Test di gayezza al liceo in autogestione

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-Giona-
00venerdì 9 febbraio 2007 11:12
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=155546&START=0&2col=

Test al liceo per sapere se sei gay

di Stefano Zurlo - venerdì 09 febbraio 2007, 07:00

Clicca per ingrandire Milano - Aula magna del liceo scientifico Einstein, uno dei più prestigiosi della città: in cattedra due esperti dell’Arcigay. La coppia discetta sulla condizione omosessuale, dà qualche consiglio, teorico e pratico, spiega rischi e problematiche. I ragazzi un po’ascoltano e un po’ s’annoiano, come è normale di questi tempi. È una mattinata di autogestione e dunque il programma curriculare è messo fra due robuste parentesi. Le materie di discussione e di crescita culturale sono scelte direttamente dagli studenti, saltando l’istituzione scolastica. La lezione scivola via fra domande di chiarimento e schiamazzi di routine, poi gli adolescenti indossano gli zaini d’ordinanza. Ma prima di varcare il portone si ritrovano in mano una cartolina. Davanti sono disegnate sei facce, accompagnate da una domanda: chi di questi sei ragazzi è gay?
Ciascuno può spremere le meningi e qualcuno, fra gli studenti, si esercita. Invece di risolvere equazioni o tradurre dal latino, dedica gli ultimi minuti della singolare giornata ad indovinare, dalla fisionomia?, il difficile quesito. Dietro, la soluzione è, naturalmente, delle più rassicuranti: il nome del ragazzo gay è accanto ad una didascalia che lo descrive come assolutamente normale: ha 17 anni, suona la chitarra, ha un labrador, In più, è omosessuale. Punto.
Anzi, no. La cartolina aggiunge un dato: un ragazzo su dieci è gay. Chi ha in mano il testo scruta furtivo il vicino. Se fosse lui quello che dà ragione alla statistica? Per lui, per chi ha scoperto che la sua sessualità va da quella parte, segue una sorta di invito: «Se sei attratto dal compagno di banco, non ti preoccupare; chiama, anche in forma anonima, l’Arcigay».
Qualcuno seguirà l’indicazione? In verità, qualche genitore chiede spiegazioni ai figli: da quando l’Arcigay tiene lezioni? «Noi - risponde un’insegnante al Giornale - non ne sapevamo nulla. I due relatori sono stati chiamati dai rappresentanti degli studenti». Al massimo, il tema sarà affrontato in una delle prossime assemblee aperte ai genitori.
Quel che è successo all’Einstein di Milano è la norma? «Ma certo - risponde Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay - i ragazzi omosessuali sono vittime di episodi di bullismo ed emarginazione, è giusto che siano aiutati». E la cartolina? «Noi non facciamo propaganda - aggiunge Grillini - perchè uno se è gay, gay resta. Però un adolescente può vivere un dramma, spesso non sa con chi confidarsi, e allora la cartolina è utile. E poi i gay sono numerosi, anche più del dieci per cento».
Dunque, le famiglie, tradizionali o ultramoderne, sono avvisate: nelle scuole si fa educazione sessuale senza bilanciare le diverse sensibilità. Pochi giorni fa, al liceo scientifico di Grugliasco, alle porte di Torino, è scoppiato il finimondo perchè la preside aveva fissato alcuni paletti in vista di una conferenza dei soliti maestri dell’Arcigay: non però in una giornata di autogestione ma a complemento della normale attività didattica e ricreativa. Ecco perchè la preside aveva chiesto che al dibattito partecipasse anche un medico cattolico o un prete. È stata subissata di critiche. «La condizione gay è naturale - spiega al Giornale Andrea Benedino, portavoce nazionale di Gayleft e assessore alla pubblica istruzione ad Ivrea - quindi non si capisce perchè un esponente dell’Arcigay debba essere affiancato da un medico cattolico». Ovviamente, si potrebbe obiettare che il medico, forse anche laico, potrebbe affermare che la condizione gay non è naturale, ma Benedino insiste: «Capisco che si possano ascoltare due campane quando si discute dei Pcs, ma qui no. Per organizzare un incontro sul razzismo, non devo invitare pure un membro del Ku Klux Klan».
Il finale è scontato: dopo il disegno di legge sui Pacs, si farà, nel suo piccolo, anche la lezione dell’Arcigay. Il pluralismo, su certi argomenti, è un lusso che oggi gli italiani non possono permettersi.

