comprensione della nostra realtà da parte del nostro vero io, il Testimone, come l'ho chiamato.
L'accettazione vi tira fuori dalla pastoia della 'recita', la comune visione di questa realtà.
Vi ricorda che siete attori recitanti un personaggio, non il personaggio, vi indurrà a sorridere di tutto ed anche di voi stessi.
Fate attenzione alle emozioni che vi agitano, vi accorgerete che sotto, sotto vi è, quasi sempre, il rifiuto di qualcosa di voi.

Accettandovi diverrete sicuri di voi, e elargirete, solo con la vostra presenza, sicurezza intorno a voi, sarete sereni e sarete ricercati per la serenità che infondete negli altri, non sarà una posa, voi sarete, realmente, sicuri e sereni, perché non avete più nulla da rimproverarvi.
Quando due persone si trovano vicine le loro energie si fondono e vi è uno scambio, ma chi è fissato, mentalmente, su se stesso, che non ha consapevolezza di sé, si adatterà all'energia più consapevole.
Molto ci sarebbe da dire sull'energia, e di come funzionano gli scambi energetici, ma per il momento basta questo accenno.
Basta solo dire che: chi vive immerso nel sonno, spreca la sua energia (ragionando su di sé), e si adatterà al volere di chi è più consapevole. Chi al contrario è consapevole, avrà un apporto energetico continuo, ricordate il contatto con il Tutto?

Jab [SM=g8106]
Rigante
00mercoledì 21 marzo 2012 08:47
Ciao JAB.

Ho letto il tuo post ieri pomeriggio e per tutta la sera pensavo alle tue parole, SVEGLIARSI, ESSERE CONSAPEVOLI, IL TESTIMONE. Cosa dire..... Io è da un po' che vedo le cose da un punto di vista più distaccato, non tendo più a definire tutto bene o male, bianco o nero osservo senza giudicare. questo mi ha reso più distaccato e riesco a comprendere meglio quello che mi succede intorno. Non riesco ad afferrare il concetto che NOI possiamo TUTTO. TUTTO cosa? Vivendo in una società (più o meno virtuale) abbiamo doveri verso gli altri (vedi anche solo la tua famiglia). Io sono sereno ed affronto tutto con un certo ottimismo e tranquillità. BOH!! non so nemmeno come scrivere quello che non riesco a comprendere. "Sento" che quello che hai scritto ha un senso, ma non riesco a coglierlo a livello cosciente. CHE CASINO!!!!! [SM=g27995]
I tuoi post sono sempre MOLTO stimolanti, grazie.

Buona giornata a TUTTI!!! [SM=g10182]
JABANS
00mercoledì 21 marzo 2012 12:11
Ciao Rigante,
la voce del Testimone (o dell'anima), non è come quella della ragione, non usa parole, ma la puoi riconoscere come intuizione, un'idea astratta e improvvisa, sarà poi la ragione a tradurla in parole, in concetti concreti, in immagini.
Senza alcun dubbio essa è presente in chiunque, ma sono pochissimi ad accorgersi di questo 'bisbiglio', molti lo seguono senza rendersene conto (artisti, inventori e ogni sorta di creativi), non è affatto indispensabile accorgersene. Basta porsi in una, rilassata, condizione di fiducia nelle proprie capacità. Vi E' un'interazione fra ragione e Testimone, quando una delle due DECIDE qualcosa: la cosa accade, ma deve esserci equilibrio fra la parti.

Parti dal dal presupposto che tutta la tua vita è già una tua creazione, fin nei più piccoli particolari.
Ci saranno delle cose dove ti sentirai in gamba, ed altre dove ti sentirai un salame, lascia perdere ogni giudizio su ciò che hai realizzato fino adesso, cerca di sentire che è tutta farina del tuo sacco, persino dove sei stato aiutato, dove altri han fatto per te, anche in quei frangenti sei tu che hai realizzato quell'aiuto o quel fare al tuo posto è stato mosso da te.
Se riesci a renderti conto di questo il gioco è fatto.

D'ora in poi saprai che non ti accade nulla per caso (o sfortuna, punizione, premio, fato, destino...) sei tu che stai vivendo/creando la tua vita. Come fai a farlo? Con un semplice, ma deciso, atto immaginativo e BASTA! In realtà lo fai continuamente, ma non ne sei consapevole.

Se dici: "Vado al bar a prendere un caffè!" é ben diverso che dire: "Mi piacerebbe un sacco prendere un caffè!" una è una decisione, l'altra un desiderio.
Con la prima sei centrato su l'azione, con la seconda sei centrato su un oggetto esterno a te (che vive la sua vita da caffè...chissà dove).
Con la prima utilizzi la tua energia su di te, con la seconda su un'ipotetico caffè.

Spero di esserti stato d'aiuto, per quanto riguarda la famiglia, non cercare di cambiarli: cambia tu, sii fiducioso, allegro, e fagli capire il tuo bene con ATTI & PAROLE! [SM=g27987]

