00 19/01/2007 20:29


LA SICILIA.IT
domenica 14 gennaio 2007

Dell’Utri: «Il ping pong farà vincere la politica
La strana idea. Il senatore di Fi: «Una squadra in tutti i circoli
del Buon governo, e quella di Catania è già da scudetto

di Tony Zermo

La pallina di ping pong legata alla politica. Tutto si può dire, tranne che Marcello Dell'Utri, senatore di Forza Italia, 65 anni fatti ben portati («Sono un frutto tardivo», dice), non abbia fantasia. E così lui aggrega i circoli di Forza Italia attorno a un tavolo di ping pong. «E il circolo di Catania - dice - che è in testa al campionato di serie A potrà anche diventare campione d'Italia, forse mondiale, ieri ha battuto il Bologna 3-1, ne fanno parte anche cinesi, indiani, svedesi, il meglio».
A me gli occhi, please. Berlusconi annuncia a Montecatini, prima dello svenimento, l'istituzione in tutta Italia dei circoli giovanili del Buon governo, Dell'Utri ha l'idea di coinvolgerli anche sul piano sportivo, e così lancia la pallina di ping pong come aggregante. Interessante, poco meno che geniale. «La speranza nostra è che contribuiscano a formare il partito unico - spiega -. La pallina di ping pong ha cambiato la politica mondiale. Vi ricordate di Nixon che per la prima volta con Kissinger va a disgelare la Cina giocando a ping pong, che poi è il gioco cinese più popolare? Attorno a quella pallina è cambiato lo scenario politico mondiale. E il ping pong è un gioco entusiasmante che insegna ai ragazzi a non mollare mai: anche se sei sotto, basta un punto, la pallina che gira, cambia tutto. E' come la vita, come la politica. Alle prossime Olimpiadi che si terranno in Cina diventerà uno sport popolarissimo in tutto il mondo perché ci saranno ore e ore di trasmissioni televisive».
Marcello Dell'Utri ha anche voglia di trovare un buen retiro in Sicilia. «Una masseria di quelle classiche settecentesche, magari tra Siracusa e Ragusa - dice - perché ho desiderio di vita agreste, di un mio posto delle fragole dove potermi rilassare ogni tanto e portarci la famiglia con i miei quattro figli che non conoscono la Sicilia. Invece di comprare la villa in Brianza, compro la masseria in Sicilia. Del resto credo di meritarmi un po' di riposo».
Lei ha una condanna a nove anni di carcere in primo grado. Che conseguenze ha portato?
«L'accusa è solo di concorso esterno. E come dice Andreotti non è grave. Quest'anno dovrebbe esserci la sentenza d'appello, poi la Cassazione. Chi vivrà vedrà. Ma non nascondo che mi abbia colpito. Non tanto sul piano dell'immagine perché la gente mi conosce, quanto per la carriera politica che è stata azzerata e per la famiglia perché i ragazzi andavano a scuola, c'erano le chiacchiere. Ormai il danno me l'hanno fatto. Non è che se sarò assolto farò feste. Non ne farò feste».
Già, lei avrebbe potuto fare il ministro.
«Una volta me l'hanno chiesto, ma ho detto che non ero interessato. "Allora che le piacerebbe fare?", mi hanno domandato. "I ministri". Cioè scegliere le persone, ho fatto sempre questo nella mia vita, ho selezionato i talenti, li ho fatti crescere e li ho collocati».
Lo indicano tutti come fondatore di Forza Italia. Si riconosce in questo ruolo?
«Il fondatore di Forza Italia è Berlusconi, io mi riconosco come numero due».
Una delle accuse che le fanno è di aver portato il boss Vittorio Mangano come stalliere della villa di Arcore.
«E chi sapeva che era un boss? S'è saputo dopo».
Ma lei qualche boss l'avrà conosciuto. Un giorno disse: «La mia vera colpa è di essere palermitano».
«E sono orgoglioso di questo, però se fossi nato a Busto Arsizio il concorso non me lo avrebbero mai dato. Per un palermitano un concorso..., basta che ti giri un attimo e glielo dai subito. Io allenavo la squadra della Bacigalupo, mi è sempre piaciuto fare l'allenatore. Mangano era uno dei ragazzi che venivano a giocare nella Bacigalupo, probabilmente tra loro c'era qualche altro che sarebbe diventato boss, ma c'erano anche il principe Lanza di Scalea, il barone Planeta, c'erano i quattro figli di Restivo, i figli di Casimiro Vizzini e c'era anche Cinà. Io non lo so se era un boss, che ci aveva il curriculum?».
Lei è noto come bibliofilo, ha la più prestigiosa collezione italiana di libri antichi.
«Ora ho stampato un libro con le lettere che Tomasi di Lampedusa mentre girava l'Europa, e dove tra l'altro conobbe la sua moglie russa, la principessa Alessandra, scriveva a suo cugino Lucio Piccolo. Queste lettere tra il '25 e il '30 sono così belle e importanti che il prof. Nigro, autore della prefazione dice che dopo la scoperta di queste lettere bisognerà rileggere criticamente il Gattopardo. Tomasi aveva 25 anni quando scriveva queste lettere, il Gattopardo lo fece a 50».
Come sta Berlusconi?
«Fisicamente bene, ma è perplesso perché se non cambia la legge elettorale continuerà ad essere un disastro. Così, come diceva Mussolini, oggi non è difficile governare l'Italia, è inutile».






VEDI ANCHE:




13/01/2007
(Comunicato stampa)
CAMPIONATO di SERIE A1 MASCHILE TENNISTAVOLO
“Il Circolo” Catania continua la corsa verso i play off .

www.ilcircologiovani.it/rassegna_item.asp?ras_id=242






14/01/2007
Riparte bene Il Circolo Catania
La squadra Etnea ha superato Bologna, cade il Messina.

Numerosissimo pubblico presente sugli spalti
del Leonardo da Vinci, con tifosi d’eccezione
come il senatore Marcello Dell’Utri,
il sindaco di Catania Umberto Scapagnini
e Pierpaolo Pizzimbone, amministratore
delegato del Gruppo Biancamano,
sponsor della squadra etnea.

Leggi QUI l'articolo de LA SICILIA:

www.ilcircologiovani.it/rassegna_item.asp?ras_id=244








PingPong Italia
il Block-Notes di Massimo Costantini
mercoledì 17 gennaio 2007


Dell’Utri e il pingpong

L’occasione, una partita di pingpong di Serie A1 tra Il Circolo Catania e la Fortitudo Bologna.
Il giornale, La Sicilia. La Sicilia 14/01/2006
Marcello Dell’Utri Senatore di Forza Italia sceglie queste due situazioni per manifestare il suo auspicio affinché i giovani pratichino la disciplina sportiva del pingpong. Dell’Utri, numero 2 di Forza Italia (così si autodefinisce nell’intervista apparsa sulla testata giornalistica siciliana), nel 1999 ha fondato Il Circolo un’associazione cultural-politica dove al suo interno prenderà vita anche l’attività sportiva del pingpong.
E’ la prima volta, se la quarantennale memoria non m’inganna, che un parlamentare della Repubblica Italiana rivolge un invito così diretto per una pratica sportiva, riconoscendole speciali peculiarità.
Una dichiarazione che vale più di tante gestioni federali.
Noi pongisti non possiamo che plaudire questa iniziativa che invoglia i giovani a giocare a pingpong.
Effettivamente il pingpong ha in sè meravigliose qualità, noi pongisti lo sappiamo, ma chi ne viene a contatto, lo vede giocare, lo vive nell’agonismo, come è accaduto al Senatore Dell’Utri, ma anche a tanti altri, ne rimane letteralmente affascinato, stregato.
Il pingpong ha una diffusione planetaria, la Federazione Internazionale ITTF ha più nazioni affiliate di quante ne annovera l’ONU. Ha avuto ruoli di distensione e diplomazia politica, Dell’Utri lo ricorda nell’intervista rilasciata domenica scorsa. Possiede un dualismo di fondo tra vinti e vincitori, unico nel suo genere. Un antagonismo di forze che nel loro dispiegarsi esprimono la più totale libertà di azione e di autodeterminazione. Si gioca sul filo sottile dell’equilibrio psicologico, passando per le traiettorie più astruse, facendo così strabuzzare gli occhi di chi si sta godendo lo spettacolo.
Nella nostra Italia, come in tanti altri paesi industrializzati, milioni di persone conoscono il significato di pingpong, infatti, a ragione, è ben annidato nell’immaginario collettivo, collocandolo come uno degli sport più popolari, ha solo bisogno di librarsi in volo, di fare il grande salto di qualità.
Sembra che, nei paesi africani, nel medio oriente, addirittura nel martoriato Iraq, il pingpong sia in continua espansione, c’è sempre più gente che si diletta a giocare; il motivo? La semplicità e immediatezza.
Lo scorso settembre il New York Times aveva pubblicato un pezzo sul pingpong, uno dei rarissimi pezzi sul pingpong, New York Times, ne siamo rimasti orgogliosi, oggi, dopo le dichiarazioni del Senatore, torniamo alla ribalta attraverso la carta stampate di alcuni giornali che, riprendendo le parole di Dell’Utri, hanno ancora parlato di pingpong. E’ già una ulteriore spinta a far diventare più importante il nostro sport.
Non so cosa possa rappresentare il pingpong, nella politica, nella vita di tutti i giorni, so di sicuro che qualcosa può insegnare e, noi pongisti, siamo pronti ad accogliere nuovi studenti.

Questo articolo è stato pubblicato Martedì, 16 Gennaio 2007 alle 03:25









Ping pong e New York Times

E´uscito ieri sul New York Times un articolo che ci inorgoglisce. A tutti quelli che pensano il ping pong sia uno sport di II categoria, consiglio di leggere questo pezzo. Lo propongo cosi´come mi e´arrivato, naturalmente in inglese.
Se qualcuno lo volesse tradurre, e´il benvenuto e lo ringrazio.
Buona lettura

By JESSE SCACCIA
Published: September 2, 2006
New Milford, Conn.
www.pingpongitalia.com/blog/?p=609




INES TABUSSO