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Il presidente della regione Sicilia, Cuffaro, ospite del giornalista tv Pierluigi
Diaco nella trasmissione di approfondimento politico Era Larai 21.15 in onda
su Canale Italia:

"Nulla succede per caso. I fac simili dei volantini venivano spostati. Ne
ho le prove e ho fatto denuncia al questore. Sull'attimo, quando ho visto
i servizi al tg, ho provato intanto un grande sconforto, perche' capisco
che la lotta politica possa degenerare, ma non ho nemmeno la cultura politica
per immaginare che si possa arrivare a tanto. Tutti sanno in Sicilia il mio
impegno antimafia".

"Siamo riusciti, anche grazie alla professionalita' del mio ufficio stampa,
a sventare quella situazione. Grazie anche allo studio meticoloso del mio
ufficio, siamo riusciti a capire che le tv che erano passate per prime avevano
filmato lo stesso posto e quei volantini non c'erano. Sono comparsi solo
alla fine".

Il pentito Campanella dice di me che avrei dato delle informazioni a lui.
Dice che queste stesse informazioni gliele ha date anche il sindaco di Bagheria
perche' queste informazioni gliele aveva date per ben due volte l'onorevole
Lumia, ma nei suoi confronti non e' successo niente. Io vengo processato,
mentre l'on. Lumia viene giustificato e nemmeno indagato. Ora e' chiaro che
le affermazioni di Campanella verranno passate al vaglio, ma non si capisce
la disparita' di trattamento tra due cittadini: Cuffaro e Lumia. Volendo
prestare fede a Campanella, allora Lumia sarebbe mafioso quanto me".

"Credo di avere fatto molti errori. So di averli fatti in buona fede, ma
rimangono errori gravi. Uno sbaglio che ho fatto e' l'avere dato tanta e
molta fiducia a molte persone che invece non l'avrebbero meritato. Campanella
dormiva assieme a me. Tutto potevo immaginare fuorche' il fatto che Campanella
avesse un'altra vita e frequentasse altre persone mentre era ospite mio.
Li' ho sbagliato. Non dovevo dare tutto me stesso, cosi' come ho fatto".

"Mi aspettavo di essere rieletto. Ho fatto una campagna elettorale di ascolto.
Ho capito che i siciliani avevano necessita' di essere protagonisti: c'era
tanta gente che mi apprezzava e che mi voleva bene. C'e' un grandissimo affetto
per me. Ma se venissi condannato per mafia, io lascerei la politica, nonostante
la stima e l'affetto che i siciliani nutrono per me".


22/6/2006
GAZZETTA DEL SUD
CUFFARO? NUOVA PERIZIA SULLA BOBINA
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