Ciao Rigante, ti auguro una splendida gionata!
Jab


il vulcaniano.
00mercoledì 21 marzo 2012 20:32
di Angelico Brugnoli

Tutti i saggi di qualunque cultura o razza che hanno oltrepassato qualunque credo religioso - dicono unanimi:
Svegliati, ciò che cerchi con tanta passione, è semplicemente colui che stai cercando.
Disperatamente, senza sosta e per tutta la vita cerchiamo l’Amore, la Libertà, l’Unione, attraverso il sentiero sbagliato dei concetti che continuano ad illuderci. In realtà tutto ciò è già in noi, e ha un solo nome:c o n s a p e v o l e z z a. La coscienza contiene queste aspirazioni, le incarna: Libertà è consapevolezza, Amore è consapevolezza. Noi ci attacchiamo agli scampoli colorati sparsi qua e là sulla terra, dimenticando la nostra vera veste regale.Non potendo evidentemente afferrare la nostra vera identità, come non possiamo vedere il nostro viso, né esprimere il sapore della bocca, o come l’occhio non può vedere se stesso, ci affanniamo in un girotondo senza fine. Il girotondo non ha meta: è la meta. Il nostro "volto originale" non ha né inizio né fine. Non potremo trovarlo né attraverso l’edonismo né attraverso rituali né discipline, - le pratiche, in realtà,aiutano solo a mantenersi nel qui e ora e a disidentificarsi dall’immagine di sé. Possiamo solo retrocedere e poi, quando tutti i nomi, le idee, le congetture si saranno dileguate come fata morgana nel deserto, allora ecco... ciò che siamo veramente potrà rivelarsi.
E così, tutto ciò che consideravamo "altro" e che ci spaventava - anche se fingevamo di amarlo - potrà riprendere il suo vero posto: quale nostra veste o meglio una seconda pelle. Allora questo mondo che ci appare così solido e che vogliamo afferrare per paura che ci distrugga, si incolla - per così dire - ai nostri pensieri, di cui il nostro corpo è il frutto - ombra fuggevole di un altrettanto labile memoria. L’universo che ci circonda, ridiventa veramente vivo, amico e pulsa con noi;anche il nostro nemico lo vediamo come parte integrante del nostro io,proiezione delle nostre paure, specchio di qualche inibizione o tabù che non possiamo vedere altrimenti.Da parecchi decenni poi, la fisica quantistica da Einstein a Böhm, parla di interdipendenza dei fenomeni, di relatività di tempo-spazio - è sempre ora e qualsiasi posto è qui - e di partecipazione fra osservatore e osservato. La scienza degli elettroni e degli adroni scopre che il mondo non esiste in sé, ma è totalmente legato alla presenza cosciente. La vera separazione tra noi e l’ambiente - dicono - è la descrizione del mondo in cui ci chiudiamo.
JABANS
00mercoledì 21 marzo 2012 20:51
Angelico Brugnoli... chi è costui?
Mannaggia a te Vulcano! Ma tutti tu li trovi?
Ma stavolta è deciso! Vedo chi è, ma se ha scritto dei libri:
non li leggo!
...................<'un 'ngià faccio chiu!>................

Jab
il vulcaniano.
00mercoledì 21 marzo 2012 20:54
ehmmm! il libro è già nella tua mail! [SM=g27995]
JABANS
00mercoledì 21 marzo 2012 21:00
Vieni su skype, così ti insulto a voce!
Naturalmente stò a scherzà, il guaio è che ho un sacco di cose da leggere, devono ever capito tutti quanto sono salame, e mi stanno riempendo di libri!
Magari emigro, mi do alla macchia, latito... [SM=g27989]

Chi? Jab?... no, non lo conosco!

JABANS
00giovedì 22 marzo 2012 09:48
Mi è stato chiesto, con una E-mail, se io ho un metodo, bene, ho deciso di rispondere sul forum, perché capisco che è difficile seguire discorsi astratti e molti hanno, poi l'impressione di essere lasciati ad arrangiarsi da soli. Il fatto è che non ho alcun metodo, posso solo suggerire qualcosa, prendendo spunto dalla mia esperienza personale, in seguito a questa esperienza ho letto molto, scoprendo che ci sono dei passaggi ritenuti fondamentali, per arrivare ad un certo stadio, io propongo di saltare tutti questi passaggi, lo stadio che occorre è già presente, questo è ciò che potrei proporre come il mio metodo (se di metodo si può parlare [SM=g27995]) , è quello dell'accettazione, o se si preferisce quello dell'innocenza.
Per il quale non vi è nulla da fare o aggiungere a ciò che siamo, non c'è bisogno di auto-perfezionarsi, migliorarsi.
Non è la persona che deve cambiare e adattarsi a qualcosa, ma l'idea che abbiamo di noi a dover essere cambiata, non dobbiamo perfezionarci: SIAMO GIA' perfetti!
La perfezione non è qualcosa da raggiungere: è il punto di partenza!

Noi viviamo in questa società, e questa società ci condiziona, perché è fatta da persone inconsapevoli, per persone inconsapevoli.
Ci condiziona alla separazione, alla sudditanza, facendo sorgere in noi sensi di colpa, perché noi non riusciamo ad essere come essa ci vuole.
Per società intendo religione, filosofia, scienza, informazione (giornali, TV, radio, Web...), scuola, in poche parole il comune modo di vedere il mondo.
Ti viene detto che DEVI essere in un certo modo, e in ogni caso tu sei sotto qualcosa: leggi dello stato, leggi di natura, leggi religiose, leggi della fisica (devi essere un fetente di prima qualità, se ti hanno appioppato addosso tutte queste leggi! [SM=g27991] ). Hai doveri, obblighi, divieti e proibizioni.

Ci sono quattro modi mentali, per affrontare tutto ciò, sono in realtà reazioni, comportamenti di difesa:

Quello del lavoratore: cercherà di rassegnarsi a tutto, di obbedire a tutto, fino al giorno in cui la misura sarà colma e si ribellerà. Verrà allora creata una legge nuova a cui sottometterlo.

Quello del soldato: si metterà a disposizione di una di queste leggi (una qualsiasi) e la farà rispettare, anche con la violenza, se occorre, in cambio del privilegio di essere temuto. Ma la legge potrebbe cambiare e perderà il privilegio.

Quella dell'accumulatore: cercherà ogni tipo di ricchezza materiale, per avere una posizione preminente, e sfuggire così alle leggi che lo sovrastano, o almeno ad alcune di esse. Ma qualsiasi ricchezza può essere perduta.

Quella del mediatore: cercherà ogni tipo di ricchezza intellettuale, facendosi interprete e tramite delle leggi (una qualsiasi), per il privilegio di poter sfuggire a tutte le leggi tranne quella che si è scelta. Ma la legge prescelta potrebbe cambiare.

Questi modelli non sono rigidi, né appartengono ad un legge, è solo un escamotage per intendersi, sono le antiche caste, che ancora sopravvivono nella mente.
Sarà facile riconoscersi in un tipo o in alcuni di questi modelli.