E pensare che ai miei tempi, durante assemblee e autogestioni, ci si sfotteva ampiamente accusandosi goliardicamente di essere gay!
Invece la battuta riportata da Insinna ha suscitato un mare di proteste tra i gay, invece che ci ridessero su!
Lux-86
00venerdì 9 febbraio 2007 11:20
fra un po' i liceali si prenderanno in giro accusandosi di essere etero [SM=x751556]
più del 10% mi sembra davvero tanto
Riccardo.cuordileone
00venerdì 9 febbraio 2007 11:30
Re:

Scritto da: Lux-86 09/02/2007 11.20
Fra un po' i liceali si prenderanno in giro accusandosi di essere etero [SM=x751556]


[SM=x751532] [SM=x751532] [SM=x751532]

Purtroppo c'è poco da ridere, alla mia scuola comunque non sarebbe mai successo.
-Kaname-chan
00venerdì 9 febbraio 2007 11:50
Sull'ultima parte do ragione ai tizi dell'arcigay, che c'entrano il prete o il medico cattolico in una conferenza sui problemi dell'omosessualità? [SM=x751556] Non è un peccato o una malattia essere gay o peggio una malattia peccaminosa (= medico cattolico) [SM=x751545] E poi sta storia del naturale o innaturale lascia il tempo che trova, è un falso problema. Un individuo deve vivere bene con se stesso e se si trova bene ad essere gay lasciamolo in pace invece di inviargli il medico cattolico che cerca di rinsavirlo finendo col traumatizzarlo
=Mimmoxl=
00venerdì 9 febbraio 2007 12:33
E quindi?

Quale è la notizia sensazionale?

Direi che questi incontri invece di essere osteggiati dovrebbero essere incrementati.
I gay al momento sono visti come lebbrosi che hanno una malattia infettiva mortale e devono essere relegati negli angoli della società in quanto peccaminosi e protagonisti di pratiche pericolose.

In questo modo chi effettivamente ha qualche dubbio, qualche domanda o anche solo una semplice curiosità saprà chi contattare, avrà modo di chiarirsi le idee con persone che non lo giudicheranno come "diverso" o come "malato", ma come persone che stanno attraversando una fase particolare della loro vita che invece loro hanno già passato e quindi possono dare una mano e tranquillizzarli...

E' la società che rifiuta queste cose ad essere malata e non gli omosessuali ad essere malati. Quando impareremo che tutto ciò che non può danneggiare la società può essere un fattore di arricchimento della società stessa? Perchè bisogna permettere alla chiesa di entrare nelle scuole e dire quel che vuole e invece l'ArciGay non può farlo?

La realtà è che la nostra è una società di bacchettoni ipocriti... Solo in Italia è possibile che chi si fa portavoce "della vera famiglia cristiana" sia divorziato o separato e poi risposato e chi va contro i diritti sacrosanti delle coppie conviventi in realtà gode GIA' di quei diritti. Forse non tutti sapranno che le/i conviventi dei nostri politici in base a non so quale regolamento del parlamento godono della pensione di reversibilità, di proseguimento degli affitti e della visita presso il convivente negli ospedali...

E poi proclamiamo che la legge è uguale per tutti? Vogliamo finirla di raccontarci palle e di volerci fare i fatti degli altri? Cosa cambia al maschio italico eterosessuale se si parla di omosessualità e delle difficoltà che queste persone hanno nella loro vita? Al limite 1 ore di noia... Ma quante ore di noia abbiamo passato durante le ore di matematica-chimica-fisica-religione-italiano-latino-greco e chi più ne ha più ne metta? Personalmente centinaia... E tralaltro non si è nemmeno tenuti a seguire con attenzione queste lezioni e si può addirittura uscire fuori... Quindi chi non è interessato o si scandalizza può uscire senza problemi a far la corte alle ragazze per affermare la propria virilità.

Cmq il giornale si rivela per quello che è... Una schifezza...

E poi ragazzi meglio che ci siano tanti gay... Significa più donne per noi etero no? [SM=x751525]


Ciao!!
Riccardo.cuordileone
00venerdì 9 febbraio 2007 13:38
Re:

Scritto da: =Mimmoxl= 09/02/2007 12.33
E quindi?

Quale è la notizia sensazionale?



E' un episodio che dimostra come la società italiana stia cadendo sempre più in basso. Almeno secondo il punto di vista di una parte degli italiani.
Pius Augustus
00venerdì 9 febbraio 2007 14:23
quoto kaname e riccardo quando dice "per una parte degli italiani".Fortunatamente è finito il tempo in cui si considerava una tragedia avere diversi gusti sessuali.
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