X RAPPORTO SOS IMPRESA-CONFESERCENTI: LA MAFIA FATTURA 90 MILIARDI DI EURO

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INES TABUSSO
00martedì 23 ottobre 2007 22:03



SINTESI PER LA STAMPA
X RAPPORTO SOS IMPRESA-CONFESERCENTI
SULLA CRIMINALITA’

www.confesercenti.it/documenti/allegati/2007sintstamp.doc



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Criminalità, Sos Impresa-Confesercenti: “La mafia fattura 90 miliardi di euro"

Sempre più pericolosa la 'mafia Spa' con un fatturato che raggiunge i 90 miliardi di euro alimentato da estorsioni, usura, furti, rapine, contraffazione e controllo degli appalti. A presentare oggi il decimo rapporto di Sos Impresa – Confesercenti “Le mani della criminalità sulle imprese” il presidente Marco Venturi. Hanno preso parte tra gli altri il Vice ministro dell'Interno Marco Minniti, il Vice Presidente della Commissione Antimafia Mario Tassone, il vice capo della Polizia prefetto Nicola Cavaliere, il presidente della Federazione delle Associazioni Antiracket, Tano Grasso e il coordinatore di Sos Impresa Lino Busà.

Un fatturato pari al 7% del Pil, come dire "cinque manovre finanziarie e otto volteil mitico 'tesoretto'".
I commercianti e gli imprenditori subiscono 1.300 reati al giorno, praticamente 50 l'ora.L'usura rappresenta con 30 miliardi la principale fonte di business criminale per la mafia.
Il racket frutta ai clan 10 miliardi,7 miliardi arrivano dai furti e dalle rapine, 4,6 dalle truffe, 2 dal contrabbando, 7,4 dalla contraffazione e dalla pirateria, 13 dall'abusivismo, 7,5 dalle mafie agricole, 6,5 dagli appalti e 2,5 daigiochi e dalle scommesse.
Sono piu' di 150.000, si stima, i commercianti coinvolti in rapporti usurari ''e poiche' ciascuno si indebita con piu' strozzini le posizioni debitorie possono essere ragionevolmente stimate in oltre450.000'', di cui almeno 50.000 con associazioni di tipo mafioso finalizzate all'usura. Nel complesso il tributo pagato dai commercianti ogni anno a causa della lievitazione del capitale e degliinteressi si aggira in non meno di 12 miliardi di euro.
Attraverso tre indicatori (persone denunciate negli ultimi diecianni, andamento dei protesti e dei fallimenti, tipologia criminale di ciascuna attivita' illecita scoperta sul territorio), Confesercentistila anche una classifica del rischio-usura nelle province italiane: al primo posto Pescara, seguita da Messina, Siracusa, Catanzaro, Vibo Valentia, Taranto, Rieti, Reggio Calabria, Napoli e Genova.
Il rapporto si sofferma poi su altri settori di interesse criminale come l'agricoltura, la pesca, il turismo, il contrabbando, il cybercrime e le truffe.




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"In vasti settori del mondo politico e delle gerarchie di polizia serpeggia una convinzione non dichiarata: debellare la mafia non e' un obiettivo realistico in tempi vicini, ma qualcosa che forse otterremo in un futuro lontanissimo e imprevedibile. Per sconfiggere definitivamente la mafia occorrerebbero misure difficili (come la legalizzazione delle droghe o la forte limitazione del segreto bancario) che nessuno si sente di prendere, e, per di piu', la mafia rappresenta una delle voci piu' consistenti dell'economia sommersa, con un indotto paralegale per centinaia di migliaia di posti di lavoro, e possiede oltre il 15 per cento dei titoli del debito pubblico. Dunque, una sua sconfitta rapida e totale provocherebbe una serie di effetti indesiderabili tanto per il mondo finanziario quanto per quello politico. La soluzione a questo punto? Meglio orientarsi a una lotta alla mafia intesa solo come contenimento di essa e, per il resto, adattarsi a conviverci.
Beninteso: nessun ministro, questore o generale dei carabinieri lo ammetterebbe mai, anzi, in pubblico, i discorsi traboccano delle solite assicurazioni che la lotta alla mafia prosegue con il vigore di sempre "fino all'immancabile vittoria".
Ma in politica, spesso, le cose che si dicono sono molto meno importanti di quelle che si tacciono. Quando non si crede di poter vincere una battaglia e dallo scontro frontale si passa a un assedio imprevedibilmente lungo, quella battaglia non e' piu' un impegno straordinario, ma uno dei tanti impegni di routine da affrontare con i mezzi ordinari. Questa e' la linea del "convivere e contenere"".
(Aldo Giannuli, ricercatore di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Universita' di Bari, gia' consulente della Commissione Stragi e di diverse Procure della Repubblica per casi di strage e terrorismo, "OGGI", primavera del 2000)




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