Pius Augustus, 15/09/2007 18.05:
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4:briganti contro piemontesi (ammesso che di guerra si possa parlare)
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...è il termine "
brigante" che credo vada rivisto in quella che, effetivamente,
NON fu una guerra, ma semmai una invasione vera e propria.
Molti si limitano all'apparenza delle cose, senza entrare in quello che fu REALMENTE l'unificazione d'Italia.
Senza voler denigrare lo stato Sardo-Piemontese e sperando di non essere frainteso
(non sono "borbonico" , ne' contrario all'Italia unita per come è oggi), rammento che, storicamente e non solo porpagandisticamente, il Regno Borbonico non era lo sfacelo che normalmente si vuol far credere.
Non a caso, le industrie
siderurgiche erano al sud
(vedi ferrovia Napoli-Portici ed il progetto, mai attuato proprio per l'unificazione piemontese, di una rete ferroviaria vastissima che avrebbe dovuto collegare tutte le regioni "borboniche") così come i
cantieri navali, così come
l'industria conserviera ed anche sotto il profilo sociale il sud era direi all'avanguardia. La comunità di
San Leucio (voluta dal RE), con le sue
seterie, fu un
esperimento di socialismo che di certo non ha uguali nella storia d'Italia basti pensare che la comunità era autosufficiente, che
l'istruzione era obbligatoria, che esisteva
parità di sesso anche negli "stipendi".
Di contro, con tutto il rispetto per il Piemonte che amo avendoci vissuto per parecchi anni, Casa Savoia regnava su terre che non erano poi il massimo dello splendore e l'"unificazione" del sud fu, politicamente parlando, una
guerra di occupazione (oserei dire "imperialista") il cui primo scopo fu proprio acquisire quelle tecnologie e quelle industrie che al Piemonte ancora mancavano.
E torniamo ai "
briganti" che, nell'ottica di una guerra di occupazione, forse sarebbe meglio chiamare "resistenti"... i piemontesi di certo
NON si comportarono bene con le popolazioni locali trattate alla stregua di quel che succedeva, nello stesso periodo, con gli indiani d'America.
Vennero addirittura istituiti veri e propri
campi di concentramento e non si contano le
rappresaglie e i
massacri di civili inermi (donne e bambini), o la
distruzione di interi paesi, per costringere i "briganti" a consegnarsi.
I processi di coloro che si consegnavano, inutile dirlo, erano tenuti da un
giudice monocratico (generalemnte il comandante militare) e
si concludevano in pochi minuti quasi sempre con la condanna a morte.
Negli anni
'60 del '900, a Gaeta, zona di "brigantaggio", durante i lavori di costruzione di una scuola, venne rinvenuta una "
fossa comune" risalente proprio al periodo di cui stiamo parlando. Conteneva
centinaia di corpi in massima parte vecchi, donne e bambini, ed i
fori di pallottola non lasciarono certo ipotizzare che fossero morti per una epidemia.
Per questi motivi non posso che stare con i "
briganti" e vorrei far notare che, chi vince, ha tra l'altro il diritto di chiamare "brigante" chi perde!
PS: per amor di precisione, il primo treno sulla Napoli-Portici viaggiò il
3 ottobre 1839 mentre 3 anni dopo,
1842, venne inaugurato il prolungamento fino a
Castellammare e, nel
1844 la diramazione per
Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore.