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MILANO FINANZA
21 settembre 2006
C'è chi sogna il Grande Scambio
L'idea è fare ponti d'oro a mediaset su Telecom purché il cavaliere lasci la politica.

La provocazione l'ha lanciata Europa, il quotidiano della Margherita. Ma l'ipotesi è presa seriamente in considerazione da molti. Non solo a sinistra. Ecco che cosa si dice nel Palazzo

L'idea si sta facendo strada nell'Unione. E qualcuno comincia anche a dirlo apertamente: un'intesa tra Mediaset e Telecom Italia non ha controindicazioni industriali né tantomeno di sistema. Il problema è solo politico. Tanto per cambiare: il conflitto d'interessi. Se però Silvio Berlusconi facesse un passo indietro in politica, potrebbe farne uno avanti sul mercato. Lo sostiene, per esempio, l'eurodeputato ds ed ex segretario generale della Cgil milanese, Antonio Panzeri, intervistato dal Sole 24-Ore: ´Inevitabilmente Berlusconi guarda a un'operazione del genere con doppio interesse: politico e imprenditoriale. Se quindi dovesse andare in porto il supergruppo, la soluzione del conflitto d'interessi diventerebbe ancora più cruciale'.
Più esplicito ancora un editoriale non firmato di Europa, il quotidiano della Margherita, attribuibile al suo direttore, Sandro Menichini. Nel testo si cantano le lodi dell'intesa possibile: ´Un accordo fra italiani, come tutti desiderano. Tv e internet finalmente insieme. Massa critica a livello internazionale. Mediaset, bilanci a posto e grande raccolta pubblicitaria, più Telecom, tanti debiti ma il presidio di un'infrastruttura strategica'. Peccato, però, che alle condizioni attuali una soluzione del genere è impensabile. Lasciando perdere ogni discorso su regole e mercato, è la conclusione molto pratica di Europa, gli elettori del centro-sinistra non la farebbero mai passare. ´Vedremmo girotondi che in confronto il 2002 era un giochetto. Effigi di Prodi, D'Alema e Gentiloni bruciate in piazza'. Insomma, aggiunge Europa, ´non sappiamo cosa e non vorremmo saperlo, perché sarebbe un odioso atto dirigista: ma qualcosa prima o poi farebbe saltare l'affare'. Berlusconi è destinato dunque a scoprire ´l'altra faccia del conflitto d'interessi e ne risulta molto danneggiato. Del resto', è la conclusione, ´il destino dell'uomo è nelle sue proprie mani. E lui, grande facitore del proprio destino, stavolta deve scegliere: o una cosa o l'altra'.


Il ballon d'essai

Più chiari di così É Certo, l'opinione di un quotidiano di partito, per quanto autorevole, e quella di un europarlamentare, per quanto influente, non possono essere scambiate per proposte politiche formali. Ma il ballon d'essai è stato lanciato e l'idea gira. Roberto Giachetti, coordinatore romano della Margherita e deputato vicinissimo a Francesco Rutelli, ammette che la tesi sostenuta da Europa ´è un'ipotesi suggestiva, che non mi scandalizza affatto. Magari fosse questa la spinta giusta per risolvere finalmente il conflitto d'interessi che ci trasciniamo da dieci anni! Bisogna tenere separata la politica dall'economia e il Berlusconi imprenditore ha tutto il diritto di approfittare di una possibilità unica, ovviamente nel rispetto delle regole antitrust europee e nazionali. È il Berlusconi politico che ha le mani legate'. Si tratta quindi di un ricatto? ´Ma no, quando mai! Si tratta di fare scelte chiare e trasparenti'.

Più dubbioso Peppino Caldarola, deputato ds già direttore dell'Unità. ´L'idea non solo non mi scandalizza, ma la trovo giusta, non credo però che sia realizzabile. Berlusconi non ci starà. Per lui la politica viene prima di tutto. Ora, poi, è convinto che Prodi durerà poco. Secondo me si illude ma lui la pensa così e ha in mente la grande coalizione. Un passaggio che gli serve per legittimarsi. Ottenere il riconoscimento istituzionale che gli occorre per potersi candidare un domani per il Quirinale. Non c'è Telecom che tenga'.

Anche da destra l'idea è presa molto sul serio, ma per contrastarla.


La tentazione esiste

´Lo so anch'io che un'intesa fra Telecom e Mediaset sarebbe la soluzione migliore', sostiene l'ex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri. ´E so anche che qualcuno nell'azienda del Cavaliere si sta facendo due conti. Io però non sono un consulente finanziario ma un politico e Berlusconi lo preferisco azionista di riferimento della Cdl, quindi, siccome timeo danaos et dona ferentes, questi regali dell'Unione non li voglio. Meglio che la situazione resti quella che è. Tim se la prenda Caltagirone o De Benedetti'. Gasparri è convinto pure che anche qualche alleato farebbe carte false per convincere Mediaset a puntare su Telecom, per poi tirar fuori la questione del conflitto d'interesse. Sta parlando ovviamente di Pierferdinando Casini. ´Rileggetevi l'intervista che ha rilasciato alla Stampa, dove dice che troverebbe normale una sinergia fra Mediaset e Telecom. Ma noi non ci caschiamo e soprattutto non ci cascherà Berlusconi'.

Ovviamente all'Udc respingono ogni addebito. Rodolfo De Laurentis, responsabile del settore tlc per il partito di Casini, si richiama alle regole: ´Una legge del conflitto d'interessi serve a prescindere. Questi giochetti su Telecom sono invece strumentali e li lascio con piacere alla sinistra'.

Prova al contrario a ribaltare la questione Benedetto Della Vedova, deputato radicale ma di osservanza Cdl. ´Se nell'Unione sono convinti che la soluzione giusta per il sistema italiano passa da un matrimonio tra Mediaset e Telecom, lo dicano apertamente e non ci facciano giochetti d'altro tipo. Io sono disponibile fin da adesso a trovare insieme dei paletti che rendano ancora più evidente il distacco tra Berlusconi e l'azienda di famiglia. Questa sarebbe un'impostazione seria. L'altra evidentemente no'.


Scettici bipartisan

´Che a Berlusconi possano arrivare pressioni anche da Mediaset è possibile', ammette un parlamentare di Forza Italia che conosce molto bene le dinamiche del partito, come Maurizio Lupi. ´Non credo però che lui darà ascolto alle sirene. Interne o esterne che siano. Dalla politica non tornerà mai indietro. Lascerebbe solo per un incarico istituzionale, e solo dopo essersi assicurato che quanto ha creato, cioè il partito e la Casa delle libertà, non vada disperso. Insomma, è un uomo ricco, che come imprenditore ha già realizzato tanto. Una nuova sfida di questo tipo che cosa cambierebbe per lui?'.

All'ipotesi non ci crede, ma per altri motivi, nemmeno Giuseppe Giulietti, deputato dell'Unione che a Mediaset vedono come la bestia nera. ´Chi tratterebbe e a nome di chi? L'Unione ha un programma, si parla di conflitto d'interessi e di come cambiare la Gasparri. Atteniamoci a quello senza fare pasticci'.

Niente inciuci, insomma, anche per Nicola Rossi, deputato ds e già consigliere economico di Massimo D'Alema ai tempi del suo governo. ´Facciamo una buona legge sul conflitto d'interessi e poi lasciamo che le imprese si muovano liberamente entro quel perimetro. Quando lo stato ha voluto indirizzare le scelte imprenditoriali alla fine ha sempre pagato. E ancora di più hanno pagato i consumatori'.






INES TABUSSO