00 01/03/2006 22:05
LA REPUBBLICA
1 MARZO 2006
Il reality del Cavaliere
Alexander Stille

Gli osservatori stranieri interessati alla campagna elettorale italiana apprendono con sbalordimento che nel giro di una settimana Silvio Berlusconi si è [paragonato?] comparato, a turno, a Napoleone, Churchill e Gesù Cristo, e ha fatto pubblicamente voto di castità fino all´11 aprile. Assai minore è però la sorpresa degli italiani, e di chiunque abbia seguito da vicino la sua carriera.
Da quando è entrato in politica, nel 1994, Berlusconi parla abitualmente di sé in terza persona, come se già fosse un personaggio storico. A un dato momento ha dichiarato ad esempio: «Se l´Italia si affida a Berlusconi farà la sua fortuna»; oppure: «Trovatemi qualcun altro in Europa che abbia fatto quello che ha fatto Berlusconi, tutte le cose realizzate da Berlusconi». Ha messo a punto un suo stile tutto personale - un bizzarro mix di megalomania, millanterie sessuali, barzellette salaci e affermazioni stravaganti o ingiuriose.
Posando per una foto di gruppo dei leader europei, ha fatto le corna sopra la testa del ministro degli esteri spagnolo; ha definito «kapò» - con riferimento ai campi di concentramento nazisti - un deputato tedesco al parlamento europeo; ha suggerito, nel bel mezzo dei negoziati per la Costituzione europea, di «parlare di calcio e di donne per alleggerire il clima». E recentemente si è vantato di aver ottenuto per l´Italia un´importante concessione commerciale grazie alle sue doti di «playboy», sfoggiate a suo dire con quell´austera signora che è il primo ministro della Finlandia.
Ma gli osservatori, anche a distanza, non dovrebbero lasciarsi ingannare da queste apparenti buffonate. C´è molto metodo nella follia di Berlusconi. Quelli che secondo gli standard tradizionali appaiono come errori non sono tali nel mondo berlusconiano della politica-spettacolo, dove il concetto di pubblicità negativa non esiste: tutto si traduce in tassi d´ascolto e indici di gradimento del pubblico. In queste ultime settimane, le sue sortite quotidiane gli hanno consentito di tenere banco nei media italiani, e di ridurre dall´8 al 4 per cento il margine di vantaggio dei suoi oppositori di centrosinistra.
Berlusconi è riuscito a trasformare la vita politica italiana nel reality show più lungo del mondo, ininterrottamente in onda: ogni giorno la pagina di copertina è sua, che si tratti di episodi lusinghieri o incresciosi, di temi importanti o triviali. Sembra che sull´intero Paese sia calata la stessa atmosfera fantasmagorica del celebre film The Truman Show (199[SM=g27989], in cui un produttore televisivo fa crescere un ragazzo (interpretato da Jim Carrey) in una città tutta artificiale - una gigantesca scenografia - che il giovane Truman ritiene reale. E intanto in tutto il mondo centinaia di milioni di spettatori, incollati alle loro poltrone, assistono ventiquattr´ore al giorno a ciascuno dei suoi atti o gesti, dall´infanzia alla maturità.
Berlusconi è forse il primo politico autenticamente post-moderno, che ha ribaltato a proprio uso molte delle regole finora condivise. Tradizionalmente, i politici erano strettamente legati ai rispettivi partiti, e puntavano su proposte programmatiche più che sul proprio carisma personale; mentre nell´era post-ideologica Berlusconi vende Berlusconi, non un partito o un programma. Ha il controllo del discorso politico grazie al dominio della televisione, e può mettere a tacere i critici facendo apparire gli oppositori come pigmei, a confronto con il grande Silvio.
[Tutto questo è stato reso possibile dai profondi mutamenti culturali avvenuti nella società italiana. Nel 2001, più del 70% degli italiani ha indicato nella Tv la propria fonte di informazione, mentre solo il 6,4% si informa leggendo i giornali (con un calo del 20% in quindici anni). Inoltre gli italiani, un tempo altamente ideologizzati, oggi tendono a vedere la politica con profonda antipatia].
Lo zoccolo duro dell´elettorato di Berlusconi è la parte del Paese meno interessata alla politica, che non legge ma vede moltissima Tv, e in particolare le reti di Mediaset. Di fatto, la teledipendenza è direttamente proporzionale alla propensione a votare Berlusconi, come ha dimostrato ad esempio un´indagine condotta sulle donne di orientamento moderato (ex elettrici della Democrazia Cristiana). Da quest´inchiesta è emerso un dato sorprendente: il 75% delle intervistate che vedono abitualmente la Tv per almeno quattro ore al giorno si sono espresse in favore di Berlusconi, mentre tra le spettatrici meno assidue (non più di due ore di Tv al giorno) questa percentuale scende al 40%. [In base a un altro criterio, quello del livello di istruzione, Berlusconi è il favorito del 65,7% delle intervistate che non hanno superato la quinta elementare, contro il 35,9% delle diplomate o laureate].