Io invece propongo un altro atteggiamento mentale, quello di comprendere che noi viviamo in un mondo profondamente falso e che tutte queste leggi esistono fino a che noi vi crediamo, nel momento in cui ci accorgiamo delle loro natura fittizia e temporanea, allora spariscono anche i sensi di colpa che generano.
Il punto in cui ci troviamo è una nostra creazione, per aver creduto in molte falsità.
Se malgrado questo ancora esistono, per noi, colpe, allora bisogna accettare di porvi rimedio, perdonando, perdonandosi (eravamo inconsapevoli) e chiedendo perdono.
Chiedere perdono è la faccenda più difficile, in verità.
Ci va un bel po' di coraggio. E' molto più facile perdonare che chiedere perdono.
Non c'è bisogno di farlo concretamente con tutti (basta il sentimento sincero), ma, è ottima cosa, farlo concretamente con le persone che amiamo (o dovremmo amare) e ci sono più vicine.

A questo punto bisogna decidere di essere innocenti.
Si può continuare la recita, ma noi sappiamo che è una finzione. Che questo mondo esiste solo grazie alla coscienza collettiva, ed ora noi ne siamo co-autori consapevoli.

[SM=g8688]
JABANS
00giovedì 22 marzo 2012 11:57
Definendo ciò che scrivo 'un metodo', mi è poi sorta la domanda se c'era qualcuno che avesse detto mai le stesse cose, con la speranza che fosse più bravo di me, ho cercato in rete e ho trovato questi filmatini di Jean Klein... non lo conoscevo... altra legna al fuoco [SM=g27992] .

Uno ha il lettore automatico (Silvia 1) ed è un po' ostico da ascoltare, l'altro fortunatamente ha una voce umana, ve li posto:



Prima parte



Seconda parte



Che ne pensate?

[SM=g27988]
il vulcaniano.
00lunedì 26 marzo 2012 19:55
la zona del risveglio
(copio e incollo)
... non è un libro per tutti, ma è adatto a chi ha già avuto un esperienza di risveglio della propria coscienza, una di quelle esperienze che ti hanno catapultano in una nuova percezione della realtà e ha innescato un processo di trasformazione/trasmutazione che è tutt'ora in corso e che ha portato un radicale cambiamento della tua vita, e solo chi si sta vivendo nella propria pelle questo processo potrà apprezzare fino in fondo il valore di questo testo.

Il passo che ho scelto da condividere è molto interessante e parla della zona del risveglio: le tre fasi del processo di risveglio, e non ho dubbi che molti di voi si ritroveranno in questa descrizione.



Dal primo capitolo:

Che cosa ha messo in moto il processo del vostro risveglio? Potrebbe essere stato un libro caduto dallo scaffale di una libreria mentre stavate curiosando, o un film che vi ha indotto a guardare la vita in un modo completamente diverso, oppure un sogno molto intenso che vi ha portato a un livello dove mai eravate stati prima, o la morte di una persona cara che vi ha spinti a riflettere sul significato della vita e della morte. Potrebbe essere il trauma di un incidente automobilistico che vi ha scaraventi fuori dalle vostre sicurezze, oppure, molto semplicemente, una mattina vi siete svegliati e vi siete resi conto di essere soli. Potrebbe essere stata un’improvvisa, irresistibile curiosità. Ci sono cose che sono rimaste a macerare per vite intere – vite intere – e finalmente vi siete connessi a loro. [...]

Ora ritornate con la memoria a quando è iniziato il processo del vostro risveglio. Avete letto un libro, una mattina vi siete svegliati con delle domande, qualcuno vi ha portato a un seminario. Prima di allora, c’erano cose come la frustrazione per la vita, forse anche una profonda nostalgia di ritrovare sé stessi, ogni parte di sé. Quella nostalgia è come percepire il “perduto amore” o “l’anima gemella”, come se ci fosse un altro essere in un altro regno che vi aspetta, la storia d’amore più grande che sia mai stata raccontata. Ed è molto vera, ma non è un altro essere. Sei tu.

Prima o poi, tutti si risveglieranno. Per alcuni sarà molto più tardi. Nel vostro caso, siete all’avanguardia. Sì, alcuni Maestri Ascesi sono venuti prima di voi, ma non sono molti. Effettivamente voi fate parte di quello che io considero il primo gruppo che fa questa esperienza. Finora sono stati dei singoli individui, ma questo è primo gruppo.

Le vostre esperienze a questo punto del risveglio, per voi e per molti altri di voi, sono state esilaranti, travolgenti. Vi hanno fatto riconsiderare tutto. Vi hanno colmato di aspettative e di gioia. Avreste voluto mettervi a ballare in mezzo a una strada. Avreste voluto montare in bicicletta, andare in strada e bussare a tutte le porte. Avreste voluto raccontare a tutti di quella nuova incredibile sapienza, di quella gioia che stavate provando – “Sto ritornando a Casa, da me” Ricordate?

Questo è il punto del risveglio. È splendente, assolutamente radioso. Vi porta a studiare incredibilmente tanto, tutto quello su cui potete mettere le mani, qualunque cosa che sia spirituale. Studiate la filosofia, le religioni, leggete tutti i libri new-age, tutti i messaggi canalizzati e poi diventate spirituali. Vi mettete l’etichetta di spirituale. Vi mettete a dire che siete un essere spirituale, senza sapere veramente che cosa voglia dire, ma che sicuramente vi fa star bene. È un segno di onore, vi dà qualcosa con cui relazionarvi e, sì, vi ricorda che siete in viaggio. Questa fase dura un po’ di anni.

E poi accade qualcosa di veramente interessante. Entrate nella Fase due del Risveglio. Riguarda la destrutturazione. Aiuto! Molti di voi ci sono già passati, è già stato fatto e ne sentite ancora gli effetti collaterali. Sei pronto per l’ascensione, stai diventando una persona saggia e spirituale e poi succede qualcosa. La tua vita va a pezzi. Ti stai destrutturando.

Non voglio dire che sia una sfortuna, perché è una fase necessaria, ma non c’è bisogno che sia così dolorosa. Non occorre che sia quasi una morte. Succede perché in questa zona “aiuto!” tutto quello che pensavate fosse, ogni credenza che avevate, incomincia a sgretolarsi. È un vero processo di trasmutazione; sembra che tutto stia andando a pezzi. Vi sentite come se vi steste frantumando, come un vecchio edificio scosso da un terremoto. L’aspetto umano grida: “Ma che cosa… sta succedendo alla mia vita!?”

