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IL MANIFESTO
30 novembre 2005
L'UNIONE IN TAVOLA
pagina 02
intervista

Giustizia, non perderemo tempo a cancellare
Pisapia: nel nostro progetto il nuovo codice penale per abbattere le leggi
ad personam. E qualcosa conserveremo
ANDREA FABOZZI

C'è una difficoltà in più per il centrosinistra nell'affrontare il tema della
giustizia, il tema caldo di questa come della precedente legislatura. L'iper
produzione legislativa del centrodestra - le famose leggi in favore di Berlusconi
e soci innanzitutto - imporrebbe una partenza con il bianchetto in mano.
Ma non sarebbe elegante e non si addice a una sinistra riformista. E allora?
Giuliano Pisapia, il penalista deputato di Rifondazione che ha coordinato
il tavolo dell'Unione sulla giustizia e i nuovi diritti - e che il toto ministri
assegna fisso nella casella di candidato guardasigilli anche se lui doverosamente
smentisce - è convinto che la soluzione stia proprio nel programma.

Più cose nuove o più cose da abrogare nella giustizia dell'Unione?

Innanzitutto se dovessimo vincere le elezioni inaugureremmo un metodo che
dopo anni di scontri forsennati saprà riportare al centro il confronto costruttivo
con tutti gli operatori del diritto e con la cultura giuridica del paese.
Dire che il sistema sia sull'orlo del collasso è dire poco, una causa civile
dura in media 12 anni. Proprio per questo non possiamo permetterci tre anni
di legislatura solo per cancellare le leggi del centrodestra anche perché
molte ce ne sono da cassare anche in altri settori. Abbiamo un progetto in
positivo, una riforma vera che automaticamente azzererà tutti gli aspetti
deleteri delle leggi del centrodestra. Interventi tampone solo se necessari,
ad esempio se dovessero entrare in vigore alcune norme sulle carriere dei
magistrati con i decreti delegati dell'ordinamento giudiziario.

E il resto della riforma Castelli dell'ordinamento giudiziario? Mantenere
o cancellare?

C'è anche qualcosa da mantenere magari migliorandola, come l'attenzione alla
professionalità, alla responsabilità e eventualmente alle sanzioni disciplinari.
E' positiva la maggiore rilevanza dei consigli giudiziari, rafforzati con
la presenza di avvocati e giudici di pace. Sulla professionalità di magistrati
e avvocati non possiamo tornare indietro. Ma la verifica non può essere affidata
al concorsificio introdotto da Castelli. Il Csm e i consigli devono poter
valutare un magistrato sulla base del suo lavoro.

Separazione della carriere sì o no?

Una più netta separazione delle funzioni. Per il passaggio da giudice a pm
o viceversa pensiamo che debba esserci anche uno spostamento di sede, l'idea
e quella di cambiare distretto di corte d'appello, insieme a una verifica
delle capacità del Csm e dei consigli.

Promettete un nuovo codice penale, ma è la terza volta che un governo ci
prova...

Se è per questo la quinta. Comunque per stare ai tentativi recenti oggi abbiamo
il lavoro della commissione Grosso (istituita dal ministro di centrosinistra
Flick) e della commissione Nordio (voluta da Castelli). Sulla gran parte
dei problemi arrivano a soluzioni analoghe: tendono al diritto penale minimo
e alla diversificazione delle pene prevedendo sanzioni diverse dal carcere
già in primo grado come pene principali. Anche sulla prescrizione dicono
cose simili. La nuova maggioranza in tre mesi può varare una legge delega
con i principi generali, nel frattempo una nuova commissione con dentro gli
esperti che già hanno lavorato nelle ultime due legislature, in un clima
di collaborazione, può finalmente portare a compimento il nuovo codice. Una
novità importantissima, cambiano i reati e le pene collegate, la filosofia
stessa della sanzione e quindi servirà un provvedimento di clemenza.

Ma così l'amnistia non rischia di essere troppo rimandata?

