isola di man

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leggefiscofinanza
00giovedì 23 dicembre 2004 21:48
o-taxation Off-Space

L'Isola di Man lancia il fisco
alla conquista del Cosmo

Dai modelli lunari ai viaggi nello Spazio, il piccolo territorio britannico punta su propulsori fiscali
per battere la concorrenza e arrivare per primo a piantare la sua bandiera sulle nuove "colonie"
Come? Offrendo una franchigia totale alle imprese che operano nel settore dell'aerospazio

La conquista dello spazio fu anche un gioco di bandiere. In orbita arrivò per primo il drappo dell'Unione Sovietica con la falce e il martello, ma sulla Luna finì per essere piantato l'emblema a stelle e strisce degli Stati Uniti d'America. Insomma, la storia della conquista dello spazio, che ancora oggi, di fatto, muove i primi passi incerti, come quella che la precedette, avendo come obiettivi continenti e territori allora sconosciuti, è sempre stata soprattutto la cronaca di una rivalità, di un gioco a inseguimento tra grandi potenze, tra imperi.

La storia però non sempre si ripete e se fra qualche anno, gettando gli occhi al cielo, dovesse saltar fuori la bandiera dell'Isola di Man piuttosto che quella americana o cinese oppure russa, non dovremo stupirci, perché è proprio questo l'obiettivo che il piccolo territorio britannico ha deciso di inseguire.

E che il Governo dell'Isola faccia sul serio è scritto nero su bianco nell'ultimo bilancio finanziario licenziato dall'esecutivo, precisamente dove si offre un immediato zero-tax rate in favore delle aziende, private e pubbliche, che operano nel settore aerospaziale e satellitare.

La norma, in realtà, si è spinta molto più in là. Infatti, a godere di una totale franchigia fiscale sono non soltanto le imprese che producono i componenti che rendono possibile la navigazione nello spazio, ma anche quelle che organizzano i lanci di navicelle e di satelliti, e ancora, le compagnie che si occupano di fornire il sofisticato training per i potenziali astronauti o che gestiscono la vasta e imponente gamma di servizi legati alle esplorazioni dello spazio. Insomma, l'Isola di Man ha lanciato la sua sfida al cosmo e si prepara a divenire il primo emporio planetario offshore, inseguendo i fasti di Siviglia, Valencia, Lisbona, Londra, Amsterdam e New York, che per decenni sono stati i trampolini commerciali per la conquista delle mitiche frontiere del Pianeta Terra.

Peraltro, lo stesso responsabile delle finanze del piccolo territorio britannico, Alan Bell, ha proprio di recente concluso un vasto giro di colloqui con i rappresentanti più autorevoli dell'industria aerospaziale negli Stati Uniti, inclusa la Nasa. Il risultato, secondo alcune indiscrezioni, è stato estremamente positivo. Alcune delle più grandi multinazionali americane hanno già risposto, mostrando un interesse concreto riguardo al progetto spaziale lanciato dall'Isola di Man. Anzi, l'Advanced Space Propulsion Laboratory (ASPL), che fornisce componenti alla Nasa, avrebbe già siglato un contratto con un'impresa dell'Isola.

Insomma, se tra qualche anno dovesse spuntare su Marte o su Giove una bandiera con tre gambe che sembrano rincorrersi, non pensiamo subito alla Sicilia, perché non è della trinacria siciliana che si tratta, ma del drappo dell'Isola di Man, una piccola giurisdizione con ambizioni cosmiche.



Stefano Latini

http://www.fiscooggi.it/reader/?MIval=cw_usr_view_articolo&articolo=9293&giornale=9355
leggefiscofinanza
00sabato 12 marzo 2005 15:14
Man: zero tasse, ma soltanto se sei una società o sei ricco

E per soddisfare le aspettative dei contribuenti minori
nel budget 2005 anche maggiori risorse al welfare

Se si è in cerca di un luogo sicuro e accogliente dove far riposare le fortune accumulate nel corso della propria attività lavorativa è inutile richiamare paesaggi da cartolina con palme e acque cristalline, oppure sforzarsi di immaginare spiagge esotiche che addolciscono le coste bianche dei mari caldi; piuttosto, è sufficiente far rotta sulle acque gelide e inospitali, ma soltanto all'apparenza, del vicino mare d'Irlanda. Infatti, è proprio ai margini di questo spazio liquido che si incrocia l'isola di Man, autentico "Eldorado" per i contribuenti facoltosi e per le aziende che frequentano abitualmente le metropoli del Pianeta.