Questa fascia dell´elettorato non sa molto di politica, o non se ne interessa. Ed è appunto distinguendosi dai politici tradizionali - anche con comportamenti stravaganti o ingiuriosi - che Berlusconi riesce a conquistare la simpatia di chi ha in odio la politica. Nel 1994, interpellato dell´economista Luigi Spaventa sul suo programma economico, tagliò corto dicendo: «Prima di mettersi in competizione con me, cerchi almeno di vincere un paio di campionati nazionali!». Parole prive di qualsiasi rapporto con la capacità di governare un Paese, ma pronunciate col tono perentorio di chi afferma una verità incontrovertibile.
Berlusconi, al pari del presidente George W. Bush, è maestro in materia di populismo di destra: sa usare la sintassi e il linguaggio corporeo della gente comune, benché la sua politica sia utile soprattutto ai suoi interessi personali e a quelli di una piccola percentuale di cittadini ad altissimo reddito.
[Un tempo, in politica si evitava la commistione tra le sfere pubblica e privata. Questa separazione ha incominciato a venir meno per effetto della televisione, anche per la crescente attenzione riservata alle mogli e ai figli dei politici; ma Berlusconi ha abbattuto (almeno apparentemente) anche gli ultimi residui della barriera tra gli elettori/telespettatori e il primo ministro/divo della Tv. È questa la chiave della disinvoltura con cui Berlusconi parla dei suoi interventi di trapianti o di lifting, così come dei riferimenti ossessivi alla sua vita sessuale, delle interviste fatte a sua madre e degli aneddoti con cui intrattiene gli spettatori, raccontando ad esempio che la moglie e il figlio si disputano il privilegio di tenergli compagnia a letto. Gli stessi temi che fanno vendere i rotocalchi popolari e catturano il pubblico delle soap opera. È questa la telepolitica sul modello del reality show, il pubblico deve sapere tutto - o almeno illudersi di sapere tutto del protagonista].
Nella politica postmoderna l´apparenza conta più della realtà. Dal punto di vista dei risultati, la posizione di Berlusconi, entrato in lizza come il miliardario capace di produrre un miracolo economico, non è certo delle migliori. L´economia italiana ha subito in questi ultimi cinque anni una stagnazione pressoché totale, e il Paese è regredito all´ultimo posto tra le nazioni dell´Ue. Le sue quotazioni internazionali sono crollate in quasi tutti i settori più significativi - dalla produttività alla competitività economica, al reddito pro capite, alla libertà di stampa e a quella economica, mentre crescono i livelli di corruzione. Per evitare il carcere a se stesso e agli uomini a lui più vicini, Berlusconi ha paralizzato il sistema giudiziario: la durata dei processi è raddoppiata rispetto a dieci anni fa. Ciò malgrado, il suo principale avvocato, Cesare Previti, e il suo consulente Marcello Dell´Utri sono stati condannati in primo grado, rispettivamente per corruzione di un giudice e collusione con la mafia.
Ma per un uomo come Berlusconi, a un tempo creatura e creatore del mondo postmoderno, ciò che conta non è la realtà dei fatti, bensì il modo in cui viene percepita dal pubblico. Ecco come lo ha spiegato al già citato Marcello Dell´Utri: «Cerca di capirlo: se una cosa non va in televisione - che si tratti di un prodotto, di un politico o di un´idea - questa cosa non esiste!». Difatti, per effetto dei suoi conflitti d´interessi, i reati commessi e le condanne pronunciate a carico suo e dei suoi associati non trovano spazio nella televisione italiana; e di conseguenza sono inesistenti. E frattanto il pubblico italiano si sente dire da Berlusconi che il suo governo ha fatto più dei cinquanta governi precedenti messi insieme.
Nel film "Truman Show" il protagonista si rende conto che alla sua vita manca qualcosa, e decide di evadere via mare dal suo mondo così perfettamente costruito. Ma scopre la verità quando la sua imbarcazione va a sbattere contro un orizzonte di plastica blu. Con Berlusconi, gli elettori italiani hanno subito delusioni considerevoli. E hanno avuto modo di rendersi conto che le cose non stanno come lui le presenta. Prima che lanciasse la sua ultima offensiva di seduzione, le sue quotazioni erano disastrose. Le prossime elezioni saranno un test interessante: si vedrà se la realtà ha tuttora un peso, o se per governare basta l´apparenza.
(Traduzione di Elisabetta Horvat)
INES TABUSSO