Sicuramente è una misura urgente che doveva essere già stata presa. Ma con
un nuovo codice diventerebbe indiscutibile. L'Unione comunque la proporrà
da subito nel programma, ben sapendo che in attesa della revisione costituzionale
serve una maggioranza bipartisan. La situazione delle carceri lo impone.
Con la Cirielli che punisce oltre misura i recidivi andrà anche peggio, oggi
il 70% di chi sconta la pena in carcere è recidivo, tra chi è soggetto a
misure alternative la percentuale scende al 3. Meno persone in carcere, cominciando
dai tossicodipendenti e dai sieropositivi, oltre che giusto sarebbe anche
conveniente. Spendiamo moltissimo per mantenerli e dobbiamo assolutamente
recuperare risorse. Da investire innanzitutto nella giustizia civile che
interessa 12 milioni di cittadini e che per noi è al primo posto.


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CORRIERE DELLA SERA
1 dicembre 2005
IN AULA
Pisapia, candidato a Guardasigilli «Qualche legge della Cdl va tenuta»
il Personaggio
ROMA - Garantista lo è stato sempre. Basta pensare che, nonostante la militanza
a sinistra, in passato anche estrema, fu il primo avvocato a sfidare il pool
di Mani Pulite annunciando, nell?ormai lontano luglio del 1993, un ricorso
al Consiglio superiore della magistratura contro la procura dove lavorava
Antonio Di Pietro. Ma ora che ha 56 anni, il deputato di Rifondazione Comunista,
Giuliano Pisapia, diventa anche «ecumenico». Parla con il Manifesto e confessa:
«Nelle leggi del centrodestra c?è qualcosa da mantenere, magari migliorandola».
Ma davvero? Non l?accuseranno anche questa volta di essere stato troppo morbido
con la maggioranza? Pisapia, figlio del noto avvocato e giurista milanese
Giandomenico, non si scompone: «Lo so. Normalmente è da sinistra che mi arrivano
le critiche più dure. Ma io faccio il mio lavoro e vado avanti». Si è parlato
di lui anche come candidato a sindaco Milano. «No, questo lo posso smentire
decisamente: meglio che continui a occuparmi di giustizia». E magari, come
dicono in tanti, fare il Guardasigilli se dovesse vincere il centrosinistra?
Sorride e liquida l?argomento con una battuta: «Chi entra in conclave da
Papa ne esce cardinale». Ma se ne parla.
Intanto si è già messo al lavoro per scrivere il programma dell?Unione sulla
giustizia. Anche qui con idee decisamente ecumeniche: «Certo, su alcune norme
approvate dalla Casa delle Libertà occorrerà intervenire subito con provvedimenti
ad hoc . Per il resto è meglio affidarsi ad una riforma più generale che
corregga le deviazioni introdotte senza per forza cancellare tutto. Sarà
il nuovo codice penale a fare giustizia anche delle leggi ad personam ».
Come, il centrosinistra non ha già promesso un?immediata abrogazione di tutte
le leggi sulla giustizia targate cdl? «Abrogare vuol dire tornare al passato,
ma il passato è ugualmente inaccettabile. Anche prima delle leggi del centrodestra
c?erano processi che duravano 12 anni, anche prima le carceri erano disumane,
anche prima venivano creati magistrati di Cassazione senza opportune verifiche».

E allora, precisa Pisapia, «si possono salvare alcuni punti modificandoli,
dall?allargamento dei poteri dei consigli giudiziari, che era anche una nostra
proposta, all?abolizione totale degli incarichi extragiudiziari». Ma c?è
una cosa «più importante di tutte» e cioè cambiare metodo: «Se vinceremo
le elezioni, non dovremo andare allo scontro, ma al confronto. I problemi
della giustizia, per essere risolti, hanno bisogno di convergenze».
A partire da provvedimenti come l?amnistia, che per essere approvata ha bisogno
dei due terzi dal Parlamento: «C?è bisogno assoluto di intervenire per dare
una risposta al sovraffollamento delle carceri. Io le conosco bene. Credo
di essere il deputato italiano che ha visitato più prigioni». Deputato di
Rifondazione sì, ma fino a pochi mesi fa senza tessera: «Poi sono diventato
responsabile giustizia del partito e non potevo farne a meno». Il primo gesto
se dovesse vincere il centrosinistra? «Convocare una conferenza nazionale
sulla giustizia con tutti gli operatori. È necessario dare risposte comuni».
Roberto Zuccolini
INES TABUSSO