Qui siete nel bel mezzo di una contraddizione tremenda. Siete una persona spirituale la cui vita sembra si stia sgretolando. Avete detto alla gente che diventerete grandi, invece ora diventate niente. La gente vi ride alle spalle e, ogni tanto, anche in faccia. Perdete il lavoro, la moglie o il marito, la salute, la testa. Tutto va in pezzi. Vi state destrutturando.

Celebrate! Siete nella parte sperimentale del risveglio. Tutti i vecchi valori incominciano a slittare e a cambiare. Tutti i vecchi sistemi di credenza si destrutturano.

Così tanti di voi hanno un aspetto che sin dalla nascita è stato educato ad avere successo nella vita, ad avere un buon lavoro, una brava famiglia, a rendere gli altri orgogliosi di voi e a fare figli di cui voi sareste stati orgogliosi – e non è necessariamente andata in quel modo. A proposito, quell’aspetto continua a perdurare in voi. È ancora lì che dice: “Hmm, ti sei messo su quel folle sentiero spirituale e adesso guarda che vita ho io.” A quell’aspetto non interessa la vostra vita; quell’aspetto vuole il proprio appagamento. Vuole una vita da romanzo, che non è necessariamente una vita spirituale.

Improvvisamente tutto va in pezzi e voi credete che state diventando pazzi. Diventate mentalmente, fisicamente, finanziariamente e spiritualmente squilibrati. Niente ha più un senso. [...]

Quella che state attraversando è una fase di eccessiva fragilità e tuttavia di estrema importanza.

Ricordate, andrà tutto bene. Voi siete già ascesi e ora state solo andando indietro nel tempo per sperimentare come ci siete arrivati. L’unico rimpianto che avrete è di non aver realizzato prima che sarebbe andato tutto bene; che avete lottato contro il fatto che sarebbe andata bene; che non ci credevate che sarebbe andata bene. L’unico rimpianto in tutto questo stupefacente processo è che direte: “Diamine, perché non me la sono goduta di più?” Andrà tutto bene. [...]

Così, miei cari amici, tutto comincia a frantumarsi, qui nella zona del risveglio. Sembra un bel po’ sconfortante. Sembra tutto nero. Non ce la fate più. È il peggior processo di morte che dovete affrontare, più della morte fisica.

A confronto la morte fisica è una passeggiata nel parco in un giorno di sole, perché lì lasciate andare solo il vostro aspetto fisico. Generalmente, la vostra coscienza vi lascia giorni prima che il corpo muoia. Perdete la connessione, quindi evaporate dall’altra parte, e poi il corpo muore e tutti piangono – be’, quasi tutti – ma questa cosa è peggio. Questa è la morte del sé, il sé che era stato costruito con tanta cura, disegnato impeccabilmente e manipolato da un professionista vita dopo vita. Questo sé era stato progettato da voi per essere eterno, e voi, all’improvviso, scoprite che non lo è.

Non parlo del corpo fisico; sto parlando dell’identità umana. Questo aspetto robotico era stato programmato per la perfezione umana – un bel corpo, un volto bellissimo, un impeccabile senso del vestire, ricchezze su ricchezze, soprattutto intelligenza, l’abilità di fare miracoli con un semplice gesto di mano – e, naturalmente, il buon profumo dei biscotti al cioccolato. Questo aspetto umano è stato accuratamente progettato e da voi programmato attraverso l’esperienza di molte vite sulla terra. E ora scoprite che era una grandiosa, enorme illusione.

Non raggiungerete mai lo stato di perfezione umana. Non è raggiungibile. Perché? Perché qualcosa dentro di voi sapeva che se mai sareste diventati l'“umano perfetto” non avreste mai voluto lasciare questo pianeta. Ma la vostra anima sa che, prima o poi, arriverà il momento di lasciarlo.

Il periodo di destrutturazione può durare dai 10 ai 15 anni per quelli che vanno in fretta, oppure da 3 a 4 vite per quelli che camminano a passo più lento. Pensate a tutte le credenze che avete accumulato, alle delusioni, alle illusioni, alla rabbia, alle ferite e a tutto il resto. Pensate a quanto tempo c'è voluto per accumulare tutto quello che siete. E adesso pensate a quanto tempo vi ci vuole per liberarvi di tutto.

Poi passate alla fase seguente, la “fusione”. A proposito, non ci sono delle linee precise di demarcazione tra le varie fasi. Non si salta da una fase all’altra. Fluiscono l’una nell’altra. Sto semplificando enormemente per amore della dialettica.

Nel processo di risveglio, arrivate alla “fusione”. Le forme d’onda si uniscono. Improvvisamente vi accorgete che non si può più tornare indietro. Sta succedendo. Cercate di tornare indietro, ma non potete. Cercate di dimenticare, ma non ce la fate a dimenticare quello che sapete. Ci provate, anche. Dite: “Posso cancellare tutto?” ma non potete.

La fase seguente è la fusione, dove, a un livello molto profondo, incominciate a sentire voi stessi, il vostro divino. Vi sentite ancora molto umani, ma all’improvviso, avete guizzi di chiarezza. Improvvisamente avete uno scoppio di creatività. Non ne avevate uno da tanto, tanto tempo e, improvvisamente, eccolo. Siete attratti da cose creative, come la musica e l’arte. Vedete il bello in cose che sono sempre state lì, ma che non avevate mai notato.

State ancora attraversando il caos e il trauma della destrutturazione, ma adesso avete qualche speranza. Incominciate ad avere delle prove che sta accadendo davvero. Incominciate, di fatto, a connettervi e a comunicare con entità non fisiche, loro rispondono, e allora voi dubitate, naturalmente. Ma, lo fate di nuovo, e la volta seguente c’è più chiarezza. La nebbia incomincia a diradarsi, ma il giorno dopo, forse, è nuovamente fitta. Improvvisamente provate una nuova passione, ma il giorno dopo sembra svanire.

