Un assaggio di Corsica centrale

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patavium82
00giovedì 9 settembre 2010 00:34

Come promesso nella discussione relativa ai km di agosto, mi appresto a raccontarvi la scoperta a pedali di un piccolo angolo di Corsica centrale. Non si tratta né di giri epici, quanto a chilometraggio e dislivelli, né di colli particolarmente duri, ma le immagini (ne sono certo) e le mie parole (spero) potranno rendervi partecipi dell’emozione del pedalare in solitudine in una terra tanto selvaggia quanto ricca di opportunità ciclistiche.

Cominciamo con il primo itinerario: si tratta di un anello di 46km, per 900 m di dislivello e tre salite. Punto di partenza è la cittadina di Corte, altitudine 430 m, antica capitale della Corsica indipendente e tuttora roccaforte dello spirito nazionalista corso. È una domenica mattina inoltrata, e si presenta l’occasione di prendersi il resto della mattinata per esplorare un po’ la zona; la giornata è splendida, cielo terso, caldo secco, mai fastidioso. Dal centro di Corte prendo in direzione nord e, sul finire del centro abitato, imbocco sulla sinistra la D18, seguendo le indicazioni per Castirla. Tra Corte e Castirla c’è di mezzo un valico dal toponimo curioso e misterioso: la Bocca d’Ominanda (654 m) che mette in comunicazione la conca di Corte con  la valle del fiume Golo. Qui vediamo appunto il valico, fotografato dalla cittadella di Corte in una giornata diversa ma caratterizzata da un meteo ugualmente spettacolare.


Si sale con pendenze pedalabili (4 km per 214 m di dislivello), su una strada abbastanza larga che, con curve e semicurve (mai tornanti) punta decisa verso nord risalendo in costa sul lato orientale della valle, piuttosto arido al contrario dell’altro versante. Ombra poca. Traffico scarsissimo: queste strade sono fatte per chi abita i luoghi o per chi ha voglia di esplorarli, non per chi è di passaggio. Qui sotto, un tratto della salita: si intuiscono l’andamento della strada verso il valico e la differenza di vegetazione tra un versante e l’altro, e si intravedono alcune cime della dorsale corsa, che purtroppo non so identificare.

Pedalo e mi godo la strada metro per metro, cercando di assaporare ogni sensazione. Giunto al valico, però, un “brusco risveglio”: foratura, e non sarà purtroppo l’unica di questo agosto. Cominciamo bene! Se per caso vi foste trovati a passare di lì in quel momento, ecco la scena a cui avreste assistito. Notate soprattutto l’accogliente rifugio posto sul valico. Mi viene in mente, nello scrivere, che questa è la prima foto che inserisco della nuova bici (Cinelli Willin’ SL 2010): lei avrebbe meritato un trattamento migliore, ma tant’è. E comunque (ve ne accorgerete) ci sarà tempo per rimediare, per metterla in posa come si deve.

Con qualche difficoltà per mancanza degli attrezzi giusti, dimenticati a casa, cambio la camera d’aria e riparto, ma non prima di aver dato un’occhiata al di là dello scollinamento, dove inizia la discesa verso Castirla e Ponte Castirla (309 m).

La discesa è piacevole e filante. Si attraversa Castirla con due stretti tornanti, e si plana nella valle del fiume Golo. All’incrocio con la D84, che percorrerò al ritorno, si va a sinistra, e al successivo bivio si prende a destra (di nuovo D18) per la seconda ascesa di giornata, la Bocca d’Arbitru (o Col d’Arbitru o, ancora, Croce d’Arbitru, 664 m). Per la cronaca, andando a sinistra si affronterebbe il Col di Verghju, uno dei valichi più famosi della dorsale. La salita a Bocca d’Arbitru ha, in comune con la Bocca d’Ominanda, la pendenza (6,4 km per 319 m di dislivello) e la direzione (nord), ma la strada è abbastanza diversa. Intanto è più stretta. Il traffico, da scarso, si fa inesistente. E poi offre tratti chiusi alternati ad altri decisamente panoramici. L’ombra rimane poca, anche se la zona è più boschiva. Qui si è da soli, punto. Tanto che un po’ di timore l’ho avuto: sono passato dal semplice pensiero “Se qui buco di nuovo, non ho camera d’aria di scorta e sarà dura spiegare come venirmi a prendere”, al più pessimista “Se qui mi capita qualcosa, chissà quando mi recuperano”. Meglio andare avanti e godersi lo splendido panorama, suvvia.


