Il 6-0 dell'andata, i 30 punti di differenza in classifica e altre cifre sembrano condannare i granata, che si affidano a Marinelli. Ancelotti ritrova Serginho.
MILANO, 21 febbraio 2003 - Il 6-0 dell'andata, i 30 punti di differenza in classifica e tante altre statistiche fanno di Torino-Milan una gara che pare segnata. I granata in effetti non vincono da 13 turni (7 pareggi e 6 sconfitte) e si aggrappano ai lampi di Marinelli per non battere il loro record negativo (17 partite senza vittorie, nel '58-59). Il Milan di contro vola in Europa (dove tornerà a giocare martedì, a Mosca contro il Lokomotiv alle 18 italiane, le 20 locali), ma nelle ultime quattro gare di campionato ha raccolto solo una vittoria (stentata) col Modena e due sconfitte a Udine e Perugia. I rossoneri in trasferta non segnano da 276 minuti, risalendo l'ultimo gol fuori casa alla gara di coppa Italia col Chievo. Ancelotti perde Shevchenko, ma recupera Serginho, la cui presenza si è fatta sentire già col Lokomotiv. Probabile uno schieramento a piramide, con Kaladze che rientra a sinistra, Seedorf preferito ad Ambrosini e Redondo titolare al posto di Pirlo. Alle spalle della punta unica Inzaghi, confermato Rui Costa, con Serginho a sinistra. Ulivieri per contro dovrebbe affidarsi a un attacco sudamericano, con Franco punta unica e Marinelli alle sue spalle. Potrebbe farcela per la panchina Lucarelli, che ha nel Milan la sua seconda vittima preferita, avendo segnato ai rossoneri 5 delle sue 77 reti in carriera. Fuori Magallanes e Balzaretti, a destra torna Comotto, con un centrocampo muscolare composto da De Ascentis, Donati, Vergassola e Castellini. All'andata finì appunto 6-0. Una vergogna che potrebbe stimolare i granata a tirare fuori il cuore Toro.
MIlan-Torino, Inzaghi esulta dopo il secondo gol.