La definizione "L'umiltà è la virtù che richiama l'uomo al riconoscimento dei propri limiti" non è un parto della mia fantasia, è la definizione che ho trovato nel Dizionario Enciclopedico della Lingua Italiana Treccani, a casa di mia mamma. Evidentemente il Garzanti e la Treccani danno definizioni diverse ma entrambe corrette, cosa ci possiamo fare?
Se ti sembra sterile questionare su come intendo io un certo termine, nessuno ti ha costretta a farlo. Ti ricordo che nel mio primo post di questa discussione avevo scritto un paio di righe in cui dicevo la mia e auguravo la buonanotte a tutti. La "discussione" si sarebbe chiusa lì se tu non ti fossi sentita in dovere di insegnarmi cos'è pagano e cosa non, chiedendomi se mi andava di giocare al bianco e al nero, dicendo cose ovvie tipo "Non c'è niente di male a essere orgogliosi quando si fa bene una tal cosa" (e chi l'ha mai messo in dubbio?), affermando che una persona umile è l'equivalente di una ritrosa e imbarazzata(?!), istruendomi addirittura su come comportarmi a tavola di un contadino per non fare figuracce...
Infine, lo stesso Cordelo ha specificato in seguito che l'umiltà a cui si riferiva nella sua massima era quella ipocrita e falsa, non quella autentica. In tal caso, sono pienamente d'accordo anch'io, ma da com'era messa nella frase per me non era chiaro, forse perchè non lo conosco ancora bene o forse perchè ho compreso la parola, come diresti tu, "per il suo significato, e non nel senso di..."
Un'ultima cosa: sempre Cordelo, nel post di un paio di sere fa, si riferiva all'umiltà (quella autentica) come alla "semplicità consapevole della propria forza senza ostentazioni". Sicuramente ha espresso il concetto in modo più fine di quanto non sia riuscita a fare io (è una frase che mi ha colpito), ma in sostanza era quello che cercavo di dire nel mio primo messaggio, prima che arrivassi tu, con la tua pedanteria, a cercare di stravolgere il significato di ogni mia parola.
Ora, visto che non hai tempo da perdere in queste "sterili questioni", non farne più perdere neanche a me.
[Modificato da arcana76 18/01/2009 02:09]
"Mancavano tre notti perchè la falce lunare si chiudesse in un cerchio perfetto.
Quando la Luna rifulse piena e con tutto il fulgore del suo disco si volse verso la Terra, Medea uscì di casa indossando una veste sciolta, a piedi nudi e a capo scoperto, i capelli sparsi sulle spalle. (...)
Oh notte - invoca - fedele custode dei misteri, astri d'oro che a fianco della Luna vi alternate ai bagliori del giorno;
e tu, Hecate tricipite, che della mia impresa sei conscia e porgi aiuto agli incantesimi e all'arte dei maghi;
oh Terra, che ai maghi procuri erbe prodigiose;
oh voi brezze, venti e monti, voi, fiumi e laghi, Dèi tutti dei boschi, Dèi tutti della notte, voi tutti assistetemi!"
dalle Metamorfosi di Ovidio