Vittorio Emanuele si difende: attaccati perché popolari
MILANO (Reuters) - Vittorio Emanuele di Savoia si è difeso oggi dalle accuse che gli sono state mosse negli ultimi mesi, e per le quali è anche finito in prigione, sostenendo che la sua famiglia è stata attaccata su più fronti a causa della popolarità crescente.
"Lo scorso inverno alcuni sondaggi .. . hanno rivelato una popolarità inaspettata di Casa Savoia, e in particolare di mio figlio, Emanuele Filiberto", ha detto oggi il principe in una conferenza stampa a Milano, organizzata proprio per parlare di "giustizia e della mia famiglia".
"In un momento di confusione sociale e politica, le persone si affidano a simboli conosciuti", ha aggiunto. "Io non credo che sia un caso che da quel momento sia iniziato un sistematico attacco a Casa Savoia. Nel modo subdolo dei poteri occulti", ha precisato ancora, leggendo da un podio il discorso preparato.
Vittorio Emanuele è stato arrestato lo scorso 16 giugno in un clamoroso blitz insieme a 17 altri su ordine della procura di Potenza per i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione.
Al suo arresto è poi seguita la pubblicazione sui giornali di numerose conversazioni telefoniche e ambientali intercettate, non ultime quelle del principe in carcere in cui disse di aver "fregato i giudici" ricordando l'incidente di Cavallo di una trentina d'anni fa in cui morì un giovane.
"Hanno stravolto il senso del mio pensiero e delle mie parole", ha detto oggi l'erede di casa Savoia parlando di quelle intercettazioni e della morte di Dirk Hamer, usate, secondo il principe per non revocagli il divieto di espatrio imposto dopo la concessione della libertà.
"Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità (...) perché ci sono prove chiare, esaminate per anni con tecniche sempre più sofisticate. La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essere del mio fucile".
Né Vittorio Emanuele, né i suoi legali, presenti per rispondere alle domande dei giornalisti, hanno però precisato quali sarebbero i "poteri occulti" dietro il presunto complotto contro Casa Savoia.
"Non so se ci sia un disegno unico dietro quello che mi è successo", ha aggiunto il principe, parlando poi del suo "lontano cugino Amedeo D'Aosta, che torna con vecchie pretese sulla guida della mia Casa".
Amedeo d'Aosta si è autoproclamato nei mesi scorsi "capo della casa reale d'Italia".
"Credo che Amedeo d'Aosta sia uno strumento inconsapevole di questo attacco", ha detto ancora, precisando che i "D'Aosta sono stati diffidati e dovranno rispondere davanti alla giustizia di come hanno usato abusivamente gli stemmi e il nome nella Casa Reale".