Siete in una buffa zona di mezzo e qui, cari amici, è dove, ora, si trovano molti di voi. Avete ancora delle ansie, siete ancora un po’ sotto shock, sopraffatti e stupefatti dall’intero processo del risveglio, ma, cari amici, in questa fusione, ognuno di voi incomincia a percepire il proprio Sé, quel perduto amore. La percezione si fa più intensa, e la cosa buffa è che, in questa fase, il cuore soffre ma non solo per il perduto amore, vi accorgete che sta soffrendo anche per voi.

È un sentimento che va oltre le parole. È indescrivibile sapere che ogni parte di voi ha sentito la vostra mancanza, e aveva cura di voi, e si sentiva separato da voi e vuole tornare da voi ancora di più di quanto voi vogliate tornare da loro. È un’esperienza meravigliosamente bella. Magari, dura per un millesimo di secondo, ma non importa. Non ha importanza.

All’improvviso scoprite che quella cosa che stavate cercando è davvero molto vicina. Vi sentite come se steste per raggiungerla. Riuscite quasi a sentirne il sapore, a respirarla, qualunque cosa essa sia. In qualunque modo vogliate chiamare – illuminazione, consapevolezza, ascensione – è tanto vicina. Sapete che è qui. Non è più un sogno lontano, è proprio qui. [...]

estratto da: Vivi la tua divinità
Rivelazioni della nuova Energia
Adamus Saint Germain
Canalizzato da Geoffrey e Linda Hoppe

JABANS
00martedì 27 marzo 2012 01:02
Mi sono appena perso il post, provo a riscrverlo:

Può essere, perché tutto può essere, ma non mi ci ritrovo,non è la mia esperienza.
Per me è stato un accadimento, avevo solo rinunciato a pensare di essere, fu una resa a ciò che ero, qualunque cosa fossi, rinuncia e accettazione ad un tempo, fossi morto in quel momento, non sarebbe cambiato nulla, così avevo deciso.
Nessun libro, pratica, o metodo ti portano a quel punto, anzi è proprio la rinunzia a cercare, che fanno accadere la cosa, perchè la cosa che si 'ricerca' è il cercatore stesso e nient'altro.
Naturalmente è solo la mia esperienza, che non è certo la via maestra, ma solo una via come tante.
Forse è proprio il codificare la cosa con tempi e modi a rendermi dubbioso, chissà!
Poi, tutto può essere... [SM=g8862] ..... [SM=g28004]

Jab
_prettywoman_
00martedì 27 marzo 2012 02:50
Vulcano grazie
è una lunga spiegazione di ciò che nello ZEN viene descritto con poche parole:

Prima che una persona studi lo Zen,
le montagne sono montagne e le acque sono acque;
dopo una prima impressione nella verità dello Zen,
le montagne non sono più montagne e le acque non sono più acque;
dopo l'illuminazione,
le montagne sono di nuovo montagne e le acque di nuovo acque.
Alfred Korzbysk
fonte: www.gianobifronte.it

io mi trovo nella fase dove le montagne sono Monti e le acque sono tasse ... [SM=g28000]
sto scherzando, sono ancora sotto effetto Panariello non esiste che ho apprezzato molto e mi dispiace che sia finito [SM=g27992]
buona notte ciccini

prettywoman


JABANS
00martedì 27 marzo 2012 19:38
[SM=g28004] C'è una cosa da comprendere:
Svegliarsi vuol dire accorgersi del percettore, dell'osservatore, dell'essere che c'è dietro la nostra manifestazione in questo universo.
Non esiste una parola che possa andar bene o che non sia stata abusata, per questo parlo di 'accorgersi', perché appare come un ricordo, una cosa momentaneamente dimenticata che vi fa battere la mano sulla fronte e dire: “Ah, già!”.
Non è un processo, perché il processo fa parte della ragione e la ragione è un nostro strumento, non siamo noi.
L'idea che possa accadere un po' per volta, è appunto un pensiero, frutto della ragione, quest'idea piace un sacco al nostro ego, così può illudersi senza fare un passo.
Non è, lo svegliarsi, neanche un'acquisizione, perché è sempre la ragione che acquisisce: acquisisce sapere, concetti e nozioni.
Non può essere un'evoluzione, noi siamo già evoluti, siamo già, siamo in questo caso ancora nel regno della ragione, che può certamente affinarsi, migliorarsi, ma che non lascerà spazio al vero essere.

C'è sempre qualcuno che penserà di arrivarci con la ragione, pensando che basterà imparare, acquisire, evolvere.
Ma il risveglio accade, o si è svegli o si dorme.... ragionando.
Poi ci sono coloro che parlano di distruzione dell'ego, della sua morte, specialmente in oriente.
Ma chi diavolo dovrebbe distruggerlo? Se non l'ego stesso! Un suicidio? Di chi? Dell'ego?.... stanno freschi!
Magari si comincia a pensare che adesso che si pratica tanto, adesso che si è accumulato tanto sapere: il proprio ego è diventato piccolo, piccolo... un'inezia!
Stanno peggio che freschi, ora!
L'ego che si ritiene piccolo, piccolo è un mostro indistruttibile!
Tutti hanno un ego, non va distrutto, va accettato e va accettata anche l'idea che, anche se non ci piace, siamo ed agiamo da egoisti!
Basterà osservarsi senza giudicarsi o reprimersi, per vederlo venire alla luce e sparire di fronte alla nostra osservazione, specie se bonaria e ironica.
Quando l'ego scoperto lascia la presa, si è per davvero umili, non sarà una posa, una finzione, ed al tempo stesso non ci sarà senso di colpa: Siamo egoisti coscienti! Ma siamo sinceri con noi stessi!

Per svegliarsi bisogna divenire consapevoli.
Ma per vivere sereni bisogna accettarsi, essere sinceri con noi stessi e accettarsi. Nascerà una fede particolare, la fede in noi stessi, perché siamo al posto giusto, nel momento giusto, non ci sarà nulla da recriminare.
Senza di noi l'Esistenza non sarebbe a posto, non sarebbe perfetta!