La Bocca d’Arbitru è un colle su cui è posto un quadrivio. Anzi, sembra il paradigma del quadrivio: quattro strade in cima, una cappellina, un cartello segnaletico. Fine. Nessun altro segno di umana presenza. Andando diritti si può proseguire sulla D18 per Popolasca (che a dispetto del nome non conta più di 40 anime); a sinistra, con strada a fondo cieco, si sale in località Castiglione; a destra (e sarà la strada che prenderò) si prosegue in costa sulla D118 per un paio di chilometri fino al paese di Prato di Giovellina, ma non prima di aver immortalato il panorama in direzione sud (quella da cui provenivo).

Una volta attraversato il paese di Prato di Giovellina, ci si tuffa in discesa verso Francardo, lungo un nastro d’asfalto stretto ma ben tenuto che discende con curve e contro-curve un arido lato di montagna, attraversato anche da “lu trenu”, famoso trenino che collega Bastia ad Ajaccio. Prima di buttarsi a ruote in giù, però, vale la pena volgere lo sguardo indietro, verso il paese appena lasciato alle spalle.

Giunti a Francardo, per rientrare a Corte si potrebbe percorrere la N193, ma lo sconsiglio perché la strada presenta caratteristiche quasi da superstrada, e con tanti percorsi così selvaggi come quelli appena fatti, sarebbe un peccato non approfittarne ancora un po’. Risalgo allora la valle del Golo e mi riporto verso Ponte Castirla, da cui attacco la Bocca d’Ominanda dal versante sud, prima percorso in discesa. Di nuovo le pendenze sono pedalabili (7 km  per 309 m di dislivello), ma con il sole a picco dell’ora di pranzo si fanno sentire. Giunto di nuovo alla Bocca, non mi rimane che planare in scioltezza verso Corte, dove rientro a casa.

Tra qualche giorno, vi racconto un altro giro! [SM=g8079]

 

 


 

 

 

 

CiclistaperCaso@
00giovedì 9 settembre 2010 14:04

GRANDE Patavium !!!

Il racconto mi è piaciuto tantissimo e le foto hanno risvegliato ricordi vecchi di 29 anni fa quando, appena diciottenne, ero andato in vacanza in Corsica per 2 settimane in moto e tenda con altri 9 amici.

Vedo che nell'interno dell'isola l'ambiente è ancora molto selvaggio.

Meglio così.

Complimenti per la pedalata ed il reportage. Peccato solo non poter ammirare da vicino con un bel primo piano la tua nuova bici ...

Ciao
n@po.
00giovedì 9 settembre 2010 15:39
Il Bozio è una zona che andrebbe visitata palmo a palmo. Aspetto gli altri racconti!!
patavium82
00mercoledì 15 settembre 2010 22:57
Un altro giro

Eccomi di nuovo qui, a raccontarvi il secondo itinerario percorso in Corsica lo scorso agosto.

Prima però un ringraziamento a CpC, che come sempre non manca di lasciare il suo gradito commento [SM=g8080] , e a n@po, con il quale concordo pienamente [SM=g8080] : infatti questo secondo giro va proprio verso il Bozio, anche se non vi si addentra. L’anello è più breve del precedente (30 km) ma può essere agevolmente allungato verso alture e paesi che io, purtroppo, ho potuto solo avvistare.

