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"Polli dall'Ucraina sulle tavole degli italiani. Lo hanno accertato i primi
controlli disposti dal procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello
che ha avviato un9indagine conoscitiva sulla provenienza dei polli che arrivano
sul mercato italiano. Provenienza che, stando alle affermazioni degli allevatori
e dei grossisti, dovrebbe essere tutta nazionale. Ma i primi accertamenti
disposti dal magistrato torinese hanno mostrato il contrario: infatti sono
stati bloccati alcuni carichi di polli provenienti dall'Ucraina. Sani, ma
«stranieri»".
(Corriere della Sera, 20 agosto 2005)



"Il governo italiano insiste che non è il caso di alimentare paure. Il
sottosegretario alla Salute Cesare Cursi ricorda che l'Italia non importa
pollame dai Paesi dell'ex Urss, «perché abbiamo piena autosufficienza in
questo settore». Anzi, aggiunge che sarebbe «preoccupante sopravvalutare»
il pericolo di una pandemia in Italia. Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative,
conferma che il rischio derivante dalle importazioni di carni avicole sospette
«non esiste» in quanto è in vigore il blocco totale dell'importazione di
carni vive «e financo delle piume». Non solo il Paese è autonomo per quanto
riguarda l'approvvigionamento di carni avicole - aggiunge - ma gli allevamenti
nazionali sono «supercontrollati» da veterinari aziendali e dalle Asl".
(La Stampa, 20 agosto 2005)


INES TABUSSO