Jab [SM=g9925]
JABANS
00domenica 1 aprile 2012 09:53
[SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004] [SM=g28004]

Ieri, senza alcun motivo, ho comprato una lampadina, ho passato il resto del pomeriggio a chiedermi perché, poi stamattina è stato tutto chiaro, come dire: mi si è accesa una lampadina! [SM=g27990]

Gli uomini possono essere equiparati ad una lampadina, come le lampadine che se ne stanno lì, attaccate all'espositore, possono sembrare normali, al posto loro, sono persino belle da vedere, come un'istallazione artistica concettuale.
Ma possono essere spostate, manipolate, comprate e vendute, distrutte, messe in un cassetto e dimenticate lì.

Tutto cambia quando una lampadina, viene messa nel posto giusto, in un portalampada connesso all'energia, al centro, in alto, in una stanza.
Ora non è più alla mercé di qualcuno o qualcosa, ora ha una funzione indispensabile, fa luce, senza di lei c'è il buio, né la si può toccare, ci si può scottare le dita, può persino trasferirti addosso la sua energia, può fulminarti. E' una cosa indispensabile: dona luce, è pericolosa: non puoi toccarla impunemente!

Una lampadina spenta deve aver paura di tutto, una lampadina accesa, connessa all'energia, dona se stessa e non teme più nulla.

L'uomo che continua il suo sonno, che sogna: è come la lampadina spenta, è pieno di paure, di lui si può fare ogni cosa. Ma l'uomo che si è risvegliato, che ha ristabilito il suo contatto con l'energia, brilla come una lampadina accesa, dona la sua luce, ma non può essere toccato da niente e nessuno, la sua luce ha dileguato ogni buio, ogni paura.

Finché un uomo non fa fluire e rifluire l'energia, in modo consapevole, dentro di se, è spento, ci sarà la paura. Ma se si risveglia qualsiasi cosa farà sarà amore.
O vi è l'amore o esso manca, quando manca è paura. La paura è come il buio: non esiste, è solo mancanza d'amore.
Se la parola amore vi da fastidio, chiamatelo: 'Energia in movimento'.

Ora spengo la luce sulla scrivania e vado a fare colazione.
Buona domenica!
Jab [SM=g27988]
JABANS
00mercoledì 11 aprile 2012 16:36
I sogni coscienti

A volte guardando dalla finestra mi capita di vedere la gente che passa, da una trentina di anni a questa parte non posso vietarmi, di vederli come tanti sonnambuli.
Mi capita anche sul tram, cerco occhi non velati dal sogno, ma non succede mai.
Ognuno sogna il suo sogno personale, studenti ridono nel loro sogno allegro, uomini seri, mamme preoccupate, ma anche tanta stanchezza.
Ogni persona vive in un mondo, spesso sono sogni particolarmente brutti, incubi.
Viene voglia di prenderli per le spalle e scuoterli, e urlare: "Svegliati! E' solo un sogno!".
Ma non funzionerebbe, nel loro sogno io sarei il pazzo scatenato pronto per essere rinchiuso, poi magari lo racconterebbero ai colleghi di lavoro: "Sai cosa mi è capitato sul dieci? Un tizio grasso mi afferrato per le spalle ed ha cominciato a urlare, per fortuna altri passeggeri mi hanno aiutato, l'autista l'ha fatto scendere… al giorno d'oggi si incontra ogni tipo di matti, mi chiedo dove andremo a finire…"
Se avete mai fatto sogni coscienti, allora potete capire in che situazione mi trovo. I sogni coscienti sono quei tipi di sogni, dove si sa perfettamente che si sta sognando, il corpo dorme profondamente, ma noi siamo perfettamente svegli in un sogno, tutto ciò che vediamo, tocchiamo o annusiamo è sogno, possiamo fare qualsiasi cosa, perfino svegliarci, ma si può continuare a sognare e la realtà onirica è sotto il nostro totale controllo, possiamo sfidare ogni legge naturale, creare istantaneamente o istantaneamente annullare qualsiasi cosa… e al mattino ci si sveglia in piena forma, come quando si era bambini e il primo pensiero era per la colazione e il gioco.
Chi diviene cosciente del fatto che la realtà è un sogno, è, di solito, cosciente anche nei sogni.
Ciò non toglie che c'è chi fa sogni coscienti, ma è convinto che quando è sveglio stia fuori da un sogno, nel mondo reale, non hanno ancora fatto due più due quattro.
Imparare a fare sogni coscienti può essere una via per il 'risveglio', non è affatto difficile imparare, librerie e web abbondano di libri e metodi per imparare a farlo.
Se si impara a farli è buona cosa, durante questi sogni, sperimentare, giocare allegramente, ricordatevi che vi può succedere solo ciò che volete, potete guidare il sogno fin nei minimi particolari o lasciarlo svolgere per conto suo, 'correggendolo' ogni tanto se prende una 'brutta piega', o non vi piace più.
Nel corso dei sogni coscienti, potete provare a risolvere problemi che vi assillano durante la veglia, in queste occasioni anima e ragione vanno a braccetto, si potrebbe dire che siete più svegli del solito: più svegli che da svegli! [SM=g27993]
Una volta divenuti onironauti, vi accorgerete che non vi è molta differenza fra un sogno e la realtà, ci sono un sacco di punti in comune, le uniche differenze rimarchevoli sono che la realtà è un sogno condiviso, e che tutto si muove più 'lentamente'.

Ciao a tutti!
Jab
il vulcaniano.
00giovedì 12 aprile 2012 21:29
Qualche sera fa, mi è capitato una cosa che avevo letto chissà dove e non avevo capito bene. Ora è capitato a me, quello di svegliarmi dal sogno convinto di essere desto e poi, per un rumore del giornale che leggeva Adri, svegliarmi e quindi accorgermi che non ero veramente sveglio, anche se convinto di esserlo.
Così in un attimo ho capito cosa succede a chi viene rapito: essi sono veramente svegli, ma in una altra realtà parallela un poco al di sopra di questa. E' stata una esperienza che non avevo mai fatto, anche se ho fatto dei sogni lucidi, non avevo mai provato questa strana sensazione di essere sveglio mentre ancora sognavo. Credo che ci si debba sentire in questo modo quando si muore. Effettivamente c'era qualcosa che non mi tornava, non sentivo infatti il mio corpo pur sapendo che c'era.
JABANS
00giovedì 12 aprile 2012 21:52
Caro Vulcano,
come forse ti ho già detto a voce, nel secondo libro di Vadim Zeland (Il fruscìo delle stelle del mattino), l'autore fa un'ipotesi abbastanza coerente circa i sogni e l'esperienza di abductions, in pratica basta suggerire all'anima (o subconscio, che dir si voglia) di spostarsi su una 'variante esistente', per far si che il sogno smetta di essere un sogno, per trasferirsi su un'altra realtà.
Ciò che accadrà all'addotto sarà reale a tutti gli effetti, effetti fisici compresi.
La nostra anima durante i sogni visita molteplici varianti, non, o non ancora reali-zzate, la ragione che in quel momento sonnecchia giustifica ogni cosa, anche la più assurda, nei sogni comuni.

