Irlanda, il movimento paramilitare deporrà le armi
L'annuncio dell'Armata segna una data storica per la Gran Bretagna
L'Ira abbandona la lotta armata
Blair: "La pace sostituisce la guerra"
BELFAST - L'Ira (l'Armata Repubblicana Irlandese) ha ordinato a tutti i suoi militanti di "cessare la lotta armata" contro il governo britannico e di "perseguire gli obiettivi solo con la battaglia politica": una data storica per la Gran Bretagna. Il leader del movimento nazionalista Sinn Fein, Gerry Adams, ha annunciato anche l'ora in cui i fedeli dell'Armata irlandese deporranno le armi: alle sedici di oggi il movimento paramilitare cattolico cesserà ufficialmente le ostilità armata. Da oggi, l'unificazione tra Ulster e Repubblica d'Irlanda, proseguirà solo in maniera diplomatica. I membri della chiesa protestante e cattolica faranno da garanti al processo di disarmo.
La scelta dell'Ira è stata accolta con entuisiasmo dal premier inglese Tony Blair: "Oggi la pace sostituisce la guerra; la politica sostituisce il terrore. Una dichiarazione di questa chiarezza è un benvenuto passo avanti, un enorme passo avanti nella storia dell'Irlanda". "L'abbandono delle armi - ha continuato il primo ministro inglese - dovrà essere completato il prima possibile. E' importante però che il processo di disarmo sia verificabile e trasparente".
La svolta dell'Ira era attesa da diversi giorni, ma solo oggi è arrivato l'annuncio ufficiale. L'Ira continuerà ad esistere ma niente più armi: "Troveremo la pace con la politica. L'Ira sta lanciando una sfida ai repubblicani irlandesi, agli unionisti protestanti, al governo irlandese e a quello britannico. Mi appello a tutti - ha detto Gerry Adams, rappresentante del Sinn Fein che da tempo sostiene il movimento paramilitare irlandese - affinché leggano con attenzione quello che l'Ira ha da dire ed affinché si resti uniti. La dichiarazione dell'Ira rappresenta una sfida non soltanto per i repubblicani, ma per i due governi, Irlanda e Gran Bretagna".
Meno entusiasti i commenti dei conservatori e degli unionisti. All'annuncio dell'Ira, il leader unionista dell'Irlanda del Nord, Reg Empey resta diffidente: "Vedremo quello che succederà sul campo. L'Ira si è astenuto dall'annunciare quello che, evidentemente, egli considera il passo più importante, e ciò lo scioglimento del movimento". Secondo David Lidington, portavoce del Partito Conservatore, il proclama dell'Ira è motivo di "cauto incoraggiamento e speranza", ma anch'egli ha rinviato ogni giudizio definitivo a dopo che avrà visto cosa succederà in concreto. "Al momento non ci sono notizie di sparatorie e attentati dinamitardi, ma gli uomini dell'Irahanno la capacità di tornare all'antico se dovessero cambiare opinione. Perciò "dobbiamo constatare l'effettivo smantellamento della struttura paramilitare prima di esultare".
La svolta dell'Ira metterebbe fine a un ciclo di violenza che in un arco di 30 anni ha colpito indiscriminatamente le truppe britanniche di stanza nell'Ulster, gli unionisti protestanti e gli stessi civili cattolici. La "conversione" cominciò con l'accordo di pace del Venerdì Santo del 1998, che segnò la cessazione quasi totale degli atti di violenza e rese possibile l'insediamento di un'assemblea legislativa mista cattolico-protestante a Belfast. La collaborazione durò più di due anni, poi il patto fu congelato.
Lo scorso dicembre, le speranze di rilancio del processo di pace subirono un duro colpo dopo che il Sinn Fein impedì che il disarmo dell'Ira venisse dimostrato con una documentazione fotografica. Ma oggi, la storia sembra cambiar passo.
[Modificato da SUPERNOVA LAZIALE 28/07/2005 17.42]