E’ un tardo pomeriggio, il meteo non promette molto bene: ci sono nuvoloni neri, ma non manca qualche squarcio di luce che mi convince ad uscire. Punto di partenza è ancora Corte. Questa volta, si va verso la città bassa e, superato il piazzale della stazione seguendo per Ponte Leccia e Bastia, si imbocca subito sulla destra la D14, verso sud-est. Si affronta un tratto di sali-scendi che costeggia la ferrovia, poi la si attraversa e di prosegue sullo stesso andamento fino al punto in cui sulla sinistra si stacca una strada che – lo si capisce fin da subito – può essere frequentata solo da qualche animale e dalle poche anime che vivono a… Santa Lucia di Mercuriu: questo il nome del paese da raggiungere. Inizialmente la salita è quasi impercettibile, si costeggia un torrente, poi piano piano la strada inizia a salire. Poco prima di una serie di tornanti, devo superare un gruppo di vacche, curiose e stupite di vedermi. Tutto intorno, il solito ambiente selvaggio, che fa sentire veramente “soli”, una solitudine strana, sostanzialmente una bella sensazione ma sempre con quell’accenno di inquietudine, forse dovuto all’aria elettrica del temporale. Nello sforzo della salita, sento sopra di me un grido strano: alzo lo sguardo e vedo volteggiare alta nel cielo quella che credo sia un’aquila (mi confermerà poi la guida che il rapace vola in questi cieli).

Il paese di Santa Lucia di Mercuriu è lassù, arroccato come pochi, mi guarda dall’alto in basso. Nel punto in cui la strada inizia ad aggirare la “roccaforte”, la salita spiana e passa con un ponte il torrente. Un paio di tornanti portano ad un bivio: proseguendo sulla stessa strada si va verso Sermano, salendo ancora. Ad occhio e croce il valico dovrebbe essere lassù, dove nella foto si vede un cenno di arcobaleno.

A sinistra, invece, sulla D41 si prosegue verso Santa Lucia. In questa foto, il bivio. In fondo si vede il campanile della chiesa del paese, che dà un’idea di quanto sia in bilico questo piccolo centro abitato. Per mancanza di tempo, decido di seguire per Santa Lucia e poi Tralonca.

A Santa Lucia faccio rifornimento d’acqua e proseguo per Tralonca. La strada ora è in leggera discesa e offre panorami bellissimi verso la conca di Corte.

Arrivo così a Tralonca e scopro che in questo minuscolo paese, incredibilmente, c’è vita! Ci sono ragazzini, bambini e anziani in piazza. Uno di questi mi vede e mi saluta, sollevando amichevolmente il suo bastone. Le nuvole in cielo offrono splendidi giochi di luce. Incontro anche un altro ciclista in bdc, che mi saluta sorridendo: siamo bambini, che ci volete fare…

La strada da percorrere è proprio quella che vedete in questa foto.

Alla fine della strada, si incrocia la N193 che rapidamente riporta a Corte. Prima con un veloce tratto in discesa, poi con un po’ di salita – tutt’altro che solitaria, essendo la via abbastanza trafficata – si rientra così a casa.

Un giro breve ma con emozioni incredibili ad ogni colpo di pedale. [SM=g8079]

 

 

 

 


 

Resta_in_sella
00giovedì 16 settembre 2010 11:02
Fantastico...diciamo che è il mio ideale di giro cicloturistico. Complimenti per le bellissime foto e per la scelta dell'itinerario!
CaSe63
00giovedì 16 settembre 2010 13:23
Complimenti, bei giri (e bei posti!).
NicKo67
00lunedì 4 ottobre 2010 08:13
Certo che se mi svegliassi a girare di più nel forum non mi perderei certi giri/avventura!

Bella Giò!!!!...splendida Corsica,bei ricordi!!

ps: per chiunque dovesse andare in Corsica consiglio vivamente il colle delle Bavella da Solenzara alle 6 del mattino. Un'esperienza unica...
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