Quello che ti è successo non potrebbe essere un falso risveglio? Oppure ti sono già capitati e quindi era una cosa diversa?

Ciao!
Jab
il vulcaniano.
00giovedì 12 aprile 2012 22:00
si, lo definirei un falso risveglio. sto leggendo in questi giorni il secondo libro di zeland (piano piano) e ho letto quello che hai descritto. per la verità non mi ha convinto molto la tesi delle varianti non vissute e visitate nel sogno. però potrebbe essere!
JABANS
00giovedì 12 aprile 2012 22:15
E' la prima cosa che mi è venuta in mente quando l'ho letto, naturalmente, come te, non ci metto la mano sul fuoco. Sai cosa? Mi fanno pensare le strane modalità con cui iniziano certi rapimenti, tanto per dirne una: essere rinchiusi in una 'ventiquattrore' (la valigetta intendo) ed altre amenità simili. [SM=g8862]

Credo di avere un record di falsi risvegli, ben quattro consecutivi, cioè mi sono svegliato in un sogno, mi sono accorto che era un sogno e ho deciso di svegliarmi, ma era un'altro sogno... e così via fino al quarto, vuoi vedere che sto sognando ancora? [SM=g27993]

[SM=g27987] Jab
JABANS
00venerdì 13 aprile 2012 21:14
Volevo fare un'ulteriore panoramica sui sogni coscienti,
per una 'coincidenza' stavo riguardando vecchi scritti postati sull'altro forum, ed ho trovato un post dove ne parlavo, lo ripropongo qui, sperando di far cosa utile a chi non l'ha letto ed è curioso dell'argomento.

Il sogno cosciente
Una via per comprendere la realtà

Come prima cosa è necessario spiegare che cosa è un sogno Cosciente.
Molti parlano di sogno lucido, ma si tratta di una cattiva traduzione dall'inglese: Lucid Dream.
Il termine preciso in italiano è sogno cosciente, chiamarlo sogno lucido ingenera non pochi fraintendimenti, spesso vengono scambiati per sogni coscienti, sogni particolarmente vividi o coerenti nel loro svolgersi, che non sono affatto sogni coscienti, ma sogni comuni.
Il semplice rendersi conto che si sta sognando non ne fa un sogno cosciente.
Altro errore è quello di confonderli con l'esperienza dell'OOBE Out of body experience (Esperienza fuori dal corpo), o con il semplice sognare tale esperienza di OOBE.

Il sogno cosciente si caratterizza per alcuni elementi particolari:
Siamo perfettamente coscienti che stiamo sognando, sappiamo che il nostro corpo è, tranquillamente, addormentato a letto.
Possediamo tutte le nostre facoltà mentali, il nostro raziocinio, i nostri cinque sensi funzionano alla perfezione, ed anzi, sono particolarmente potenziati, se ci sono difetti di vista o d'udito essi scompaiono.
La realtà onirica che ci circonda può essere istantaneamente modificata dal nostro pensiero, possiamo creare anche una realtà onirica, completamente nuova, a nostro piacimento.
Si continua a sognare, volontariamente non ci si risveglia.
Il risveglio è sempre seguito da uno stato di benessere diffuso, di buonumore e vigoria fisica.

Avendo potuto provare e sperimentare, nonché studiare, trovandomi in condizione di sogno cosciente, ho trovato altre particolarità:
Il sogno cosciente è pur sempre un sogno, ci siamo soltanto noi, tutto è creazione della nostra mente, l'ambiente, le cose, gli animali e le persone con cui interagiamo sono frutto della nostra mente, della nostra creatività. Possiamo permetterci di avere il pieno controllo su qualsiasi delle nostre creazioni, facendole agire secondo il nostro capriccio cosciente, oppure farle vivere di vita propria, per così dire, ma in realtà le affidiamo alla nostra mente inconscia. Perché è bene ricordare che è tutta nostra creazione, conscia o inconscia che sia.
Studiando il sogno cosciente, ho potuto capire anche alcuni processi che si hanno nel sogno comune, e nei periodi di veglia, quando siamo svegli, per capirci.

Lo stato emotivo che abbiamo in un sogno comune, precede e non segue la situazione che si produce nel sogno.
Farò un esempio.
Stiamo camminando in un bosco, ci passa per la mente che non può filtrare la luce del sole, ed istantaneamente il bosco diventa più scuro, se in questa situazione abbiamo paura ecco che si materializza un elemento che ci fa paura, qualsiasi cosa che giustifichi la nostra paura.
In pratica il nostro inconscio apre il cassetto, del suo archivio, che porta l'etichetta 'Cose spaventose' e ne tira fuori la cosa più adatta a giustificare la paura che stiamo provando, in quel frangente.
Il continuo mutare dei nostri pensieri ed emozioni determina, la tipica incoerenza che si ha nei sogni comuni, il caos onirico.
Naturalmente tutto ciò non infirma tutto il discorso su l'uso simbolico che l'inconscio fa per segnalarci, istanze e problemi della nostra vita, sia razionale che emotiva/affettiva.
E sarebbe opportuno chiedersi il perché di certi stati emotivi che si producono nei sogni, qual è la loro radice nel quotidiano.

