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PERCHE' L'ENTUSIASAMO DEL BEL PAESE PER L'OPERAZIONE MANI PULITE HA AVUTO
VITA BREVE?
UNA DELLE RAGIONI LA SPIEGA NEL SUO ARTICOLO IL PROFESSOR MICHELE AINIS,
L'ALTRA SI POTREBBE RIASSUMERE IN UNA FRASE DI ALBERTO SORDI IN UN VECCHIO
FILM:
«Molte immondizie, scopì? Che ce voi fá, se non ci fossero gli insudicioni
non ci saresti neanche tu scopì, non ti pare?» .
PRECORREVA CHI OGGI DICE CHE "dieci anni fa si stava meglio: c´era la corruzione,
i soldi giravano e qualche briciola restava a noi":




LA STAMPA
19 agosto 2005

QUESTIONE MORALE?
Nel Belpaese unito dall?abuso
di Michele Ainis*


C?è un altro modo d'indicare la questione morale su cui l?Italia s?arrovella
in queste settimane. E c?è anche un altro corpo collettivo, diverso dalla
classe dirigente, che a tale stregua merita di farle compagnia sul banco
degli imputati. Questo soggetto siamo noi, uomini e donne del Paese. La nostra
colpa è d?essere cittadini senza legge, senza rispetto per le regole. L?imputazione
che ci pende sul capo apre perciò un secondo fronte della questione morale,
che a sua volta evoca una legalità perduta, svuotata, vilipesa. Ecco infatti
qualche dato, pescato alla rinfusa fra i molti che le cronache ci elargiscono
ogni giorno, inanellandoli come i grani d?un rosario.

Nel Mezzogiorno un lavoratore su quattro è in nero, e in generale il lavoro
sommerso tocca ormai quota 3,5 milioni di persone. Cresce di pari passo l?evasione
fiscale: secondo l?Istat essa ha raggiunto il 7,1% del pil, che in soldoni
significa 200 miliardi di euro scuciti dalle casse dello Stato. Nelle spiagge
del Lazio si registra un abuso edilizio ogni mille metri. A Catanzaro si
è concluso con una promozione in massa l?esame d?avvocato dove 2585 candidati
avevano copiato pari pari lo stesso compitino. La pirateria informatica copre
il 75% del software con cui girano i nostri computer (la media europea è
del 35%). Legambiente ha appena denunziato un?impennata della caccia di frodo:
viene allegramente praticata in undici parchi nazionali, dall?Abruzzo al
Friuli, tanto solo un bracconiere su venti ne paga poi le conseguenze. E
l'elenco potrebbe continuare.

Da questi dati si ricava una triplice lezione. In primo luogo, non c?è affatto
una frattura tra Paese reale e Paese legale, tra elettori ed eletti, tra
un popolo senza potere e un potere senza popolo: l?uno, ahimè, è specchio
dell?altro. In secondo luogo, insieme al senso della legge abbiamo smarrito
giocoforza la capacità d?indignazione, quel soprassalto, quella reazione
di condanna e di rigetto davanti alle malefatte altrui che rappresenta l'anticorpo
più potente delle democrazie. E d?altronde, dove potremmo trovare l?energia
per indignarci quando le violazioni delle regole sono così diffuse e reiterate?
Quando attorno a noi dovunque il furbo fa carriera, accumula ricchezze, s?accaparra
vantaggi d'ogni sorta? Quando la legge viene elusa perfino da chi dovrebbe
farla rispettare? (Ancora un dato: a quindici anni di distanza dal varo della
normativa che garantisce il diritto d'accesso verso gli atti delle amministrazioni
pubbliche, un ente locale su otto è ancora inadempiente). Quando la stessa
legge appresta gli strumenti per evaderne il precetto, e tali strumenti a
loro volta si risolvono nella proliferazione senza fine dei precetti, e poi
delle deroghe, delle proroghe, dei codicilli o dei cavilli che fanno la fortuna
d?ogni buon avvocato? «Le gride son tante!» - esclama un personaggio di Manzoni
- «e il dottore non è un'oca: qualcosa che faccia al caso mio saprà trovare».

Da qui il terzo corollario, la terza morale che è possibile desumere dall'immoralità
che ci circonda. C?è infatti un approccio, c?è un modo di fare che a sua
volta coniuga i comportamenti degli imprenditori, dei banchieri, dei politici
le cui trame sono state disvelate in questi giorni, e i piccoli abusi quotidiani
rispetto ai quali nessuno è davvero senza peccato. Sta di fatto che quasi
mai viene in gioco la manifesta violazione d'una regola: la via è piuttosto
quella del raggiro, dell'elusione, dell'atteggiamento capzioso o fraudolento.
Sarà per questo che furti ed omicidi scemano, mentre le truffe hanno ormai
toccato il picco (+69% negli ultimi quattro anni). Sarà per questo che le
regole di correttezza sono cadute in disuso, come dimostra per esempio la
parzialità di molti organi imparziali, e perciò le critiche che investono
a turno questo o quel giudice, questo o quel presidente d'assemblea parlamentare.
Sarà per questo che la gran parte delle leggi viene erosa da disapplicazioni
sistematiche. Senza legge, però, è impossibile la stessa convivenza. Ed è
lo spirito della legge, forse ancor più della sua lettera, l?alimento di
ogni comunità civile.

micheleainis@tin.it


* Michele Ainis e' Ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico e preside
della Facoltà di Giurisprudenza dell'Universita' di Teramo.

INES TABUSSO