Che l'Isola, poco più di uno scoglio, non sia soltanto il teatro del ritrovo annuale degli amanti delle due ruote è stranoto, anche se la sua rapida evoluzione in centro d'accoglienza mondiale delle disponibilità finanziarie dei contribuenti più ricchi del globo è, invece, soltanto sussurrata. La settimana scorsa però, proprio in occasione della presentazione del budget 2005, le autorità locali hanno chiarito quali sono le priorità del freddo scoglio anglosassone per i prossimi anni. Innanzitutto, attrarre capitali e, al medesimo tempo, rendere sempre più confortevole il centro finanziario dell'Isola per le società e per i ricchi abitanti del Pianeta in cerca di formule fiscali antistress.

Sempre più estesa la no-tax area per le imprese
Nel dettaglio, con l'ultimo documento di bilancio, aumenta il numero dei settori economici all'interno dei quali i ricavi dichiarati dalle società resteranno completamente al di fuori della lente del fisco. In particolare, l'e-gaming, il settore cinematografico, il manifatturiero, il turismo, la pesca e l'agricoltura estenderanno, nel corso del 2005 e del 2006, la zona esente dal peso di imposte e tasse che già include altri settori come l'aerospaziale, le tecnologie satellitari, le assicurazioni e il fund management. In pratica, gli operatori economici che svolgono la loro attività all'interno di questo perimetro economico e commerciale non verseranno nelle casse dell'erario dell'Isola nemmeno un euro. Sui profitti delle imprese che, invece, operano al di fuori di questi settori si applicherà l'aliquota del 18 per cento, ma soltanto per quelle che dichiarano i redditi più alti.

Meno fisco sui conti dei super-ricchi
Anche per le persone fisiche la generosità del fisco isolano risulterà piuttosto evidente. In particolare, i maggiori beneficiari saranno soprattutto i contribuenti facoltosi. Infatti, è allo studio un progetto che consentirà di fissare un tetto invalicabile, oltre il quale i redditi dei ricchi non potranno essere raggiunti dalle imposte. In pratica, si tratta di fissare dei limiti precisi sull'ammontare dell'imponibile, una sorta di frontiera al di là della quale i guadagni delle persone non potranno essere tassati. Anche in questo caso l'obiettivo delle autorità dell'Isola è piuttosto chiaro: attirare non soltanto le grandi aziende del Pianeta, ma anche i miliardari. Naturalmente, l'aliquota più alta al 18 per cento e quella standard al 10 per cento, che si applicano sui redditi delle persone fisiche, resteranno immutate. In favore dei ricchi, però, si introdurrà una sorta di riserva finanziaria esente dall'abbraccio tradizionale con il fisco.

Ma anche più welfare
Peraltro, sfogliando le pagine del budget per il 2005 c'è ancora spazio per alcune sorprese. Infatti, nonostante il netto squilibrio in favore delle aziende e dei milionari, all'interno della contabilità amministrativa le autorità locali hanno disposto un aumento significativo delle spese pubbliche al fine di rafforzare il welfare dell'Isola. In particolare, le prestazioni e i servizi relativi alla scuola, alla sanità e all'assistenza sociale potranno contare sul 7,7 per cento in più di risorse rispetto all'anno passato. Insomma, meno tasse per i ricchi ma più fondi per i contribuenti minori, un modo per fare contenti tutti.



Stefano Latini
http://www.fiscooggi.it/reader/?MIval=cw_usr_view_articoloN&articolo=13717&giornale=13751
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