Altro discorso, di difficile comprensione è quello che riguarda la realtà, cioè il sogno che crediamo realtà.
Quando alcuni Maestri di vita, del passato o del presente, dicono che la realtà è illusione, un sogno, non stanno usando una metafora, ma dicono esattamente come stanno le cose.
Quella che chiamiamo realtà è un sogno, subiamo questo sogno, lo vediamo scorrere credendolo indipendente dalla nostra volontà, ma se il nostro stato di coscienza, per così dire, aumenta, possiamo renderci conto che è un sogno, con tutte le caratteristiche di un sogno.
Anche nella vita, cosi detta reale, in realtà, noi siamo immersi nel nostro mondo interiore, non esiste un mondo, esistono gli infiniti mondi personali.
Come nei sogni, anche nella realtà, il pensiero e le emozioni precedono gli avvenimenti, le cose funzionano esattamente al contrario di come comunemente si pensa.
Sono i nostri pensieri e le nostre emozioni, a produrre, nel bene e nel male, gli avvenimenti che ci accadono.
Il semplice immaginare, che non sia viziato, da pensieri od emozioni contrarie, si traduce nel breve tempo possibile in elemento reale di questo grande sogno, in parte, collettivo.
Questa è la scomoda verità, che molti non possono accettare, anche comprendendola, perché viene a cadere ogni nostra, inutile, giustificazione.
L'inveterata abitudine, che abbiamo, di addossare colpe, ci porta a rifiutare la responsabilità totale del nostro vivere, pensiamo che ora la colpa ricade su di noi.
Ma non vi è colpa alcuna, vi è solo la differenza fra vivere coscientemente o inconsciamente.

In un sogno cosciente tutto è più vivido, netto e preciso della stessa realtà, ma la coscienza che sia un sogno non ci abbandonerà mai, i nostri sensi divengono eccezionali, poiché è un sogno: i nostri occhi avranno le stesse capacità sia di un microscopio che di un telescopio, potrete ascoltare con dovizia di particolari anche chi vi parla da un luogo lontanissimo, la cosa è semplice: tutto è in noi.
Quello che, personalmente, mi ha meravigliato molto è stato il tatto, potevo percepire ruvidezze, calore ed umidità in un modo che mi è sconosciuto da sveglio.
La prima volta che capitai in un giardino, rimasi piacevolmente meravigliato dal profumo, potevo sentirli tutti assieme o uno per uno.
Si può volare, fare salti lunghi chilometri, passeggiare sott'acqua, non vi è alcun limite.
Quando mi resi conto che tutto era originato da me, decisi di fare una prova, volevo che tutto, ma proprio tutto, fosse sotto il mio controllo, ogni cosa doveva esistere solo se lo volevo io, non feci neanche in tempo a formulare il pensiero che mi ritrovai su un piano liscio e infinito, ovunque guardassi si estendeva all'infinito, somigliava un po' a quei piani di certi programmi 3D per computer. Pensai: "Ecco la mia idea di Niente!".
Penso che chi ha, normalmente, una immaginazione fertile rimarrà stupefatto, perché se solo vi azzardate a pensare, che so? un frutto, ve lo trovate lì davanti, con la sua consistenza, il suo colore il suo profumo e se l'assaggerete, bhè, allora non avrete mai assaggiato un frutto così buono!
Penso che l'espressione: "Questa cosa è un sogno!" Sia stata coniata per i sogni coscienti, non ho dubbi!
Anche se per età, ed educazione, ho qualche remora a parlarne debbo, per rigore scientifico (?),
farlo: se avete un rapporto sessuale durante un sogno cosciente, proverete un orgasmo in cui il corpo non è per niente coinvolto, e la cui intensità supera di gran lunga i comuni orgasmi che si hanno durante la veglia.
Senza alcun effetto fisico, visibile, al risveglio.

Jab [SM=g8795]
JABANS
00domenica 15 aprile 2012 20:50
[SM=g8072]

Se è difficile intendere, il fatto, che il tempo è solo un'illusione, che in realtà non esiste affatto, è quasi impossibile intendere che anche lo spazio non esiste.
Ma non possiamo immaginare il 'nessun luogo', non c'è modo di figurarcelo, finiamo sempre per racchiuderlo dentro qualcosa.
In realtà: anche se non esiste alcun luogo, si finisce per immaginare qualcosa di infinitamente grande o infinitamente piccolo, c'è persino chi ne ha stabilito le dimensioni (Tempo & Spazio di Planck).
Ma sia l'infinito grande che l'infinito piccolo è ancora un luogo, lo spazio non è né piccolo, né grande, ma proprio non esiste. E' un'illusione, al pari del tempo.
Spazio e tempo si sostengono l'un l'altro, un'illusione che sostiene un'altra illusione, come dire: zero più zero uguale zero.
Tutti pensano di essere da qualche parte: io sono qui, tu sei lì, per venire da te, mi occorre del tempo!
Questo universo è pieno di posti, ma quanto è distante il posto più vicino, il più vicino possibile, il più infinitamente vicino? Pensate che ad un certo momento i due posti coincideranno?
E invece non accadrà mai, perché noi li continuiamo a separare, noi continuiamo a creare uno spazio fra i due punti, noi siamo i creatori dello spazio, come siamo i creatori del tempo.

C'è chi da molta importanza al luogo materiale dove viviamo, l'universo materiale intendo, anzi: per alcuni, è l'unico luogo che esista, altri invece pensano che il vero luogo che esista sia, il cosiddetto Aldilà.
L'Aldilà viene messo in vari posti, ed abbondano sue descrizioni, da quelle religiose e/o filosofiche a quelle di certi moderni ricercatori di confine (vedi Newton).

Ma tutto, mi, lascia intuire che non ci siano luoghi o posti ma che ci siano invece solo stati di coscienza, e che siamo sempre noi a creare le realtà che ci circondano, sia materiali che incorporee.

Ora la domanda che sorge spontanea dovrebbe essere: “Ma che diavolo centra tutto ciò con il risvegliarsi?”
La domanda la pongo io, perché a parte il buon Vulcaniano, che continua a mostrarmi la sua antica amicizia, qui han smesso tutti di scrivere, vabbè, sarà perché manca il tempo e un posto dove farlo.

Tutto ciò centra molto con il risvegliarsi, ma ne parlerò un'altra volta.

Jab
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