Cattedrale di Trani
La Cattedrale di Trani (conosciuta anche come Duomo di Trani e, talvolta, come Cattedrale di San Nicola Pellegrino) è la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. Anche se la cattedrale è dedicata alla Madonna Assunta, la sua costruzione è legata alle vicende di San Nicola Pellegrino, svoltesi durante l'epoca della dominazione normanna.
È stata costruita usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra tranese estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.
La chiesa si distingue per il suo vistoso transetto e per l'uso dell'arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell'architettura romanica.
Il tempio è sede della cattedra dell’Arcivescovo della Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.
In occasione della morte di Nicola il Pellegrino sarebbero avvenuti svariati miracoli, sicché egli venne canonizzato, presumibilmente per suggerimento di Urbano II.[1]
Iniziata nel 1099, la chiesa veniva costruita sulla base di quella più vecchia di Santa Maria, dove secondo la leggenda sarebbe morto il santo. e veniva dedicata alla Madonna Assunta, mentre le reliquie di San Nicola sarebbero state sistemate nella parte inferiore della chiesa. La cattedrale fu poi consacrata prima ancora della terminazione.
La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 ed il 1186, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi come raggiunto (eccezion fatta per il campanile).
La costruzione, importante dal punto di vista urbanistico, vanta una posizione relativamente isolata rispetto agli edifici circostanti e si trova nelle immediate vicinanze della costa, creando un chiaro punto di riferimento tanto vista dalla città quanto vista dal mare.
Vi si accede tramite una doppia rampa di scale che conduce al portale, dato che il pianterreno si trova in posizione leggermente rialzata.
Tramite la doppia rampa si accede ad un ballatoio situato davanti alla facciata, dove al centro di un'arcata cieca si trova un portale romanico accuratamente ornato. Il suo stile tradisce l'influenza architettonica araba. La porta centrale di bronzo è opera di Barisano da Trani e fu compiuta nel 1175: si tratta peraltro di uno dei più interessanti esempi del genere nell'Italia meridionale.
Tre finestre ed un piccolo rosone sulla navata centrale decorano la facciata, conferendole una certa plasticità, dato che queste aperture sono ornate da figure zoomorfe. Come suggerisce la forma della facciata, la chiesa segue lo schema architettonico della basilica a tre navate. Inoltre, il fatto che l'entrata sia rialzata suggerisce l'idea della presenza di una cripta di una certa importanza. Una visita all'interno rivelerà che si tratta effettivamente di una chiesa doppia.
Dalla parte posteriore, l'edificio è invece delimitato da un massiccio transetto rivolto verso il mare e dotato di tre absidi. È questo senz'altro uno dei maggiori elementi di originalità della chiesa. Anche questa parte della costruzione è decorata da un'arcata cieca in stile romanico. Al di sopra di questa, le facciate laterali sono decorate da due bifore e da un rosone ciascuna.[4]
L'elegante torre campanaria accanto alla facciata fu eretta soltanto in seguito, essenzialmente tra il 1230 ed il 1239. Tipicamente romanico è l'alleggerirsi della massa procedendo verso l'alto, dato che le aperture diventano sempre più ampie (dalla finestra bifora si passa a quella trifora eccetera).
Sotto il campanile, un ampio arco a sesto acuto crea un effetto architettonico abbastanza insolito, dato che riduce sensibilmente la sostanza su cui poggia la massa della torre: pare infatti che all'epoca sia stato necessario praticare un'apertura di passaggio sotto il campanile (vedi prima foto): lo scopo sarebbe stato quello di garantire la circolazione nella zona della piazza antistante l'edificio, che era molto diversa da oggi. Si tratta di una scelta architettonica piuttosto ardita; la torre (alta 59 m) finì del resto per diventare pericolante e dovette essere riedificata su base rifatta a partire dal 1952.
La tripartizione in navate nella parte principale dell'edificio è data da colonne binate, che sorreggono i rispettivi matronei. Le due navate laterali sono ricoperte da volte a crociera, mentre quella centrale ha delle capriate in vista.
La parte posteriore della chiesa, quella del transetto, forma uno spazio unico, anche se le tre absidi riprendono la tripartizione del corpo principale. Si distingue per una vistosa copertura a capriate simile a quella della navata centrale.
Il carattere sobrio e quasi disadorno della cattedrale (un tempo molto più fastosa di oggi) è dovuto ai continui rifacimenti delle decorazioni (capitelli, volta, stucchi). Si pensi a quelli controproducenti nell'Ottocento e a quelli di riparo negli anni Cinquanta e Sessanta. In occasione di questi ultimi si scelse di conservare soprattutto gli elementi medievali per cancellare, laddove possibile, le aggiunte di epoche successive. È appunto questo il caso, per esempio, della volta settecentesca del transetto, rimossa negli anni cinquanta per riportare il soffitto allo stato originale con capriate in vista.
Nonostante i continui mutamenti nel corso dei secoli, conserva in parte il suo carattere originale la parte inferiore della chiesa, che costituisce una parte essenziale dell'insieme.[6][7] Suddivisa due unità (Cripta di San Nicola, che conserva le reliquie del santo e Cripta di Santa Maria, che risale alla costruzione precedente), la parte inferiore ricalca la pianta dell'edificio e si distingue per l'eleganza dei capitelli romanici. Tramite una scaletta è possibile accedere all'ipogeo di S. Leucio, scavato sotto il livello del mare e dotato di affreschi ormai in cattivo stato di conservazione.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.